Un allenatore mi ha chiesto di spiegare se dividere bambini di 8 anni in tre fasce per livello di abilità motorie nel calcio è sbagliato.
Dividere bambini di 8 anni in tre fasce per livello di abilità motorie nel calcio è problematico per diversi motivi, soprattutto alla luce delle teorie dello sviluppo giovanile dello sport formulate da Jean Côté, uno dei principali studiosi nel campo della psicologia dello sport.
1. Contrasto con il Modello di Sviluppo Positivo attraverso lo Sport (PYD)
Jean Côté ha sviluppato il modello del Developmental Model of Sport Participation (DMSP), che promuove una partecipazione sportiva basata sul divertimento, l’inclusione e la diversificazione nelle prime fasi (soprattutto fino ai 12 anni). Secondo Côté:
“In the sampling years (ages 6–12), children should engage in various sports with an emphasis on enjoyment and deliberate play rather than early specialization or performance-based selection.”
(Côté, J., Baker, J., & Abernethy, B. – Practice and Play in the Development of Sport Expertise, 2007)
Dividere i bambini in fasce per abilità a 8 anni equivale a un’eccessiva enfasi sulla prestazione precoce, ostacolando proprio quel contesto di gioco libero e inclusivo che Côté ritiene fondamentale.
2. Rischio di esclusione e perdita di motivazione
Creare gruppi basati su livelli di abilità può portare a:
- Stigmatizzazione dei bambini che in quel momento sono fisicamente meno sviluppati di altri
- Perdita di autostima
- Minor motivazione a lungo termine
Secondo Côté, un clima orientato alla competizione precoce porta spesso all’abbandono sportivo, mentre un clima orientato al divertimento e alla partecipazione favorisce la permanenza nello sport e lo sviluppo di abilità motorie nel tempo.
3. Sottovalutazione delle traiettorie di sviluppo individuali
Le abilità motorie a 8 anni sono altamente variabili e influenzate da molti fattori non stabili, come lo sviluppo fisico, le opportunità di gioco, e il supporto familiare. Côté sottolinea che:
“Early ability is a poor predictor of long-term success in sport.”
(Côté & Fraser-Thomas, 2007)
Selezionare o dividere i bambini in base a queste abilità a una fase così precoce non è predittivo del loro potenziale futuro e può invece limitare le opportunità per chi si sviluppa più lentamente.
Conclusione
Applicare una divisione per livelli a bambini di 8 anni nel calcio va contro i principi dello sviluppo positivo attraverso lo sport. Una tale pratica:
- Riduce il piacere e l’inclusività.
- Favorisce la precoce esclusione.
- È basata su criteri non affidabili per il lungo termine.
L’approccio migliore consiste nel promuovere il gioco misto, la varietà e la scoperta, lasciando che le abilità si sviluppino naturalmente in un ambiente di supporto e motivazione.
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