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Simone Moro di nuovo sul Nanga Parbat

“L’alpinista tedesco David Goettler e il freerider bergamasco Emilio Previtali. Ecco chi ci sarà con Simone Moro nel tentativo di prima salita invernale al Nanga Parbat, 8126 metri, che prenderà ufficialmente il via il prossimo 21 dicembre.

Simone, raccontaci finalmente i dettagli di questa spedizione.
Parto il 21 dicembre, non è un giorno casuale. Come faccio di solito non voglio mettere piede in Pakistan prima che inizi ufficialmente l’inverno perchè secondo me una spedizione per essere definita invernale deve svolgersi completamente durante quella stagione. Voglio insomma tener fede a quello che ho sempre fatto. Saremo in 3. Due alpinisti e uno story teller”, che si occuperà della comunicazione, ma che avrà la possibilità di arrivare comunque in cima se lo vorrà. Gli alpinisti saremo io, capospedizione e organizzatore, e David Goettler, guida alpina e alpinista tedesco di ottime capacità che per anni ha scalato con Gerlinde Kaltenbrunner. Il terzo sarà Emilio Previtali, che avrà il compito di raccontare nel modo più competente e autentico possibile la spedizione. E’ comunque inserito anche lui nel permesso di scalata, potrà salire fin dove se la sentirà.

Tutti aspettavano il nome di Denis Urubko, con cui avevi tentato la salita due anni fa…
Denis non ci sarà. Ha paura di possibili attentati terroristici, dopo quello avvenuto quest’estate al campo base della Diamir, in cui sono morti 11 alpinisti. Ho provato a convincerlo, visto che eravamo stati al Nanga insieme due anni fa, e la via ci era piaciuta. Ma ha preferito evitare, proprio per una questione di rischio. Mi dispiace davvero per Denis. Ma ci tengo a sottolineare che David non è un rimpiazzo.Vado con un tedesco ed è la montagna dei tedeschi, e per loro è un conto aperto. Quindi David sarà motivatissimo.

A te non impensierisce la questione sicurezza?
Devo essere sincero, sarà la prima volta che andò ad un campo base armato. Ho chiesto una scorta armata che spero mi diano, altrimenti mi arrangerò in qualche modo. Ma è solo per precauzione, grandi paure non ne ho: non si rapina due volte la stessa banca. Credo che non correremo pericoli al Nanga Parbat… però meglio essere preparati.

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The line of ascent on Nanga Parbat
UKC News, 05 Dec 2013
© Simone Moro

Ormai tre prime invernali e diversi tentativi all’attivo sugli 8000. E’ più dura in Himalaya o in Karakorum?
Potrei dire che il Karakorum ha un clima più severo dell’Himalaya, dove forse sei forse anche più tranquillo a livello psiologico: sai che esiste un soccorso, la situazione sociale e è diversa. Il clima in Karakorum è più duro. Il Nanga Parbat però è un caso a sè: è in Pakistan ma fa parte dell’Himalaya. E’ un massiccio isolato, è mostruosamente grande, è la montagna più grande della Terra. Non è riparato, i venti saranno opiù cattivi e le finestre di bel tempo più instabili. Il meteo è più bastardo. Non per niente è rimasto l’ultimo da salire in invernale insieme al K2. Io comunque ci provo…. se va questa…”

Intervista di   per montagna.tv