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Recensione libro: Correre è una filosofia

Correre è una filosofia

Gaia De Pascale

Ponte alle Grazie, 2014, p. 188

www.ponteallegrazie.it

Mi è piaciuto il libro perché è un viaggio attraverso le molte ragioni ed emozioni per cui corriamo che alla fine lascia senza una risposta definitiva, poiché ognuno trova le sue personali motivazioni dentro se stesso. De Pascale illustra bene come questa azione apparentemente senza senso, “corro perché mi piace” è infatti la risposta che i runner forniscono più di frequente quando qualcuno gli chiede “perché corri”, sia invece radicata nel profondo dell’essere umano sino dalle sue origini. Il libro ci porta a spasso dalla mitologia cinese, a quella greca e dei nativi americani mostrando come la corsa svolgesse una funzione culturale importante. Corsa e libertà è un altro tema forte del libro. Un segno di libertà per chi sta in galera, come il campione Henry Rono accusato ingiustamente di rapina che riesce a correre quasi sul posto all’interno della cella, estraniandosi da quella situazione di segregazione. O come Cavallo Blanco, giovane californiano, “malato di corsa” in paesaggi estremi, a cui diedero questo soprannome i Tarahumara, popolazione indiana del Messico in grado di correre decine di chilometri ogni giorno con ai piedi dei sandali con una suola ricavata dalle gomme dei camion. Corsa anche come riscatto è quella di Marco Olmo, il grande ultramaratoneta italiano che ha sbalordito il mondo con le sue imprese podistiche. E corsa come necessità biologica poiché il nostro antenato Homo Sapiens è stato definito in termini di long distance runner, per cacciare e scappare dagli animali. Questo libro parla di queste storie e di molte altre in modo piacevole e documentato, lasciando al lettore la libertà di scegliere la definizione di corridore che per se stesso preferisce.