In Inghilterra nella Premier League il numero dei calciatori over-30 è aumentato di molto rispetto a pochi anni fa. Non giocheranno ogni partita e certamente non per 90 minuti, ma i club della Premier League stanno riconoscendo il valore dell’esperienza sull’esuberanza giovanile. Dal punto di vista della coesione di squadra questa scelta sembra confermare l’esigenza di avere gruppi basati non solo sul talento e sulla maggiore disponibilità atletica dei giovani ma anche su calciatori esperti e non più giovani in grado di mantenere sul campo la squadra unita nei momenti di maggiore pressione e di assumere un ruolo positivo anche nello spogliatoio. Una sorta di mentori per i più giovani. Ricordo una risposta di Liedholm quando un giornalista gli chiese quale fosse stato il ruolo di Superchi, secondo portiere della Roma, che non aveva giocato in quel campionato. Disse: “Sa raccontare bene le barzellette.” Nell’umorismo filosofico di Liedholm credo che questa spiegazione nascesse dalla stessa convinzione che, a distanza di anni, ha spinto le squadre inglesi in questa direzione.
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