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Global fitness: darsi un vantaggio che conduce al successo

Nel lavoro come nello sport l’arena competitiva è l’ampiezza del mondo. I vantaggi tecnici e tattici stanno rapidamente scomparendo. Bisogna fare meglio in minor tempo e con una pressione sempre maggiore, diventa così critica la capacità di sapersi concentrare, di gestire le emozioni e stabilire rapporti interpersonali vincenti. Questa è la condizione che stiamo affrontando. I nostri sistemi per l’incremento delle prestazioni combinano i risultati delle ricerche psicologiche condotte nello sport e nel mondo del lavoro per dare la spinta vincente. Quando ci serviamo di parole come selezione, team building, coaching e competizione sappiamo di cosa stiamo parlando.

ATTENZIONE

Cos’hanno in comune i manager migliori  con gli atleti di élite e i corpi speciali dell’esercito – l’abilità a prestare attenzione, a non farsi distrarre e a rimanere focalizzati su un compito alla volta. Quale sia il tuo lavoro non potrai fornire prestazioni efficaci se non sei concentrato.

IL QUESTIONARIO

Cei Consulting ha elaborato la versione italiana del questionario che ha sviluppatola Enhancement Performance Systems(EPS).

E’ lo strumento più efficace per valutare le abilità attentive e interpersonali messe in atto dai singoli individui, squadre e aziende per fornire prestazioni sempre migliori.

Diversamente da molti altri programmi, viene impiegato uno strumento basato sulle prestazioni -Test di Stile Attentivo e Interpersonale (TAIS) – per ottenere informazioni utilizzabili in un ampio numero di situazioni, passando dal coaching dei manager alla selezione del personale.

Il TAIS è un questionario di autovalutazione composto da 144 item, riferiti alla prestazione. Il TAIS evidenzia una relazione diretta fra le caratteristiche di personalità, quelle attentive e le prestazioni. Il TAIS è stato costruito per aumentare l’abilità a comprendere, predire e controllare le azioni degli individui fortemente efficaci. E’ l’unico questionario di questo tipo che esiste al mondo.

ECCELLERE:  NON SOLO UNA LUSINGA

Non deve sorprendere che nel mondo del business sia frequentemente utilizzata la metafora dello sport.

Ambedue i contesti richiedono pianificazione strategica, enfatizzano la competizione e richiedono la capacità di fornire prestazioni eccellenti sotto pressione. EPS è stata fondata da un leader della psicologia dell’eccellenza negli Stati Uniti, il Dr. Robert Nideffer.

Il TAIS è stato utilizzato per selezionare e migliorare le prestazioni di alcuni fra gli atleti e le squadre più importanti al mondo. Nello sport è estremamente importante per l’allenatore servirsi di questo programma di miglioramento. Perchè nello sport, diversamente dal mondo del business in cui gli errori vengono magari scoperti dopo anni, la situazione è molto più chiara e tutti sanno cos’è che va e non che non va.

Oggi anche il business richiede  rapidi cambiamenti strategici e velocità nei processi decisionali e la necessità dei manager, quindi, di sapersi attrezzare ad affrontare queste nuove sfide.

 

Mindfulness e maratona

Ieri si è svolto il webinar intitolato “Il mental coaching per la maratona” e una domanda ha riguardato l’uso della mindfulness nella maratona. Se con mindfulness intendiamo “il permettere al presente di essere com’è e di permettere a noi di essere, semplicemente, in questo presente” (John Teasdale) questa condizione mentale può certamente essere utile al maratoneta. Durante la corsa di lunga durata il presente è rappresentato dal ritmo del proprio passo o dal respiro. Saperli ascoltare è particolarmente utile nelle fasi iniziali e in quelle finali della maratona in cui per l’atleta è importante essere consapevole delle reazioni del suo corpo. Trattandosi di una gara la mindfulness può differenziarsi dalla accettazione non giudicante del presente, poiché l’atleta può essere consapevole che si trova in difficoltà. Ad esempio, si rende conto che la respirazione è diventata affannosa o che la frequenza cardiaca è troppo elevata o ancora che le sua corsa sta diventando sempre più pesante. In questi momenti, il runner deve passare a uno stato mentale più attivo e teso a ridurre o contrastare queste sensazioni che stanno minando la sua corsa. Lo farà magari accorciando il passo o rallentando di qualche secondo la sua velocità oppure sposterà l’attenzione su altri aspetti che lo distraggono da queste sensazioni debilitanti. Molti runner si servono di una strategia dissociativa che comporta il focalizzarsi su qualsiasi altra cosa cosa che non sia il proprio corpo. Paula Radcliffe racconta che in questi momenti conta sino a 100, sapendo che dopo che ha contato per tre volte ha corso un altro miglio. Ogni maratoneta deve trovare le soluzioni durante gli allenamenti. Prepararsi per una maratona è molto impegnativo e i momenti di difficoltà che s’incontrano servono a trovare queste risposte e a iniziare a metterle in pratica, così da arrivare al giorno della gara mentalmente preparati.

I 10 segreti delle prestazioni eccellenti

  1. Focus solo su quello che stai per fare.
  2. E’ facile ma è difficile farlo con continuità, bisogna allenarsi
  3. Il focus è sul timing dell’azione e mai sull’esecuzione tecnica
  4. L’esecuzione avviene in modo naturale e automatizzato, non è analitica
  5. Cancellare gli errori ritornando ogni volta con la mente al timing dell’azione successiva
  6. Respiro profondo per ridurre tensione eccessiva
  7. Incitamento per aumentare la tensione utile all’azione
  8. Visualizzare l’azione sportiva per eliminare dubbi e preoccupazioni
  9. Divertirsi e avere piacere per quello che si sta facendo
  10. Usare le pause per ristabilire l’energia fisica e mentale per l’azione seguente

 

Insegnamo a pensare non solo la tecnica

Avere un pensiero alla volta centrato su quello che stiamo per fare è un modo efficace per essere concentrati sul presente. L’impegno di ogni atleta deve essere mirato ad allenare questa abilità mentale. Mentre si gioca una partita o si compete in qualsiasi sport non vi è altro che il susseguirsi di tanti presenti. Diventa quindi necessario avere  in ogni  momento solo il pensiero utile a fare il proprio meglio, bisogna avere la capacità di scegliere un pensiero anziché un altro. In caso contrario dominerà lo stress negativo che porta all’errore o a una prestazione mediocre. Si sente dire troppo spesso che la fregatura nello sport è la testa e che sarebbe meglio non averla. Ovviamente questa frase è solo una testimonianza d’incapacità da parte di chi la esprime, poiché senza la testa non si potrebbero sviluppare i pensieri necessari a fare bene. Quindi ai giovani non insegniamo solo il gesto tecnico ma alleniamoli anche a pensare.

Insegnare i comportamenti che esaltano la tecnica

Mi sembra che ai giovani s’insegni bene la tecnica ma si spenda poco tempo nell’insegnargli quali sono i comportamenti migliori per poterla manifestare. Ad esempio, nel tennis un giovane una volta che ha imparato a servire, deve eseguirlo nel modo migliore il maggior numero di volte. A questo punto, spesso al giovane, non viene più dedicata la stessa attenzione perché il gesto tecnico lo ha acquisito. Secondo me invece il giovane pur avendo acquisito questa abilità non è ancora in grado di valorizzarla. Nel migliore dei casi se è scrupoloso, cercherà in qualche di concentrarsi prima di eseguire il gesto e poi servirà. A mio avviso in questo modo il tennista non può sapere se è pronto a servire, mentre più probabilmente lo esegue in modo meccanico. Inoltre in partita questa situazione neutra non si presenterà mai; perché lui servirà sempre dopo uno scambio di gioco e dopo una pausa di qualche decina di secondi. Come tutti sappiamo, quello che si  pensa in quei secondi è importante nel determinare in che modo ci si predispone al servizio. L’efficacia del servizio deriva molto da come il tennista trascorre i secondi che ne precedono l’esecuzione. La domanda è: quanto spesso si allena a predisporsi positivamente al servizio e, solo successivamente, a servire? Si può possedere la tecnica migliore ma se la mente dice No o è distratta, il tennista avrà un problema che non sa come risolvere perché non si è mai allenato a farlo.

La concentrazione determina l’intensità dell’allenamento

Il segreto di una seduta di allenamento svolta con intensità risiede nell’abilità dell’atleta di essere completamente focalizzato su ciò che deve fare. Sia che pratichi uno sport di combattimento o uno di precisione l’obiettivo dell’atleta dve essere identico: lavorare per restare focalizzato nei momenti che precedono ogni esercitazione. E’ qualcosa di assolutamente facile da capire, ma di solito solo gli atleti di alto livello si allenano in questo modo. La maggior parte invece pensa “è solo un allenamento”, non ho bisogno di tutta questa concentrazione, non è mica una gara. Non capiscono che se non si allenano in questo modo ogni giorno, non saranno capaci di mantenere l’attenzione necessaria in gara. La respirazione profonda e la visualizzazione sono le azioni che gli atleti devono praticare in modo continuativo. Devono iniziare la loro azione tecnica solo quando la mente è pronta a farlo, altrimenti si alleneranno in modo troppo meccanico con un ridotto impegno mentale. Il mio consiglio: fare un respiro profondo, quindi ripetersi mentalmente l’azione e poi effettuarla. Successivamente, dopo un breve periodo di riposo ripetere nuovamente questa sequenza.

 

Vincere? Questione di mentalità

Il campionato di calcio è fatto di tante partite e il risultato di una domenica non stabilisce di certo chi lo vincerà. E’ altrettanto vero però che vi sono giornate che hanno più significato di altre e i risultati di queste partite determinano un vantaggio non solo definito in termini di punti vinti o persi ma che hanno anche un forte impatto psicologico. E’ il caso di questo turno di campionato in cui la Juventus doveva dimostrare di non essere in crisi e vincere una partita in modo convincente, mentre Il Napoli e e la Lazio, le dirette inseguitrici  a soli tre punti, dovevano dimostrare a loro volta di avere acquisito quella maturità psicologica che le consentiva di vincere per continuare a tenere elevata la pressione sulla Juventus e per dimostrare a se stesse di essere in grado di mantenere il ritmo che serve per restare in vetta. Ebbene la Juve c’è riuscita mentre le altre due hanno mancato l’obiettivo. La differenza tra dominare e pareggiare è fatta di episodi, ma ciò che conta è la consapevolezza di dovere mantenere la concentrazione e la combattività sempre a un livello elevato. Queste caratteristiche sono mancate al Napoli e alla Lazio che devono ancora crescere sotto questo punto di vista.

Abilità di concentrazione sotto stress

Abilità di concentrazione sotto stress nel calcio

articolo pubblicato sulla rivista dell’Associazione Italiana Allenatori  Calcio di Alberto Cei e Stefano D’Ottavio

http://www.assoallenatori.it/aiacweb.nsf/WebviewAllenatorebyNumero/60ec3acb7b80a5cec12576c4007c378d