Cosa sarà che ci fa uscire di tasca dei no non ci sto!

La frode sportiva nel calcio di oggi è un’attività commessa da persone rispettabili, spesso di elevato livello sociale e queste azioni illegali devono essere considerate ancora più gravi di quelle compiute dai criminali comuni perché corrodono la fiducia nell’autorevolezza delle regole sportive e nelle istituzioni federali che devono vigilare che ciò non succeda. Sono crimini commessi contro lo sport, il calcio, a beneficio di un gruppo numeroso di individui e non da singoli. Succede anche nella finanza, ad esempio Merrill Linch ha accettato di pagare allo Stato di New York 100 milioni di dollari a causa di azioni illegali dei suoi dipendenti che consapevolmente fornivano agli investitori informazioni sbagliate e troppo ottimistiche relative agli investimenti bancari da effettuare. La definizione di truffa riferita al calcio è sostanzialmente analoga a quella della frode finanziaria. In questo caso gli attori non sono solo persone esterne al calcio ma anche i calciatori (ex e non), individui il cui valore è pubblicamente riconosciuto, socialmente ammirati ma che agisocno in modo ingannevole nello svolgimento della loro attività sportiva (ad esempio il portiere che mette tranquillanti nelle borracce dei compagni di squadra). Quando questa attività illegale viene scoperta crea sconcerto nell’opinione pubblica e, purtroppo, data la frequenza con la quale sempre più spesso vengono identificati nuovi casi di truffa nel calcio, si diffonde la sfiducia verso questo mondo e sulla regolarità dei successi.
La sfiducia non porta sempre al rigetto della truffa, perchè nei giovani  può determinare il desiderio di emulare non solo le gesta del loro campione ma anche il percorso basato sull’inganno che gli ha permesso di arricchirsi ulteriormente.

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