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You’re a believable coach if …

Coaches, in the relationship with athletes, base their credibility on psychological dimensions where interpersonal communication plays a vital role and concern:

Stable aspects of the character – it refers to dimensions such as honesty and to show direct and clear communication with athletes without manipulating them. They are people proud to be part of that team.

Competence – They are individual professionally competent, geared to continuous improvement and innovators. They accept their limits and mistakes. They know that admit them is an index of strength and not weakness.

Commitment – these coaches  are heavily engaged in carrying out their activities. They possess and convey a positive vision of their team, and are intensely committed to achieving their goals. Sport and training inspire them and in these areas put their enthusiasm. They have a lot of energy; they are convinced and tenacious.

Caring – They are genuinely interested in their athletes, as individuals and as a group. To learn about them spending time with them and showing interest in the present as well as the future.

Consistency – They are individuals who act mostly consistent realizing their training philosophy, while adapting their behavior to the demands of the environment and unexpected situations. To this end they control their emotions so as to convey confidence to athletes. Are consistent in enforcing the rules and behavioral standards to which the team must adapt. Therefore, acting in an organized manner and highly responsible work.

Confident builder – They stimulate the confidence of their athletes. Try to speak at their best but they are also patients in helping them to develop and improve.

Being good communicators – The believable coaches are good communicators. Open, honest and straightforward when speaking to the individuals and the team. Continuously remind the athletes what they must do to be winners. These coaches require maximum involvement and take into account the information received from the athletes. They really listen and it is precisely for this reason they are aware of problems and conflicts, actively seeking to solve before they can further worsen.

(by Alberto Cei, revised from Janssen and Dale, 2002)

Three sentences to think

John Wooden’s three sentences for parents, athletes and coaches to compare with their thoughts:

“The best thing a father can do for his children is to love their mother.”

“Ability may get you to the top, but it takes character to keep you there.”

“A coach is someone who can give correction without causing resentment.”

Coach the mind with John Wooden

Some of the John Wooden‘s best sentences to remember when we lose our confidence.

“Ability may get you to the top, but it takes character to keep you there.”

“Don’t let yesterday take up too much of today.”

“A coach is someone who can give correction without causing resentment.”

“It’s the little details that are vital. Little things make big things happen.”

“The importance of repetition until automaticity cannot be overstated. Repetition is the key to learning.”

Campionato di calcio e carattere delle squadre

1. Il Palermo continua a perdere in trasferta ma peggio ancora non ha ancora fatto un goal.
2. La Juve continua con cattiveria a vincere.
3. La Roma comincia a mettere in pratica gli insegnamenti del nuovo allenatore a dimostrazione che ci vuole tempo per cambiare mentalità di gioco e non basta affatto essere dei professionisti, serve capire, agire e memorizzare.
4. Praticando il concetto “primo non prenderle” l’Inter procede e per il gioco c’è tempo. Cambiamento di mentalità anche per questa squadra, anche se diverso rispetto alla Roma, che sta avendo l’umiltà di togliersi dalla testa il recente felice passato e buttarsi nell’agone come una qualsiasi.
5. Il Parma ha giocato come una squadra inglese, con la convinzione di riuscire a cambiare il risultato negativo e questa volta c’è riuscito. E’ importante mostrare questo atteggiamento mentale perché la maggior parte dei goal decisivi vengono messi a segno negli ultimi 15 minuti (+ recupero) delle partite.
6. I giocatori del Napoli mostrano crepe evidenti nella gestione dello stress da squadra che “deve vincere”, già in Champions sono stati salvati da uno scossa provocata volutamente da loro allenatore. Non basta essere bravi, bisogna sapere gestire le aspettative della Società, dei tifosi e di se stessi senza affogare nello stress
7. A Cavani non è sfiorita l’ispirazione e Cavani non divora le occasioni, piuttosto dovrebbero maturare mentalmente e allenarsi per avere sempre lo stesso atteggiamento in campo.

Pep Guardiola

Guardiola è il quarantenne allenatore del Barcellona che alla sua prima esperienza con una grande squadra ha subito vinto scudetto e competizioni internazionali; in Spagna di lui si dice che è un po’ come Cervantes, che non inventò di certo lo spagnolo ma nessuno l’aveva mai usato così bene. Tiki-taka è lo stile di gioco della sua squadra, fatto di passaggi corti che producono anche il 70% di possesso palla. Quando gli altri sono stanchi o ipnotizzati da questa miriade di scambi, i suoi giocatori sono pronti sferrare il colpo decisivo. Giungere a questo obiettivo non è facile come potrebbe sembrare a prima vista e per ottenere questo risultato Guardiola impegna duramente i calciatori. Ha idee molto chiare e non accetta consigli. Al presidente del Barcellona disse che non avrebbe avuto le palle per mettere un giovane come lui alla guida della squadra e calciatori come Ibrahimovic sono andati via perché non corrispondevano alla sua filosofia di gioco. Si può dire che sia un perfezionista positivo che però ama i suoi talenti creativi, uno su tutti, Messi di cui non smette mai di lodare il carattere e la tenacia.

Alex Ferguson

Il Manchester United nella finale di Champions di questo sabato con il Barcellona ha la possibilità di vincere la sua quarta coppa, la terza dell’era Ferguson. Allenatore dal 1986 della squadra con cui ha vinto 12 campionati inglesi. Molti articoli su questo manager sono apparsi in questi giorni per spiegarne la figura e il successo. Intanto va detto che ha applicato quelle che per i tifosi del Manchester sono due regole d’oro: “Diamo un’opportunità ai giovani; noi attacchiamo”. Giggs che ora ha 37 anni esordì a 17, Charlton e Cristiano Ronaldo a 18 anni, Beckam e i fratelli da Silva a 19.  Segue i calciatori giovani con grande attenzione. Nel 2009 ha detto che le tre regole della leadership sono: controllo, gestione del cambiamento e osservazione. Quest’ultima abilità consiste nel mettere a fuoco ogni cosa, nell’analizzare ciò che è importante e vedere i pericoli e le opportunità che gli altri non scorgono. Non è un conservatore, è attento a qualsiasi innovazione metodologica e scientifica che possa essergli utile ma è anche famoso per le sue tirate furiose ai giocatori, chiamate “hair-dryer treatment”, in cui strilla sulla faccia del suo interlocutore a distanza ravvicinata. E’ considerato come una persona di molto fascino in grado di parlare di qualsiasi argomento ma le sue squadre sanno anche essere prepotenti e dure quando serve. Per la maggior parte degli inglesi è il migliore manager di sport di squadra nel mondo di sempre.

Prova di carattere di Nadal

La mente è importante ma non può aiutare a vincere quando non si è in forma. La prova di Nadal nella finale degli Internazionali di tennis è stata una prova in cui Nadal si è trovato sempre a vincere il set successivo a quello messo a segno da Djokovic. A mio avviso è stato un esempio di quanto forte è il desiderio di restare attaccati all’avversario anche quando non si è in condizione di battersi al massimo delle proprie possibilità. Nadal non ha mai rinunciato e Djokovic ha dovuto giocare al meglio per vincere questo match. E’ stato un ottimo esercizio di tenacia e di espressione di quello che dovrebbe essere l’atteggiamento migliore da mettere in campo anche quando non si è in piena forma.