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Il fare dell’esperto: morto Anders Ericsson

Anders Ericsson  ha avuto una carriera brillante e ha rinnovato l’interesse verso lo studio di un’idea semplice quanto il mondo: “Come si diventa in qualche cosa”. Per provare a fornire una risposta a questa domanda ha studiato i campioni dello sport, i violinisti delle scuole migliori, i maestri di scacchi e tanti altri super-performer. Ha scritto libri con titoli avvincenti come “The road of excellence” (1996) o “The Cambridge handbook of expertise and expert performance” (2006). Ha studiato per decenni la struttura e la l’acquisizione della prestazione esperta e in particolare come gli esperti imparano e mantengono nel tempo prestazioni eccellenti attraverso quella che lui ha chiamato deliberate practice. 

La deliberate practice è un tipo di attività orientata allo scopo e, pertanto, si conoscono gli obiettivi e il modo di soddisfarli.

Nella musica, pochi studenti possono avere un insegnante di violino a tempo pieno, lo standard consiste nel prendere lezioni durante la settimana e nello svolgere a casa i compiti assegnati dal maestro. Pertanto a casa gli studenti si esercitano per migliorare il loro livello di competenza.

Speaker - Pallas Gathering

Richiede quindi l’esistenza di un insegnante che fornisce esercizi pratici da svolgere per migliorare le proprie abilità.

In breve la deliberate practice:

  • sviluppa le abilità che già altri posseggono seguendo un determinato training
  • pone la persona fuori dalla sua comfort zone, alla continua ricerca del miglioramento con un livello d’impegno quasi-massimale
  • prevede obiettivi specifici e miglioramenti generici
  • richiede la piena attention e lo svolgimento di azioni consapevoli
  • necessita di feedback e modifiche all’impegno in funzione dei commenti e delle istruzioni dell’insegnante
  • prevede il miglioramento della rappresentazione mentale delle proprie prestazioni
  • richiede di cambiare precedenti abilità per fornire prestazioni migliori
Anders Ericsson, professore di psicologia, Florida State University e Conradi Eminent Scholar era nato nel 1947 in Svezia ed è venuto a mancare alcuni giorni fa, il 17 giugno 2020.

 

L’allenamento intenzionale e la deliberate practice secondo Anders Ericsson

Il nuovo libro di Anders Ericsson intitolato “Peak – Secrets from the new science of expertise“  ridefinisce più precisamente rispetto al passato cosa si debba intendere per deliberate practice ovvero allenamento intenzionale.  Come sappiamo questo approccio è determinante nel favorire lo sviluppo di quelle abilità che in molti campi determinano prestazioni di livello eccezionale.

Per cui la deliberate practice:

  • sviluppa quelle abilità che già in passato altre persone hanno manifestato e per cui è stata definita una forma specifica di allenamento, proposta da un allenatore
  • si manifesta quando un individuo si trova al di fuori della sua zona di comfort e l’allievo è impegnato in attività che sono superiori al suo livello di abilità  richiedono un impegno quasi massimale
  • è definita in relazione a obiettivi specifici e ben definiti, organizzati in programmi di lavoro
  • è un’attività volontaria che richiede la completa attenzione della persona e azioni consapevoli
  • comprende feedback e modificazioni nell’impegno in risposta a questi feedback
  • produce e dipende dalle rappresentazioni mentali di quanto deve essere svolto
  • comporta la modificazione di quanto sinora appreso e pone l’accento su cosa s’intende migliorare

 

Si può diventare professionisti nel golf iniziando a 30 anni?

A che punto è la sfida di Dan McLaughlin? Non avendo mai giocato a golf, nell’aprile del 2010 Laughlin ha abbandonato il suo lavoro di fotografo per perseguire l’obiettivo di diventare professionista del golf, per mezzo di 10.000 ore di pratica. Durante i primi 18 mesi il miglioramento è stato lento e Mclaughling ha allenato singolarmente i colpi. In seguito, ha iniziato a giocare e la qualità del suo gioco è rapidamente migliorata. In 28 mesi ha così superato il 91% dei golfisti americani (26 milioni) che posseggono un handicap. Non c’è da stupirsi se ora il suo miglioramento è rallentato dato che deve confrontarsi in competizioni con un livello di handicap proprio solo del 10% di golfisti amatori (5,8). Dopo tre anni di allenamento McLaughlin è a metà del suo viaggio, ha giocato infatti 5.500 ore e ne ha altrettante da giocare per soddisfare la regola delle 10.000 ore, formulata dallo psicologo Anders Ericcson per raggiungere l’eccellenza. Il suo obiettivo è diventare un golfista. Questa scelta è molto interessante e per ora unica nel mondo dello sport; poichè è la prima volta che un individuo singolo, con nessuna precedente esperienza sportiva come atleta, non giovane ma adulto, cerca di dimostrare che l’eccellenza può essere raggiunta solo attraverso un impegno persistente nel tempo.