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Rischio sovrappeso e obesità in bambini con autismo

Chanaka N. Kahathuduwa et al. (2019). The risk of overweight and obesity in children with autism spectrum disorders: A systematic review and meta-analysis. Obesity Reviews, 20, 667–1679.

This meta‐analysis provides evidence‐based support to suggest that children with autism spectrum disorders (ASD) seem to have a greater risk of developing overweight or obesity, particularly when living in the United States. Our results also highlighted non‐Caucasian race, increasing age, female sex, and living in the United States as potential factors associated with an increased risk of developing overweight and obesity in children with ASD.

The mechanisms through which ASD may increase the risk of excessive weight gain and the contributions of the moderators of this association need to be established in pancontinental studies.

Based on our findings, awareness must be raised among practitioners, especially in the United States, about the increased risk of obesity in children with ASD. Clinicians need to be vigilant about these issues, identify potential contributors to the association between ASD and obesity, and develop early interventions to reduce weight gain in this pediatric population.

Contrastare l’obesità infantile

Protecting children’s rights: why governments must be bold to tackle childhood obesity

Oliver T Mytton, Claire Fenton-Glynn, Emma Pawson Russell, M Viner Sally C Davies

“La rassegna indipendente del Chief Medical Officer del Regno Unito sull’obesità infantile, ‘Time to Solve Childhood Obesity’, è stata pubblicata il 10 ottobre 2019.

In Inghilterra la prevalenza dell’obesità infantile è troppo alta; circa il 20% dei bambini di 10-11 anni sono obesi (≥95° centile nei grafici di crescita di UK90).

C’è un ampio sostegno pubblico all’azione con tre “capitoli” di un piano ambizioso delineato dal governo britannico.

Ora dobbiamo concentrarci sull’implementazione di soluzioni e la revisione indipendente richiede un’azione coraggiosa per migliorare la salute dei bambini.

Oggi, l’alta prevalenza dell’obesità nei bambini è il canarino nella miniera di carbone, un allarme precoce che le cose sono sbagliate nell’ambiente. Troppi pochi bambini hanno accesso ad alimenti sani e a prezzi accessibili e troppo pochi sono sufficientemente attivi per essere in salute. Inoltre, molti fattori ambientali contribuiscono alla salute dei bambini:

  • negozi e molti luoghi pubblici inondati da opzioni alimentari poco salutari;
  • pubblicità e sponsorizzazioni che pongono gli alimenti meno salutari al centro dell’attenzione dei giovani;
  • strade urbane dominate dal traffico, con poche opportunità di andare a scuola a piedi, in bicicletta o semplicemente per giocare ed esplorare.

Questi problemi riguardano tutti i nostri bambini. Tuttavia, non tutti i bambini ne sono colpiti allo stesso modo. I bambini che crescono in quartieri svantaggiati sono colpiti in modo sproporzionato“.

Mangiare meglio, meno, tutti

Risultati immagini per eat better eat less food for all

Francia. E poi Giappone e Canada. Sono i tre Paesi dove il cibo è il più “buono” del mondo. Non per il semplice gusto, ma perché sono risultati – tra i 25 Paesi analizzati, rappresentanti oltre i 2/3 della popolazione mondiale e l’87% del PIL globale – i più virtuosi nel produrre, distribuire e consumare il cibo. Sono i Paesi cioè dove l’agricoltura è più sostenibile, si spreca meno il cibo (e si adottano politiche innovative per combattere lo spreco) e si mangia in modo più equilibrato, senza eccessi e carenze, attenti alla propria salute e a quella del pianeta. La Francia guadagna il primo posto soprattutto per le sue innovative politiche contro lo spreco e per l’approccio equilibrato all’alimentazione. Giappone e Canada si collocano al secondo e terzo posto, grazie alle loro politiche in tema di agricoltura sostenibile e nella diffusione di regimi alimentari corretti ed equilibrati. In fondo alla classifica, India, Arabia Saudita ed Egitto, che si trovano ad affrontare la doppia sfida dell’obesità e della malnutrizione.

Il nostro Paese si piazza a un onorevole sesto posto. È tra i primi 10 Paesi per agricoltura sostenibile – con ottime performance per la diversificazione nel settore agricolo e la gestione dei consumi idrici – ed è il Paese europeo che segna la migliore performance per emissioni di gas serra in agricoltura. Inoltre, l’Italia è indicata tra i Paesi che stanno facendo di più per contrastare lo spreco di cibo, come dimostra anche la legge promulgata lo scorso agosto (insieme alla Francia, l’Italia è uno dei pochi Paesi ad avere una legge che affronta questo problema).

Meno positiva la performance sugli aspetti nutrizionali. In estrema sintesi mangiamo troppo: siamo il terzo Paese per ipernutrizione e al secondo posto per sovrappeso e obesità nella fascia di età tra i 2 e i 18 anni. Ci salva, però, la consapevolezza – ampiamente diffusa nella popolazione – di quanto sia importante seguire una dieta equilibrata e salutare, come la “nostra” dieta Mediterranea. Eppure, proprio quando il resto del mondo celebra questa dieta come la migliore del pianeta, i dati mostrano che i nostri connazionali la stanno abbandonando, soprattutto le generazioni più giovani.

A cura di Filomena Fotia da http://www.meteoweb.eu/2016/12/food-sustainability-index/800895/