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Gli effetti del suicidio di Gary Speed

Gli effetti del suicidio di Gary Speed, allenatore della Scozia e mito per questo paese, non si sono fatti attendere. Infatti alla “Sporting Chance Clinic” che si occupa di atleti e atlete che soffrono di alcoolismo, depressione e altri disturbi psicologici sono arrivate una decina di telefonate di giocatori che chiedono di essere aiutati a superare i loro problemi prima che la loro condizione peggiori. Anche il direttore della Clinica non avanza una spiegazione per il gesto di Gary Speed, mette però in evidenza che i calciatori soffrono degli stessi problemi delle altre persone ma spesso sono distanti dalla realtà esterna a causa dei soldi che guadagnano e questo li rende più vulnerabili. Inoltre, L’Associazione Professionale dei Calciatori inglesi ha commissionato un libro di 36 pagine per aiutare i suoi componenti a capire la depressione. Sono previste anche testimonianze come quella di Paul Gascoigne e di altri che hanno avuto problemi psicologici. Sarà inviata a 4.000 giocatori e potranno riceverla anche i 50.000 che hanno in passato giocato a calcio.

 

Emozioni, successo e morte

Gary Speed, ct della Scozia e mito nazionale, sembrava felice ma ieri si è tolto la vita nel garage di casa sua. Bisogna riflettere su come sia possibile coniugare insieme il successo raggiunto attraverso l’autoaffermazione e il desiderio di morte. Successo e benessere mentale non vanno a braccetto e le storie di Maradona, Paul Gascoigne, George Best, Gianluca Pessotto e De Bartolomei fra molte altre sono lì a testimoniarlo. Questa morte è una ulteriore conferma che il male di vivere può colpire chiunque e manifestarsi, almeno per noi spettatori, in maniera improvvisa. In Inghilterra questa vicenda ricorda quella dell’exportavoce di Blair che convive da anni con la depressione e che dice di essersci salvato grazie all’aiuto della famiglia, degli amici e di bravi dottori. Gary Speed aveva amici, moglie e due figli ma evidentemente questo non gli è bastato. Inutile cercare le motivazioni di questa scelta, perchè come diceva Camus “ciò che si chiama ragione di vivere è allo stesso tempo un’eccellente ragione di morire .”