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First International Conference in Sport Psychology and Embodied Cognition
UAE University–Abu Dhabi Sports Council
24th-­‐27th February 2014,
Emirate of Abu Dhabi, UAE

This academic conference aims at exploring important points of connection between the empirical studies of sport psychology and the embodied approach to the cognitive sciences. It will offer a unique occasion of interdisciplinary collaboration, and foster opportunities of reciprocal learning between theoretical and applied sport scientists, exercise and performance psychologists, cognitive neuroscientists, psycholinguists, philosophers of mind, phenomenologists, and practitioners who work in the sport environment, including coaches, trainers, and athletes of various disciplines.

Embodied cognition theory offers the most suitable paradigm to pursue this integration and cross-disciplinary collaboration: successful sport psychologists recognize that the results and the models of embodied cognitive science can allow them develop more effective training methods; reciprocally, attentive cognitive scientists can’t overlook sport and exercise psychology, as this field is one of the richest terrains for empirical exploration, experimental discovery, and epistemological validation of models and theories. Cooperation between these two fields promises immediate and tangible benefits, as it allows proving the correctness of the theoretical models by testing how effectively they can improve the athletes’ performances; at the same time, it raises the value of sport science for cognitive science, proving how the empirical study of athletic performance can inspire and validate new explanatory models of sensorimotor capabilities, control, attention, memory, and language-action interfaces. Sports can provide invaluable insights for the sciences of mind, telling how skills are actually enacted and controlled, through the body, defining dynamic boundaries between mind and world.

I will be there with a keynote entitled “Improving concentration in football teams.”

Il riscaldamento mentale

Molti atleti non hanno idea di cosa sia il warm-up mentale e pensano che basti riscaldare solo il corpo per essere pronti all’allenamento e alla gara. Il riscaldamento mentale guida la mente verso le attività principali che l’atleta dovrà svolgere durante la seduta di allenamento. Serve ad attivare la relazione fra fisico, mente (processi cognitivi ed emotivi) e motivazione. Quando si attiva solo il fisico il rischio è che non ci si senta motivati a svolgere quell’allenamento oppure che s’inizi senza avere raggiunto il livello di concentrazione necessario per lavorare con efficacia. Inoltre, permette di allenare il senso di responsabilità dell’atleta a mettersi in ogni sessione di allenamento nella condizione psicofisica migliore ed è un modo per dimostrare a se stessi che si vuole essere totalmente coinvolti in quello che si farà in quella giornata. Una domanda che dovrebbero farsi è: “Come faccio a sapere che sono pronto? E se non mi sento pronto come faccio per cambiare immediatamente questo atteggiamento che mi ostacola?”

Roma e Napoli non devono farsi prendere dall’euforia

Roma e Napoli hanno un nemico interno che devono battere, si tratta dell’euforia che potrebbe conquistarle per essere dopo molto tempo da sole in testa alla classifica e per avere vinto le prime quattro partite, l’ultima delle quali è stata particolarmente densa di significati. Per la Roma è stato il derby con la Lazio, che è forse il match più importante da giocare e spesso in questa città ha il valore di una stagione intera. Il Napoli non vinceva dai tempi di Maradona con il Milan al Meazza, la Scala del calcio. Pertanto queste due vittorie hanno certamente aumentato la fiducia di queste squadre nelle loro capacità. A questo punto si può cadere nel tranello dell’euforia, tutto sembra essere positivo e si comincia a giocare con minore concentrazione, soprattutto le partite sulla carta più facili. Se ciò accadesse sarebbe un errore grave, che i due allenatori devono evitare. Le partite con le squadre che non aspirano al vertice della classifica devono essere affrontate al massimo dell’impegno, perchè se non si vincono sono punti persi che non si possono recuperare. Saranno poi gli scontri diretti con le migliori che determineranno chi vincerà lo scudetto, ma se si sono persi punti in precedenza, eventuali successi negli scontri diretti non permetteranno di distanziare le concorrenti. Pertanto le partite mentalmente più difficili sono proprio quelle in cui il risultato appare più scontato. A questo proposito è necessario che le squadre ricordino che il goal è un evento raro e che talvolta basta un tiro in porta per segnarne uno, mentre altre volte non ne bastano 10 di tiri.

E’ possibile giocare bene e commettere errori banali

Un lettore mi ha scritto chiedendo un commento:

“su una giocatrice di tennis come Francesca Schiavone che ha molto potenziale e che recentemente in molte partite quando guadagna poi dei punti si mette a fare degli errori da principiante come i doppi errori ed errori diretti ? Come è questo possibile?”

Premesso che non seguo le partite di Francesca Schiavone e quindi non ho un’idea precisa di quanti siano in percentuale questo tipo di errori e di quanto incidano sul risultato, si può fare comunque un ragionamento su questi tipi di errori.

Problemi fisici – Il tennis richiede una forma fisica ottimale altrimenti è difficile mantenere la qualità del gioco. E’ possibile giocare, quindi, bene alcuni game e poi commettere errori anche banali perchè il corpo si “prende una pausa” di recupero.

Problemi di concentrazione – La concentrazione è un altro aspetto la cui presenza deve essere costante durante ogni game ed è influenzata dalla forma fisica. Inoltre,  è influenzata dai pensieri e dagli stati d’animo che sviluppa l’atleta dopo un errore e che di conseguenza interferiscono con l’abilità a rifocalizzarsi sullo scambio successivo.

Problemi di tenacia – Una lunga carriera sportiva logora la tenacia anche dei campioni. Non è facile mantenere un’elevata volontà di riuscire, e di conseguenza cali di motivazione possono manifestarsi e ridurre la tenacia.

 

L’obiettivo dell’allenamento psicologico in agosto

Per la maggior parte degli sport, agosto è un mese di inizio della preparazione per la nuova stagione agonistica o è un periodo di vacanza perchè è appena terminata. Per tutti questi atleti dovrebbe rappresentare  un periodo di recupero dalle fatiche passate  o di ritorno  a un livello di forma accettabile. Dal punto di vista dell’allenamento mentale gli atleti dovrebbero orientarsi a svolgere attività che gli consentano di migliorare nella gestione degli stress agonistici. In tal senso è utile la pratica quotidiana di esercizi di rilassamento (per tutti) e di concentrazione (solo per chi ha già ripreso gli allenamenti) così da essere pronti per una nuova e impegnativa stagione.

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CEI Consulting aiuta gli atleti a: 

  • Identificare i punti di forza e di debolezza della loro concentrazione attraverso un sistema innovativo per la valutazione della prestazione sportiva.
  • Identificare le proprie abilità comparandole con quelle dei migliori atleti al mondo.
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CEI Consulting utilizza The Athlete’s Mental Edge, un esclusivo sistema per lo sviluppo dello della prestazione già usato da campioni olimpici e squadre professionistiche. E’ il risultato di 30 anni di ricerche svolte in USA, Canada, Europa e Australia nello sport di livello assoluto. 

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 1.     Stabilire i tuoi obiettivi

  • Come stabilire gli obiettivi
  • Come s’impegna l’atleta tenace
  • L’atteggiamento mentale corretto durante l’allenamento
  • L’attenzione: sulla prestazione e non sul risultato
  • I principali errori degli atleti

 2.     Gestire lo stress agonistico

  • Strategie per ottenere un livello di attivazione pre-gara ottimale
  •  A cosa serve rilassarsi
  • Come imparare a rilassarsi e come raggiungere l’attivazione necessaria
  • Come gestire la tensione psicologica e la fatica durante le gare

 3.     Migliorare la concentrazione

  • A cosa prestare attenzione nel tuo sport e in gara
  • I tuoi Punti di forza e di debolezza nella concentrazione
  • Il recupero della concentrazione dopo un errore e nelle fasi decisive della gara
  • Esercizi per migliorare l’attenzione in allenamento e in gara

 4.     Incrementare la tenacia

  • Sei pronto a gareggiare al tuo meglio?
  • Un piano per contrastare la fatica e restare fiduciosi
  • Di cosa sei preoccupato?
  • Come trasformare la paura in un vantaggio competitivo

 5.     Pianificare la competizione

  • Come restare nella tua zona di attivazione pre-gara ottimale
  • Un’ora prima della gara: che cosa e come fare: al via sei pronto?
  • I tuoi pensieri e stati d’animo prima della e durante la gara
  • Cosa fare durante la giornata di gara
Per informazioni scrivi a: info@cei consulting.it

La forza dell”atteggiamento (2)

Avere il “giusto” atteggiamento comporta l’essere totalmente concentrati solo su quanto si deve fare per fornire la migliore prestazione di cui si è capaci. Poco prima dell’inizio di una gara e durante il suo svolgimento l’atleta deve essere focalizzato sul fare al meglio il suo lavoro. L’allenamento e le prestazioni passate gli devono deve avere insegnato a padroneggiare le distrazioni, in modo tale da reagire ad esse in modo quasi inconsapevole. In quei momenti ogni tipo di pensiero deve classificato immediatemente come utile a fare bene o inutile. I primi sono mantenuti e consentono di restare focalizzati sulla prestazione, mentre i secondi vanno eliminati. In tal modo l’atleta è in controllo della sua prestazione, vive solo nel presente e sa rispondere con prontezza a ciò che avviene in gara.

Sapere recuperare la concentrazione

Molti atleti sanno restare concentrati anche per un periodo lungo, ma appena commettono un errore hanno difficoltà a ri-concentrarsi su quanto devono fare. Questo accade in tutti gli sport. Auguro a chi sta per iniziare una nuova stagione agonistica di condurre allenamenti che abbiano l’obiettivo di migliorare questa abilità a rifocalizzarsi dopo un errore.

Germania vs Grecia

La Germania ha stravinto contro la Grecia ma la partita non è stata per loro una passeggiata di salute fino al goal del 2-1. Infatti la facilità a tirare in porta sin dall’inizio della partita, li aveva portati a rilassarsi mentalmente un po’ troppo, pensando che la rete sarebbe venuta da un momento all’altro. Invece è successo che dopo il vantaggio iniziale hanno continuato a sbagliare sotto porta e si è verificata una delle regole del calcio, secondo cui chi sbaglia ripetutamente viene con probabilità punito. Così è stato e la Grecia ne ha approfittato andando momentaneamente in parità. Lo spavento ha fatto nuovamente riconcentrare i tedeschi che da quel momento in poi non hanno più concesso questo tipo di margine agli avversari e puntualmente sono venuti gli altri tre goal. Poteva finire diversamente solo nel caso si fosse verificato quanto segue: http://www.youtube.com/watch?v=pavNpozrgM8&feature=share