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Recensione libro: Lo sport domani

Flavio Tranquillo

Lo sport domani

Costruire una nuova cultura

Add Editore  p.137,  2020

Questo libro parla di quale sia la cultura dello sport dominante nel nostro paese e soprattutto ne mette in luce le criticità che derivano non tanto da limiti organizzativi ma piuttosto dal modo di pensare lo sport. Forse la sintesi più recente di questo tipo di mindset si è evidenziata nel Rapporto per il rilancio “Italia 2020-2022- del gruppo coordinato da Vittorio Colao, nel quale Tranquillo evidenzia che non è mai nominata la parola sport. Ci vorrebbe una discontinuità politico-istituzionale, una rigenerazione complessiva continua l’Autore, che metta in luce come il binomio Sport-Cultura non sia nel nostro paese così accettato e tantomeno promosso.

Il filo conduttore del libro è centrato intorno a questa idea e viene svolta una critica costruttiva e precisa sullo sport concepito solo secondo parametri economici e del conseguimento della vittoria. Se questa è l’impostazione, Tranquillo ci ricorda che nel calcio l’1% dei tesserati (1.000.000) è un giocatore professionista (12.000). Quindi, se ciò che conta è solo il parametro economico, un atleta può rappresentare un esempio positivo per i giovani? In altre parole si ritorna sempre alla stessa domanda in che modo il calcio, come ogni altro sport, può produrre valore sociale e qual è il ruolo delle star dello sport?

Il libro pone altre questioni irrisolte come quello del finto dilettanstimo, degli atleti che a fine a carriera si trovano senza educazione e risparmi e nessuno aiuto predisposto dalle loro organizzazioni sportive. Per non parlare delle nostre scuole superiori che non sono come quelle americane in cui si può praticare sport all’interno delle stesse strutture  scolastiche. E’ un libro di denuncia dell’appiattimento dello sport italiano su strategie solo pensate per la realizzazione di obiettivi a breve termine ma priva di una visione strategica orientata nel tempo.

In conclusione, Tranquillo citando Piero Calamandrei e David Hollander propone che una via di uscita consista nel considerare lo sport come una metafora della vita e che solo con questo approccio sarà possibile sviluppare una cultura dello sport propositiva nei confronti dei valori base espressi dalla nostra società.