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Recensione libro: The Kaepernick Effect

The Kaepernick Effect

Taking a Knee, Changing the World
Dave Zirin

 Riveting and inspiring first-person stories of how “taking a knee” triggered an awakening in sports, f  from the celebrated sportswriter

 “The Kaepernick Effect reveals that Colin Kaepernick’s story is bigger than one athlete. With profiles  of courage that leap off the page, Zirin uncovers a whole national movement of citizen-athletes  fighting for racial justice.” —Ibram X. Kendi, National Book Award–winning author of Stamped  from the Beginning and How to Be an Antiracist

 In 2016, amid an epidemic of police shootings of African Americans, the celebrated NFL quarterback  Colin Kaepernick began a series of quiet protests on the field, refusing to stand during the U.S.  national anthem. By “taking a knee,” Kaepernick bravely joined a long tradition of American athletes  making powerful political statements. This time, however, Kaepernick’s simple act spread like  wildfire throughout American society, becoming the preeminent symbol of resistance to America’s  persistent racial inequality.

Critically acclaimed sports journalist and author of A People’s History of Sports in the United States,  Dave Zirin chronicles “the Kaepernick effect” for the first time, through interviews with a broad cross-section of professional athletes across many different sports, college stars and high-powered athletic directors, and high school athletes and coaches. In each case, he uncovers the fascinating explanations and motivations behind a mass political movement in sports, through deeply personal and inspiring accounts of risk-taking, activism, and courage both on and off the field.

A book about the politics of sport, and the impact of sports on politics, The Kaepernick Effect is for anyone seeking to understand an essential dimension of the new movement for racial justice in America

Come si diventa esperti?

Ai molti giovani psicologi che vogliono entrare a lavorare nello sport vorrei suggerire che, a prescindere dal loro percorso formativo passato e futuro, inizino a porsi le seguenti domande : “Chi sono le persone esperte?” e “Come si diventa esperti in un ambito specifico?”.

Sono domande rilevanti quando si vuole lavorare nell’ambito della psicologia della prestazione. Parlando di sport dovremmo chiederci, quando un atleta diventa esperto e lo stesso vale per l’allenatore. Lo stesso ragionamento vale per lo stesso psicologo come e quando si diventa uno psicologo dello sport esperto. Cosa si dovrebbe fare per diventarlo?

Sono riflessioni che richiedono una spiegazione complessa e chi è all’inizio di una carriera probabilmente non ha una risposta precisa e chiara da fornire. Neanch’io la voglio fornire, benché ne abbia una molto precisa nella ia mente.

Il giovane professionista deve scoprirla da solo, anche attraverso le scelte che fa. Certamente oggi c’è molto da leggere su questo concetto di esperto e non sarebbe male approfondire anche l’aspetto teorico della questione.

Quello che è certo è che bisogna comunque darsi una risposta e intraprendere un percorso per realizzare il proprio obiettivo di competenza che è alla base dell’expertise che verrai seguito raggiunta.

Riflettiamo.

La gestione degli errori: perchè è così difficile

In molte culture sono presenti modi di dire che ricordano quanto sia importante imparare a reagire alle situazioni negative e agli errori. Si dice, ad esempio: “Quando si chiude una porta, si apre un portone” mentre gli americani amano ripetere: “Non importa quante volte cadi, ma quanto in fretta ti rialzi” e i giapponesi affermano: “Cadere sette volte, rialzarsi l’ottava”. Queste affermazioni mettono in evidenza che per avere successo si deve sviluppare una piena consapevolezza di quanto sia frequente commettere degli errori e di quanto sia altrettanto rilevante reagire in modo costruttivo.

Non ci sono scorciatoie, poiché gli errori non possono essere eliminati; bisogna per forza sbagliare, come durante un percorso a ostacoli in cui si è consci in ogni momento che è possibile commettere errori, rallentare, fare una grande fatica per superare un ostacolo anche se si è ben preparati e si conosce il percorso. Allora se questa è la strada da percorrere, bisogna impedire che gli errori diventino alibi utilizzati per confermare a se stessi l’impossibilità di superare i propri limiti attuali, con l’effetto di determinare una riduzione dell’impegno, poiché  “Tanto non c’è niente da fare” oppure “Sì, ci sarebbe tanto da fare, ma non ho abbastanza talento o sono sfortunato”. Bisogna quindi costruire, attraverso l’attività quotidiana, una cultura del lavoro che consideri l’errore come parte integrante del processo di miglioramento.

D’altra parte lo sport è un contesto in cui la presenza di errori è una costante di ogni prestazione, molto spesso anche di quelle vincenti. Nel tiro al piattello, il record del mondo, colpire 125 su 125 è stato realizzato 12 volte negli ultimi 25 anni. In ogni altra occasione, i tiratori hanno sempre commesso degli errori. Negli sport di coordinamento del corpo nello spazio sono molto rare le volte in cui un atleta, maschio o femmina, ha ottenuto il massimo punteggio.

Nel basket, Michael Jordan ha detto: “Nella mia vita ho sbagliato più di novemila tiri, ho perso quasi trecento partite, ventisei volte i miei compagni mi hanno affidato il tiro decisivo e l’ho sbagliato. Ho fallito molte volte. Ed è per questo che alla fine ho vinto tutto”. Sempre nel basket, in EuroLeague solo l’8,5% dei giocatori ha realizzato il 90% dei tiri liberi, il 35% ne ha messo a segno l’80%, il 32% il 70% dei tentativi e il 24% ne ha realizzati meno del 70% (Cei 2018). Nel calcio, tutti sbagliano i rigori da Roberto Baggio nella finale di calcio dei mondiali del ’94 agli ultimi sbagliati da Messi, Modric e Ronaldo a questi Mondiali in Russia.

Nonostante questi dati, molti atleti non accettano la possibilità di commettere errori, anzi talvolta ne rimangono addirittura stupiti: “Perchè tutto stava andando così bene” o “Perchè mi sentivo così in forma che pensavo che non avrei mai potuto sbagliare” mentre altre volte la difficoltà ad accettarli emerge quando l’atleta si trova nella situazione opposta, per cui pensa: “Peggio di così non poteva andare, quell’errore mi ha colto all’improvviso e non ho saputo reagire, mi sono confuso pensando a cosa fare di diverso e da lì è stata una rovina”. Ambedue queste situazioni, una positiva e la seconda negativa, riportate dagli atleti abbastanza di frequente, evidenziano la difficoltà ad accettare l’errore e il non avere pianificato in precedenza un modo per affrontare ciò che avrebbe potuto influire negativamente sulla prestazione.

Di questo e di altro parleremo durante l’Open Day dedicato alla gestione degli errori, mercoledì 29 settembre dalle 19 alle 20.30.

Fondamenti di psicologia dello sport: presentazione video

Ascolta la presentazione del libro

Libro: Fondamenti di psicologia dello sport

Fondamenti di psicologia dello sport

Alberto Cei

Il Mulino, settembre 2021, p.296

In vendita su Amazon

La psicologia dello sport è una disciplina che ha acquisito sempre più interesse negli ultimi anni e ha saputo ritagliarsi un suo spazio autonomo all’interno della psicologia e delle scienze dello sport e del loro insegnamento. I principali temi che affronta questa materia riguardano otto grandi aree: i processi cognitivi coinvolti nel controllo motorio e nella prestazione sportiva; le abilità psicologiche implicate nei diversi tipi di discipline; i processi motivazionali; il ruolo dell’allenatore e dell’organizzazione dell’allenamento; i programmi sportivi per l’infanzia; il benessere e la salute; le abilità interpersonali e le dinamiche di gruppo; i processi di autoregolazione, i livelli di attivazione e i sistemi per affrontare lo stress agonistico. In questo libro, l’autore illustra le conoscenze che la psicologia dello sport ha acquisito in queste aree principali e fornisce un panorama esaustivo in grado di soddisfare docenti, studenti e quanti sono interessati o vogliono avvicinarsi a questa disciplina.

Indice del volume: Introduzione. – I. I processi motivazionali nello sport. – II. Sport e personalità. – III. Processi di autoregolazione e livelli di attivazione. – IV. L’attenzione: dalla teoria all’applicazione. – V. Dinamiche di gruppo. – Riferimenti bibliografici. – Indice analitico.

Nuovo libro: Fondamenti di Psicologia dello Sport

Fondamenti di psicologia dello sport

Alberto Cei

Il Mulino, settembre 2021, p.296

La psicologia dello sport è una disciplina che ha acquisito sempre più interesse negli ultimi anni e ha saputo ritagliarsi un suo spazio autonomo all’interno della psicologia e delle scienze dello sport e del loro insegnamento. I principali temi che affronta questa materia riguardano otto grandi aree: i processi cognitivi coinvolti nel controllo motorio e nella prestazione sportiva; le abilità psicologiche implicate nei diversi tipi di discipline; i processi motivazionali; il ruolo dell’allenatore e dell’organizzazione dell’allenamento; i programmi sportivi per l’infanzia; il benessere e la salute; le abilità interpersonali e le dinamiche di gruppo; i processi di autoregolazione, i livelli di attivazione e i sistemi per affrontare lo stress agonistico. In questo libro, l’autore illustra le conoscenze che la psicologia dello sport ha acquisito in queste aree principali e fornisce un panorama esaustivo in grado di soddisfare docenti, studenti e quanti sono interessati o vogliono avvicinarsi a questa disciplina.

Indice del volume: Introduzione. – I. I processi motivazionali nello sport. – II. Sport e personalità. – III. Processi di autoregolazione e livelli di attivazione. – IV. L’attenzione: dalla teoria all’applicazione. – V. Dinamiche di gruppo. – Riferimenti bibliografici. – Indice analitico.

Presentazione libro: Essential of Exercise and Sport Psychology

Essentials of Exercise and Sport Psychology

An Open Access Textbook: Society for Transparency, Openness, and Replication in Kinesiology

Zachary Zenko e Leighton Jones (a cura di)

2021, 798 pagine,  https://doi.org/10.51224/B1000 

Questo libro è un open access textbook e può essere scaricato tramite l’indirizzo riportato. E’ il frutto della collaborazione di 70 autori, che si sono impegnati per realizzare questo progetto durante il Covid-19.

I capitoli spaziano dalla psicologia dell’esercizio alla psicologia dello sport. E’ composto da 33 capitoli e per il pubblico italiano è certamente interessante, perchè propone propone una visone a 360° di molte delle conoscenze attuali, soprattutto nell’ambito della motivazione, dei processi di regolazione, della personalità, delle dinamiche di gruppo e della leadership.

Il libro contiene anche degli esercizi che gli studenti e gli allenatori possono svolgere per approfondire la conoscenza di specifici temi.

Ebook: Sports during Pandemic

2020 has passed and will be remembered as the worst year of the past 75 years. The year pushed the whole world into what was initially a health crisis, which soon became a planetary pandemic that has upset the life of every person and caused millions of victims. It destroyed a significant part of the world economy and has radically changed the way in which we work and interact with others. I am a psychologist and I deal with sport and the well-being of those who practice it, be they champions and professionals or individuals who carry out sporting activities as a part of their lifestyle. The pandemic forced us to stay at home, to social distance, and to eliminate sports as we knew it. Movement and sport management have become a source of additional stress that have had negative psychological effects on people who are even just participating in sports recreationally. However, also on athletes who play sports professionally and those with disabilities who evidently benefitted from continuously participating in sport.

With these considerations, I started to talk about this situation on my blog in order to better understand the effects of the pandemic on people, and also to provide information on how to play sports while respecting the rules and reducing the possibility of contagion.

This book represents a journey that started at the beginning of March, a journey which involved my thoughts about this theme up until the beginning of the new year. I talk about the mentality of those who do not respect the rules, how you can deal with the anxiety caused by this radical change in daily life, how you can train from home, and the reasons why it is good to be active and minimise suffering in these circumstances. In addition, I advise coaches not to give up their leadership role, and athletes to continue to train even in the absence of competitions. Finally, I present practical tips and ways of thinking and coping with this unique and totally unexpected period.

I pionieri della psicologia dello sport in Nord America

Gloria Balague, Daniel Gould and Glyn Roberts (2020) North American sport psychology pioneers. International Journal of Sport Psychology, 51, 456-479.

Articolo di grande rilevanza per chi voglia capire lo sviluppo della psicologia dello sport, scritto da tre protagonisti di questo sviluppo degli ultimi 40 anni.

La nostra rassegna della psicologia dello sport in Nord America fornisce un contesto per aiutarci a capire dove siamo oggi. In primo luogo, la psicologia dello sport ha una lunga storia con individui provenienti sia dal campo della psicologia che da quello dell’educazione fisica/cinesiologia. Andando avanti, è meglio guardare ai benefici che le persone formate in ogni area portano alla psicologia dello sport e non cadere in preda a discussioni su quale formazione sia la migliore. In secondo luogo, sia i ricercatori che i praticanti hanno contribuito a far progredire il campo fino al punto in cui si trova oggi. Ricercatori e professionisti devono rispettare i reciproci contributi e lavorare insieme adottando un orientamento dalla ricerca alla pratica e dalla pratica alla ricerca. Terzo, i pionieri che hanno dato i maggiori contributi alla psicologia dello sport hanno dedicato porzioni significative, se non tutto il loro tempo a questo ambito e hanno lavorato in modo coerente nel tempo. Quarto, anche se ci sono stati veri pionieri che hanno contribuito a far progredire il campo, dovremmo stare attenti a non cadere preda dell’approccio del grande uomo o della grande donna nella storia. Il campo è veramente decollato in Nord America quando un gran numero di ricercatori, accademici e consulenti hanno iniziato a lavorare nel campo, spesso con un certo anonimato. Infine, il campo è stato e sarà influenzato da eventi sociali e culturali più ampi, come le flessioni economiche, le guerre e le pandemie, così come i cambiamenti nelle organizzazioni educative e sportive (ad esempio, l’enfasi posta sulle borse di studio nelle principali università, la legislazione sullo sport sicuro per proteggere i giovani dai predatori sessuali). Coloro che si specializzeranno nel campo in futuro dovranno scoprire come tenere a mente i valori e le lezioni apprese dai pionieri che hanno permesso la crescita e allo stesso tempo adattarsi a questi grandi cambiamenti culturali e istituzionali.

Scegliere un modello eroico

Nel 1647 Baltasar Gracian, gesuita, pubblicò un piccolo libro contenente 300 brevi scritti, utili per affrontare i pericoli della vita e per fornire alle anime libere un percorso per imprimere il loro segno nella vita civile e politica.

Eccone uno per riflettere.

Scegliere un modello eroico

Più per emularlo che per imitarlo. Vi sono esempi di grandezza, testi viventi di reputazione. Ciascuno nel suo ruolo si misuri con chi è primo, non tanto per seguirlo quanto per superare. Alessandro non pianse Achille quando ne vide il sepolcro, ma sé stesso, non ancora sbocciato alla fama. Non c’è cosa che risvegli ambizioni nell’animo come la chiarita dell’altrui fama: la stessa che, mentre distrugge l’invidia, alimenta la nobiltà.

Gracian intreccia qui due aneddoti diversi illustrati da Plutarco nelle Vite parallele di Alessandro e Cesare: Alessandro Magno non piange davanti alla tomba di Achille, ma ne onora la memoria dichiarandolo fortunato per avere avuto un amico fedele in vita e un cantore delle sue gesta dopo la morte; Cesare, invece, pianse leggendo un libro su Alessandro Magno perchè pure avendo raggiunto la stessa età, non ne aveva ancora eguagliato la fama.