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Perché un campione ha bisogno di un allenatore

In un’intervista Novak Djokovic ha parlato della sua collaborazione con il suo allenatore Goran Ivanisevic. Il giocatore serbo ha detto: “L’ho assunto perché abbiamo fondamentalmente la stessa cultura. La nostra mentalità è molto simile, lui mi capisce molto bene.

Sono molto rispettoso nei suoi confronti perché era il più grande giocatore del passato nella nostra regione e volevo essere come lui. Siamo amici. E’ un uomo sorprendente, onesto e aperto e un grande giocatore. Sa come ci si sente a competere ai massimi livelli.

Ci sono molte cose da migliorare. Ci sono giorni in cui non ci si sente così bene. Ecco perché l’allenatore è molto importante. Lui capisce come sto andando mentalmente e fisicamente. Finora il rapporto è stato grande e speriamo continui”.Risultati immagini per djokovic ivanisevic

Bisogna gareggiare spesso

Nello sport quando si raggiunge un livello di competenza tecnica da iniziare a essere competitivi è necessario passare alla fase successiva che richiede di fare un certo numero di gare all’anno. Anche negli sport di tiro che sono quelli a cui partecipo ai Commonwealth Games è necessario prima di gareggiare a un evento così importante avere fatto almeno 6/7 gare la maggior parte delle quali deve essere di livello internazionale. Nel caso di atleti che ne ha fatto poche è molto difficile riuscire ad affermarsi in questo tipo di competizione, perché solo di rado hanno messo alla prova la loro capacità di affrontare con successo lo stress agonistico. Solo attraverso le gare si allena questa capacità personale di fare il proprio meglio nei momenti che contano. Altrimenti con facilità si soccombe allo stress e si fornisce una prestazione veramente negativa. Questa riflessione mette in luce non solo la rilevanza di un’adeguata preparazione psicologica da svolgere durante le gare ma anche la necessità di una pianificazione annuale degli impegni che l’atleta deve affrontare.

Bisogna allenare la mente a gareggiare

Nonostante molti allenatori riconoscano il ruolo decisivo svolto dalla mente nel favorire/ostacolare le prestazioni sportive, ve ne sono ancora altrettanti che pensano che  le difficoltà mentali si superino allenandosi di più o partecipando a più gare. In genere chi la pensa in questo modo è convinto che a un certo punto l’atleta si sbloccherà e comincerà per lui/lei una nuova fase vincente della carriera. In sintesi, bisogna gareggiare, fare esperienza e poi vinto il primo torneo le cose si sistemeranno. Incontro molti atleti/e che mi raccontano storie di questo tipo ma con un risultato diverso e negativo, hanno ancora gli stessi problemi e queste difficoltà incidono sempre di più nel demolire la fiducia in se stessi. Dicono che si allenano bene e poi vanno in gara e ripetono sempre gli stessi errori. Devo allora spiegare ciò che ho ripetuto centinaia di volte e cioè che possedere la tecnica (quale che sia lo sport) non vuole dire sapere gareggiare, che è una cosa completamente diversa. Quando questi atleti/e diventano consapevoli di questa differenza, in genere si tranquillizzano e a questo punto si può spiegare loro che seguire un programma di mental coaching è proprio utile per imparare a guidare la propria mente in gara.