“If Argentina beat Brazil, in the final, I’ll kill myself said the mayor of Rio de Janeiro, Eduardo Paes, a few days before the start of the FIFA Confederations Cup, the first citizen of Brazilian city is aware of the fact that the Brazilian coach Sabella is among the favorites for the title and that the eventual victory of Argentina in Brazil would be a sport tragedy for the Brazilians, as was that suffered at the 1950 World Cup in home which were defeated Uruguay.
At this regard, in order to avoid this dramatization I suggest you to read what Eduardo Galeano wrote in a chapter of the book “El futbol a sol y sombra” (1995) entitled “The sin of losing”:
“Nel calcio, come in tutte le altre cose, è proibito perdere. In questa fine di secolo, la sconfitta è l’unico peccato che non ha redenzione. Durante il Mondiale del 1994, un pugno di fanatici diede fuoco alla casa di Joseph Bell, il portiere sconfitto del Camerun, e il giocatore colombiano Andrés Escobar cadde crivellato da colpi a Medellìn. Escobar aveva avuto la sfortuna di segnare un autogol, aveva commesso un imperdonabile atto di tradimento alla patria.
Colpa del calcio o colpa della cultura del successo a tutti i costi e di tutto il sistema di potere che il calcio professionistico riflette e integra?”
Think Mr. Eduardo Paes and accept the idea that Brazil can also lose, discovering perhaps as it soothes the pain and brings people together the will to share it on.
