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10 cose che oggi sono vietate ai giovani

10 cose che non possono più i ragazzi di oggi che giocano a calcio (e non solo):

  1. giocare nel cortile di casa
  2. fare sport se non li accompagna qualcuno
  3. trovarsi ai giardini a giocare con gli amici
  4. non avere sempre i genitori che li guardano mentre fanno sport
  5. fare sport quando vogliono
  6. giocare senza preoccuparsi di quello che diranno gli adulti (allenatore e genitori)
  7. giocare, perchè ora si allenano
  8. giocare ore e ore e smettere quando lo decidono o diventa sera
  9. scegliere i compagni di squadra e essere scelti
  10. alternarsi a chi gioca in porta
Certamente il calcio non è l’unico sport e tutto quello che è stato descritto si può applicare a molte altre situazioni di gioco, che quando eravamo ragazzi potevamo fare. Oggi tutto questo è impossibile e crea la dipendenza dei giovani, bambini e adolescenti, dagli adulti e dalle organizzazioni che hanno messo in piedi per imprigionare il gioco.

 

 

 

Gli adolescenti sono un nuovo problema di questi anni?

Gli adolescenti sono un nuovo problema di questi anni? No è un modo di dire tipico di ogni generazione di adulti.

Ecco un esempio di un seminario svoltosi nel 1965, 56 anni fa, durante il 1° Congresso Mondiale di Psicologia dello Sport.

Sport and psycho-social integration
in Proceedings, Roma, 1965

Topic: Progressive maladaptation of young at the development of our society. In a period typically social, the anti-social character of young is growing up.

Main themes: Adolescents are under pressure by the tension between speed of knowledge, pleasure to consume and fast exploitation of the things and the delay to have a stable professional and economical position in the society

Sport roles

  • Break the psycho-social boarders
  • Allow the personal realization
  • Permit to play a relevant social function
  • Determine the dialogue with the other generations
  • Allow a collective affirmation at regards of the authoritarian society, as positive actors of the society

La nostra responsabilità di adulti verso i giovani atleti

In questo inizio di nuovo secolo, si è affermato il concetto che lo sport può diventare uno sbocco professionale valido e perseguibile per i giovani. Anni fa intraprendere la carriera di atleta era una opzione poco considerata dalle famiglie, continuavano a frequentare le scuole in cui erano iscritti sino al termine del ciclo di studi. Perlomeno questa era la situazione italiana caratterizzata da un totale scollamento fra l’istituzione scolastica e il mondo sportivo, quest’ultimo generalmente avversato dai professori. Le famiglie, d’altra parte, raramente si ponevano la domanda relativa al futuro sportivo dei loro figli prima del raggiungimento della loro età adulta. Oggi la situazione è di molto cambiata. Le organizzazioni sportive premono perchè gli atleti promettenti si allenino molte ore a settimana, le famiglie pensano che la carriera sportiva sia un’occasione come le altre, talvolta anche la migliore e la più semplice da perseguire e i giovani si trovano tra queste due richieste e nel contempo anche loro si sintonizzano su questa opportunità. Inoltre, l’insegnamento nelle scuola italiana è piuttosto arretrato e poco diverso da come veniva svolto 100 anni fa e, quindi, gli adolescenti in generale non trovano un ambiente orientato al loro sviluppo come persona e all’acquisizione delle competenze caratteristiche del loro piano di studi.

Certamente lo sport appare come più divertente, appassionante e vario, anche se poi la pratica quotidiana non corrisponde a questo stereotipo, ma a mio avviso l’ambiente sportivo in cui s’inseriscono i giovani talenti è di solito stimolante, e guidato da tecnici più interessati allo sviluppo della persona e dell’atleta. Stiamo parlando di giovani che si allenano almeno 30 ore settimanali per 10 mesi. Quantità di tempo, comunque non diversa, da quella degli studenti che vogliono ottenere risultati altrettanto positivi a scuola.

La questione che nessuno si pone non è sulle nozioni da imparare, ma sul comprendere quanto l’abbandono della scuola o l’attività scolastica svolta in scuole private dove lo studio del programma è totalmente condizionato dall’attività sportiva rappresenti un limite allo sviluppo di questi giovani atleti. Ad oggi famiglie e organizzazioni sportive perseguono la loro strada e non esistono linee guida elaborate dal ministero dell’istruzione e da chi governa lo sport. In questa scelta le famiglie sono lasciate senza una guida e le federazioni scelgono le strade percorribili in funzione delle esigenze del loro sport. Una discussione sarebbe utile magari a partire da una migliore conoscenza dei modelli degli altri paesi.

 

Camminare poco, poco benessere

A mio avviso la semplice azione del camminare dovrebbe diventare una delle sfide principali del nostro futuro prossimo. La sedentarietà è diventata certamente l’attività più diffusa nel nostro mondo dominato dalle macchine e dalla tecnologia. Conosciamo altrettanto bene i danni provocati dallo stile di vita sedentario. Muoversi è diventato così importante, nonché poco praticato, tanto che gli smartwatch ogni ora te lo ricordano in modo imperativo.

Quanto ci muoviamo ce lo dice una ricerca che ha rilevato che negli Stati Uniti, gli americani coprono giornalmente un distanza di circa 4km pari a 5.117 passi. In Australia i passi salgono a 9.695, in Svizzera a 9650 e in Giappone a 7.168.

Negli USA fra gli over 50 i passi scendono sotto la soglia giornaliera di 5.000 e continuano a decrescere con il trascorrere del tempo.

E’ interessante notare che il numero di passi corrisponde solo a circa 1/3 di quelli effettuati da uomini e donne che vivono in una vecchia fattoria Amish in Ontario, Canada. Assumendo che questo stile di vita corrisponda a quello condotto dai nord-americani a metà dell’800, si può affermare che vi sia stata una evidente riduzione della camminata negli ultimi 150 anni.

Personalmente ho una media annua di 11.988 passi al giorno, pari a 9,420km.

 

“Too Small to Fail” molto utile per genitori e adulti

Segui Too Small to Fail molto utile per genitori e adulti

Focusing. Creating. Cooperating. Communicating. These are all important skills children learn when we play with them! Through play, children learn how to problem solve, work together, explore physical movements, overcome challenges, and much more. Play helps children develop critical social-emotional and language skills that will help prepare them for success in school and in life.

As children’s first and best playmates, parents and caregivers play a powerful role in nurturing these skills from birth. Here are a few tips on how you can encourage learning through play:

  • Make the most of your time playing with your child. From they day they are born, children learn through the everyday moments they share with their parents and caregivers. Check out these helpful tips from ZERO TO THREE.

Keep a box of everyday objects like plastic bottles, empty containers or old clothes for dress up. These are great items to help children spark their imagination. Through creative play, children explore the world in their own way, which is important for learning and development. Check out Raising Children Network for fun creative play activities.

 

Molti adulti non svolgono il loro ruolo di educatori

In questo mese ho lavorato con le ragazze e i ragazzi che hanno partecipato il Corso di formazione per diventare futuri dirigenti dello sport, finanziato dalla Regione Lazio.

E’ stata un’esperienza per me significativa perchè mi ha confermato che i giovani vogliono impegnarsi e s’impegnano ma che hanno difficoltà a realizzare ciò che vogliono anche perchè sono lasciati soli senza una guida. Gli adulti, siano essi i genitori o gli insegnanti dell’Università, gli dicono “Fai” ma non gli spiegano come potere fare bene in modo efficace e efficiente. Ci si potrebbe chiedere come mai non l’hanno ancora imparato, ma la risposta non cambia. Anche tornando indietro agli anni dell’adolescenza si trovano genitori e insegnanti che non aiutano a sufficienza a capire come fare per migliorare e qual è il processo che permette di andare avanti senza sprecare tempo. Oltre le difficoltà economiche che certamente viviamo in questi anni, a questi giovani adulti ne sono state aggiunte altre che dipendono esclusivamente dal contesto sociale e famigliare in cui sono cresciuti. I genitori gli hanno dato apparentemente tutto: una casa e i soldi per le loro spese. Ma questo non basta, sono aiuti necessari ma non servono a imparare come bisogna studiare o perchè va bene sbagliare ma poi bisogna subito riprendere il proprio percorso o ancora perchè la tecnologia (cellulare, facebook, playstation) va bene ma non deve sottrarre tempo e energie al lavoro. Non si può aspettare che imparino tutto questo da soli, perchè poi passano gli anni senza sapere che si sta perdendo il proprio tempo. Secondo me in molti casi non vi è questa educazione mentale per mancanza di assunzione di responsabilità degli adulti, che si accontentano di soddisfare solo i bisogni di base della vita sociale ma rinunciano al ruolo di educatori.

Il codice etico che genitori e allenatori devono seguire

Inizia un nuovo sportivo anche per tutti i bambini iscritti alle scuole di calcio (sono 7000), tennis, pallavolo, nuoto e così via. Mi auguro che sia un anno felice di gioco e di apprendimento per tutti, in cui imparino che lo sport è lealtà, impegno, divertimento, collaborazione  e rispetto. I bambini acquisiscono subito questi concetti e i comportamenti che ne conseguono. Devono però avere intorno a loro allenatori e genitori che agiscono per soddisfare queste esigenze. Alcuni suggerimenti per questi adulti:

  1. Incoraggerò la sportività sostenendo tutti i ragazzi e ragazze, nonchè gli allenatori, i genitori e i giudici di gara.
  2. Il mio primo obiettivo è il benessere fisico e emotivo dei ragazzi e ragazze.
  3. L’allenamento deve soddisfare i giovani e non gli adulti.
  4. Insegnerò ai ragazzi e ragazze a rispettare gli avversari e i giudici di gara.
  5. Indipendentemente dal livello di abilità tutti/e dovranno divertirsi.
  6. Contrasterò con decisione ogni comportamento offensivo da parte di altri adulti.

 

 

Scandalo nel calcio: “solo 1 su 30.000 diventa truffatore”

Potrebbe essere questo in un domani non lontano lo scandalo del calcio. Tutti quei bambini s’impegnano ma solo 1 su 30.000 sarà baciato dalla fortuna e diventerà un truffatore. Infatti, anche se le scuole calcio si stanno impegnando a insegnare già a 5 anni di età a cadere simulando un fallo, a aggredire l’arbitro con parolacce, a prendere di mira le caviglie degli avversari e nonostante lo zelo educativo dei genitori che rimproverano i figli che non seguono queste direttive, nonostante tutto ciò e poi … i soldi, i soldi facili guadagnati già da adolescenti e l’impegno di tutti, amici e parenti, a premere perchè non studino e lascino la scuola, nonostante tutto questo moltissimi giovani si ribellano a queste giuste idee degli adulti. Per fortuna nonostante ciò qualcuno ce la fa a diventare un truffatore e a associarsi con altri malavitosi e a rovinare il calcio.

Ancora su attività fisica per adulti

Voglio ritornare su questa tema per riportare quanto l’Organizzazione mondiale della sanità suggerisce che sia utile per tutti gli adulti, compresi ovviamente anche coloro che hanno superato i 65 anni. Queste indicazioni sono interessanti poichè mettono in evidenza come l’attività fisica debba fare parte della vita quotidiana delle persone,  altrimenti non sarà possibile fare fronte al numero di ore che è necessario portare a termine settimanalmente.
L’attività fisica per gli aduti comprende, ad esempio, attività quali sono il camminare, il ballo, il giardinaggio, il trekking, il nuoto e altre ancora. Per ottenere un effetto cardiocircolatorio positivo, mantenere una buona forma muscolare e la salute delle ossa, nonchè ridurre i rischi di depressione è necessario svolgere almeno 150 minuti di attività aerobica a intensità media durante ogni settimana. Inoltre, ulteriori benefici si otterranno aggiungendo altri 150 muniti nelle stesse condizioni o attraverso 75 minuti di attività a livello intenso.