Archivio mensile per febbraio, 2025

E’ necessario allenare le abilità psicologiche di base

Identificare le abilità psicologiche di base è un compito arduo al quale solo alcuni ricercatori si sono sottoposti (vedi tabella). Si evidenzia che i risultati di ricerca su questo tema sono scarsi e che su questo tema non vi è una completa condivisione su quali siano le abilità psicologiche di base.

Partendo da questa analisi ho deciso di stabilire un criterio a priori che ne permetta l’individuazione. Il criterio adottato è quello che consente di affermare che le abilità di base da sviluppare sono quelle che:

  • hanno il più ampio campo di applicazione durante l’attività sportiva indipendentemente dallo sport praticato e dal livello di maestria dell’atleta,
  • possono venire apprese e migliorate durante quella fase di sviluppo denominata “allenarsi ad allenarsi” (Balyi, 2001).

Le abilità psicologiche da me scelte sono quattro e riguardano: il rilassamento, l’immaginazione mentale, il dialogo con se stessi e l’imparare dall’esperienza. Si possono considerare abilità fondamentali poiché mettono il giovane in condizione di vivere l’allenamento in modo consapevole e positivo.

Autori Abilità Psicologiche di Base
Vealey (1988) Forza di volontà, consapevolezza di sé, autostima e fiducia
Hardy, Graham & Gould (1996) Definizione degli obiettivi, rilassamento, immaginazione mentale e dialogo con se stessi
Durand-Bush, Salmela & Green-Deemers (2001) Definizione degli obiettivi, impegno e fiducia
Ricvald & Peterson (2003) Impegno e dedizione
Weinberg & Gould (2007) Regolazione dell’attivazione, immaginazione mentale, definizione degli obiettivi e concentrazione

Abilità Psicologiche di Base

L’apprendimento di queste competenze è analogo, ad esempio, alla conoscenza di una lingua straniera, anch’essa si può prefigurare come competenza di base che amplia le opportunità di comunicazione e comprensione del mondo indipendentemente dall’ambito in cui l’individuo l’applicherà.

La scelta d’identificare queste quattro abilità psicologiche come fattori di base è in larga parte coincidente con quanto proposto da Hardy, Graham e Gould (1996) da cui si differenzia per non considerare il goal setting ma bensì l’abilità a imparare dall’esperienza come competenza prioritaria.

La scelta di introdurre un’altra competenza è dovuta alla ragione secondo cui le abilità qui proposte sono da acquisire in una fascia di età corrispondente alla fine dell’infanzia e inizio dell’adolescenza, anni in cui la comprensione del valore dell’esperienza è basilare per essere consapevoli della qualità del proprio impegno e di come s’impara.

A ulteriore sostegno di questa scelta vi sono i numerosi dati che dimostrano che alla base della convinzione di sapere fronteggiare le situazioni sportive vi è la valutazione delle proprie esperienze passate in relazione a quel compito.

Impatto della cyber violenza sugli atleti di alto livello

Lu, Y., Xu, H., Xie, B., Jiang, Y., Zhang, Y., Fan, T., Zhou, W. (2024). The “Athlete Killer” Hidden in the Internet: The Impact of Cyber-violence on High-Level Athletes’ Perceived PerformanceInternational Journal of Sport Psychology, 55(6), 640-668.

Questo studio, che coinvolge 245 atleti di alto livello che hanno subito cyber-violenza, esplora i fattori che influenzano la loro percezione della performance in competizione. L’obiettivo è fornire suggerimenti e idee per la prevenzione e la gestione della cyber-violenza contro gli atleti.

L’analisi tramite il Modello di Equazioni Strutturali (SEM) mostra che la cyber-violenza ha un impatto significativo sull’umore depressivo e sulla percezione della performance in competizione degli atleti di alto livello. L’umore depressivo svolge un ruolo di mediazione significativo tra la cyber-violenza e la percezione della performance in competizione. L’analisi con la fuzzy-set Qualitative Comparative Analysis (fsQCA) rivela una varietà di condizioni che influenzano la percezione della performance degli atleti.

Lo studio evidenzia che, oltre alla cyber-violenza e all’umore depressivo, anche caratteristiche demografiche come il genere e l’età sono fattori importanti. Infine, lo studio discute la letteratura pertinente e offre suggerimenti concreti per la gestione della cyber-violenza.

Punti chiave su cui riflettere

Spunti di riflessione per atleti e allenatori:

  1. Attenzione ai fattori chiave per la prestazione ottimale  - Quali sono?
  2. Gestione emozioni associate alla prestazione – Quali sono le tue emozioni pre e durante la gara?
  3. Gestione della tensione pre-gara – Cosa fai prima della gara sino alla partenza?
  4. Avere una routine pre-gara consolidata – Qual è la tua routine?
  5. Mantenere la fiducia di fronte agli errori e eventi inattesi – Come reagisci agli errori?
  6. Stabilire obiettivi di risultato e di prestazione – Quali sono e con chi ti confronti?
  7. Aumentare la motivazione pensando alle gare passate o all’allenamento – Credere in quello che hai fatto.
  8. Ripetere mentalmente le gare o aspetti tecnici delle prestazioni in moto – Aumentare la consapevolezza e la concentrazione.
  9. Analizzare la prestazioni passate e si suoi aspetti mentali – Imparare dalle esperienze passate.
  10. Servirsi anche dell’allenamento fisico per migliorare la fiducia – Forma e prontezza fisica sono necessarie per avere fiducia.

Come affrontare sovrappeso e obesità nei bambini

Un articolo su Repubblica.it mette in luce che i dati più recenti dell’Istituto Superiore di Sanità evidenziano che il 19% dei bambini italiani di 8-9 anni è in sovrappeso. Il 9,8% è affetto da obesità mentre il 2,6% ne soffre in forma grave. Numeri che descrivono un problema ancora troppo diffuso, che ha importanti conseguenze sulla salute e la vita relazionale dei bambini, sia durante lo sviluppo, sia una volta raggiunta l’età adulta. E che spesso nasce anche dalla difficoltà che incontrano i genitori nel riconoscere i segnali precoci di un aumento eccessivo del peso dei bambini.

Per affrontare questo problema in modo efficace, è fondamentale adottare un approccio delicato e costruttivo che coinvolga pediatri, insegnanti e genitori. Alcune strategie possono riguardare:
  1. Comunicazione empatica e non giudicante
    • Pediatri e insegnanti dovrebbero usare un linguaggio rassicurante, evitando di colpevolizzare i genitori.
    • È utile partire da un’osservazione oggettiva (“Abbiamo notato che…”) piuttosto che da un giudizio.
  2. Creazione di un rapporto di fiducia
    • Organizzare incontri periodici tra genitori, insegnanti e pediatri per discutere eventuali difficoltà in un contesto di supporto.
    • Far percepire ai genitori che l’obiettivo comune è il benessere del bambino.
  3. Fornire informazioni chiare e accessibili
    • Spiegare in modo semplice i segnali di eventuali problemi di salute o di sviluppo.
    • Offrire risorse (opuscoli, incontri informativi, supporto specialistico) affinché i genitori possano approfondire.
  4. Proporre soluzioni e percorsi di aiuto
    • Suggerire passi concreti, come visite specialistiche o strategie educative, senza imporre.
    • Valorizzare i progressi e i punti di forza del bambino per mantenere un atteggiamento positivo.
  5. Coinvolgimento di figure di supporto
    • Psicologi, educatori e assistenti sociali possono aiutare a mediare il dialogo tra genitori e professionisti.
    • Creare gruppi di supporto per genitori in situazioni simili può ridurre il senso di isolamento e preoccupazione.

L’obiettivo principale è far sì che i genitori non si sentano attaccati, ma accompagnati nel riconoscere eventuali problemi e affrontarli in modo costruttivo per il bene del bambino.

 

 

eBook: Growth mindset diaries for teens

THE GROWTH MINDSET DIARIES FOR TEENS: A Guide for Teens (Ages 12-18) to Overcome Challenges & Grow with Journaling Companion Book Kindle Edition, 2025

Di Giani Boldeanu

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E se l’unica cosa che ti separa dal successo fosse il tuo modo di pensare?

Ti sei mai sentito bloccato? Hai paura di fallire? Ti preoccupi di non essere abbastanza bravo? Non sei solo. Ma ecco la verità: le tue capacità non sono fisse—possono crescere, proprio come un muscolo, proprio come una competenza.

In I Diari della Mentalità di Crescita per Adolescenti, troverai 20 potenti storie di vita reale su giovani proprio come te—studenti, atleti, artisti e sognatori—che hanno affrontato sfide, insicurezze e fallimenti… e ne sono usciti più forti. Ogni storia è ricca di lezioni ispiratrici, esercizi pratici e strategie rivoluzionarie per aiutarti a:

✅ Trasformare gli ostacoli in opportunità – Impara a riprenderti dai fallimenti con fiducia.

✅ Mettere a tacere l’insicurezza e liberare il tuo potenziale – Sostituisci “Non posso farcela” con “Non ci sono ancora… ma ci arriverò.”

✅ Padroneggiare la scienza della resilienza – Scopri come le persone di successo pensano, apprendono e crescono.

✅ Sviluppare una fiducia che dura tutta la vita – Smetti di preoccuparti di ciò che pensano gli altri e inizia a credere in te stesso.

✅ Applicare ciò che impari – Domande di riflessione e passi d’azione ti aiuteranno a fare cambiamenti concreti nella tua vita.

E la parte migliore? Questo libro include un diario di accompagnamento per aiutarti a monitorare i tuoi progressi, riflettere sul tuo percorso e applicare le lezioni in modo efficace.

Per chi è questo libro?

Questo libro è perfetto per adolescenti (dai 12 ai 18 anni) che vogliono:

✔ Costruire fiducia in se stessi
✔ Migliorare a scuola, nello sport o nelle passioni creative
✔ Superare la paura del fallimento e del rifiuto
✔ Smettere di confrontarsi con gli altri
✔ Sviluppare una mentalità di successo a lungo termine

Se hai mai pensato di non essere abbastanza intelligente, talentuoso o “nato” per avere successo—questo libro è qui per dimostrarti il contrario. La grandezza non è qualcosa con cui si nasce; è qualcosa che si costruisce.

La mentalità del Real Madrid

Il Real Madrid è tornato giocare come è capace di fare e nel momento che conta nella fase a eliminazione diretta in Champions League, battendo il Manchester City a casa sua per 3 a 2. Non è facile spiegare come succedano questi momenti, vengono da un periodo non certamente positivo per Ancelotti e la sua squadra, ma il Real Madrid è capace di ritrovare il suo fantastico mindset quando la situazione diventa difficile, se non quasi disperata. Per trovare una spiegazione è possibile ritornate a quanto allenatore e giocatori hanno detto lo scorso anno dopo avere vinto l’ennesima Champions League a spese del Borussia Dortmund.

“Non ci si abitua mai a questo. È stato molto difficile, molto più di quanto pensassimo. Nel primo tempo abbiamo dovuto soffrire; nel secondo tempo abbiamo perso meno la palla, giocato meglio – ma questi sono tutti dettagli insignificanti ora. Abbiamo vinto. Il sogno continua!”.

Allenatore del Real Madrid Carlo Ancelotti

“Non so cosa dire, solo una felicità immensa. Sapevamo che sarebbe stata una partita difficile, e nel primo tempo loro sono stati molto superiori ma siamo usciti vivi. Sapevamo che il nostro momento sarebbe arrivato, e così è stato, e abbiamo il quindicesimo (titolo della Champions League per il Real Madrid).”

Dani Carvajal, che ha segnato il primo gol del Real Madrid e vincitore di 6 Champions League

“Ho sempre sognato di giocare queste partite. Nella vita ci sono così tante persone che ti dicono che non puoi fare certe cose. Stavo bene fino a quando ho visto la faccia di mia mamma e di mio papà lì. Mio fratellino è lì e sto cercando di essere un modello per lui. Non riesco a esprimere a parole. La notte più bella della mia vita.”

Jude Bellingham, centrocampista inglese del Real Madrid

“Ancelotti non ci ha parlato nell’intervallo. Di solito ci lascia qualche minuto per riposare e poi parla, ma non questa volta. Niente. Quando siamo usciti, già nel tunnel verso lo spogliatoio, ci ha chiamato e ci ha detto: ‘Scusate, me ne sono dimenticato! Se continuate a dare la palla ai ragazzi in giallo, perderemo’”.

Jude Bellingham, centrocampista inglese del Real Madrid

Esercizi di visualizzazione nel golf e nel tennis dopo un errore

Gli esercizi di visualizzazione nel golf e nel tennis dopo un errore sono fondamentali per mantenere la concentrazione, recuperare la fiducia e migliorare la performance nel colpo successivo. E’ necessario che siano specifici e non siano visualizzazioni generiche, quindi, per questi due sport anche l’approccio è simile vi sono delle differenze che è importante che lo psicologo dello sport comprende e sappia così orientare il giocatore/trice.

Ecco alcuni esercizi tipici:

1. Revisione positiva del colpo errato

  • Parte comune: Chiudi gli occhi e rivedi mentalmente il colpo sbagliato, ma questa volta correggendolo. Questo aiuta a rimpiazzare l’errore con un’immagine positiva.
  • Golf: Immagina la traiettoria corretta della palla e la sensazione di un colpo ben eseguito.
  • Tennis: Immagina la posizione del corpo, il movimento della racchetta e la palla che atterra esattamente dove volevi
2. Respirazione e reset mentale
  • Parte comune: Fai un respiro profondo e immagina di espirare via l’errore e la tensione.
  • Golf: Visualizza un reset mentale, come se stessi premendo un pulsante per cancellare il colpo sbagliato.
  • Tennis: Con ogni respiro, visualizza il tuo corpo rilassarsi e la tua mente tornare lucida.
  • Tennis: Usa questo esercizio tra un punto e l’altro per rimanere concentrato.
3. Rivivere un colpo perfetto
  • Parte comune: Focalizzati sulla sensazione del contatto con la palla, sulla fluidità del movimento e sulla traiettoria ideale. Questo rinforza la fiducia nel proprio gioco.
  • Golf: Richiama alla mente un colpo perfettamente eseguito in passato.
  • Tennis: Pensa a un’azione simile che hai eseguito in modo efficace.
4. Pre-visualizzazione del colpo successivo
  • Golf: Crea una connessione mente-corpo più efficace. Prima di eseguire il prossimo colpo, immagina esattamente come vuoi che vada:
  1. La postura e l’allineamento corretti.
  2. Il movimento fluido del backswing e dello swing.
  3. La palla che segue la traiettoria desiderata e atterra nella posizione ideale.
  • Tennis: Immagina come vuoi giocare il punto successivo, visualizzando:
  1. Una posizione solida in campo.
  2. Il timing perfetto sulla palla.
  3. La traiettoria desiderata del colpo e il punto in cui vuoi mandarla.

5. Gesto emotivo positivo

  • Associa un gesto (come stringere il pugno, toccare la visiera del cappello, una stretta alla racchetta) a un’emozione positiva.
  • Usa questo gesto dopo un errore per riportare la mente a uno stato di fiducia e controllo.

Questi esercizi aiutano a riprendersi rapidamente dagli errori, a mantenere il controllo emotivo e a giocare in modo più efficace e costante.

 

 

Allenamento ideomotorio in atletica

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Qual è il valore di un master in psicologia dello sport senza tirocinio?

Il tema della formazione professionale in psicologia dello sport presenta numerosi limiti per diverse ragioni, la principale riguarda la mancanza di tirocini presso le organizzazioni sportive.

Di conseguenza, a mio avviso, i master in psicologia dello sport che sono esclusivamente teorici e non includono opportunità di tirocinio non possono essere considerati veri e propri corsi di formazione per diverse ragioni:

  1. Mancanza di esperienza pratica – La psicologia dello sport è una disciplina applicata, che richiede competenze pratiche nell’interazione con atleti, squadre e contesti sportivi reali. Senza tirocinio, lo studente non ha modo di sviluppare abilità operative fondamentali.
  2. Assenza di accesso al mondo del lavoro – Un master dovrebbe fornire non solo conoscenze, ma anche strumenti concreti per l’inserimento professionale. Senza un’esperienza sul campo, i partecipanti rischiano di non acquisire le competenze richieste dai potenziali datori di lavoro.
  3. Difficoltà nel trasferire la teoria alla pratica – Studiare teorie e modelli psicologici senza la possibilità di applicarli in situazioni reali limita la comprensione e l’efficacia dell’apprendimento. Il confronto diretto con gli atleti e gli staff tecnici è essenziale per interiorizzare le metodologie di intervento.
  4. Riconoscimento professionale limitato – In altre nazioni molti ordini professionali e associazioni di categoria richiedono ore di pratica supervisionata per riconoscere le competenze in psicologia dello sport. Un master solo teorico non permette di soddisfare questi requisiti.
  5. Opportunità lavorative ridotte – Gli enti sportivi, le squadre e le federazioni preferiscono collaborare con professionisti che abbiano già avuto esperienza diretta nel settore. Un titolo privo di esperienza pratica difficilmente offre un vantaggio competitivo nel mercato del lavoro.

In sintesi, un master in psicologia dello sport senza tirocinio non può essere considerato un vero percorso di formazione professionale perché non fornisce le competenze pratiche necessarie né facilita l’ingresso nel mondo del lavoro.

Il ruolo della supervisione anche in psicologia dello sport

La supervisione in psicologia dello sport è un elemento fondamentale per il perfezionamento professionale e l’apprendimento continuo, specialmente quando si lavora con atleti e squadre provenienti da culture diverse. Non si tratta solo di un momento di confronto o di verifica del proprio operato, ma di un’opportunità di crescita che consente al professionista di affinare le proprie competenze, migliorare la qualità degli interventi e sviluppare una maggiore consapevolezza delle dinamiche culturali.

Quando si lavora nel contesto sportivo, si entra in contatto con atleti che portano con sé valori, credenze e modi di interpretare lo sport e la competizione profondamente influenzati dalla loro cultura di appartenenza. Un approccio standardizzato e privo di sensibilità interculturale rischia di essere inefficace o, nel peggiore dei casi, di generare incomprensioni e ostacoli nella relazione con l’atleta. È qui che la supervisione diventa un potente strumento di riflessione e apprendimento: attraverso il confronto con colleghi esperti o con un supervisore, lo psicologo dello sport può sviluppare strategie più efficaci per adattare i suoi interventi e migliorare la propria capacità di comunicazione e supporto.

Uno degli aspetti più importanti della supervisione è che permette di acquisire nuove prospettive. Spesso, quando si lavora con una specifica squadra o atleta, si tende a sviluppare una visione limitata dalle proprie esperienze personali e dalla propria formazione culturale. Il confronto con un supervisore o con un gruppo di colleghi aiuta a mettere in discussione preconcetti e a considerare alternative che altrimenti potrebbero sfuggire. Questo è particolarmente utile quando si lavora in contesti multiculturali, dove l’approccio che funziona con un atleta può rivelarsi inadeguato per un altro, proprio a causa delle differenze di background culturale.

Inoltre, la supervisione fornisce uno spazio sicuro per affrontare eventuali difficoltà emotive e professionali che emergono nel lavoro quotidiano. Lavorare con atleti che hanno aspettative elevate e affrontano pressioni significative può essere impegnativo anche per il professionista, che a sua volta può vivere momenti di insicurezza o stress. Avere un supervisore con cui discutere di queste difficoltà aiuta non solo a trovare soluzioni pratiche, ma anche a mantenere un equilibrio emotivo che è essenziale per fornire un supporto efficace.

Infine, la supervisione contribuisce a garantire uno standard elevato nella pratica professionale, evitando che il lavoro dello psicologo dello sport si basi esclusivamente su intuizioni personali o metodi non aggiornati. La psicologia dello sport è una disciplina in continua evoluzione, e il confronto costante con esperti aiuta a integrare nuove conoscenze e tecniche basate su evidenze scientifiche, migliorando così la qualità del servizio offerto agli atleti.

Facendo proprio questo approccio l’International Society of Sport Psychology propone un programma di alto livello per diventare supervisori riconosciuti e potere fornire un servizio professionale ed efficace ai giovani psicologi che richiedono a loro professionisti competenti in questo ambito. Esplora la supervisione nella psicologia dello sport con il Prof. Poczwardowski. Scopri le pratiche fondamentali per diventare un supervisore registrato ISSP, tra cui la creazione di ambienti di supporto, l’affrontare questioni etiche e garantire una supervisione culturalmente sicura.