Pensare solo a migliorarsi è sempre positivo?

Gli atleti, e non solo loro, sono impegnati in allenamento a cercare di migliorarsi. Sono molto sensibili a come correggere gli errori o come avere continuità e intensità sempre maggiori. Lo stesso si può dire per gli allenatori che li seguono. Ovviamente questo approccio al miglioramento è una qualità importante; è un segno di tenacia e anche di resilienza.

Se questa è faccia A di chi lavora per migliorarsi, vi è anche da ricordare che vi è la faccia B. In questo caso, potrebbe riguardare il non essere mai contenti delle qualità possedute, delle competenze acquisite e questo approccio mentale può portare anche a pensare maggiormente ai propri limiti e insufficienze piuttosto che alle proprie abilità di atleta.

Capita di sentire atleti che si lamentano per non avere ancora raggiunto un determinato livello di abilità o di avere ancora problemi in un determinato aspetto della loro competenza. Come se non bastasse prima della gara pensano di più ai loro limiti piuttosto che a quello che sanno fare e quando sbagliano attribuiscono l’errore proprio a queste loro insufficienze.

Però c’è una strada che potrebbero perseguire, che è quella di concentrarsi prima di una gara solo sulle loro capacità, mettendo da parte ogni forma di pensiero critico. Molto pragmaticamente, mi viene da dire agli atleti con cui lavoro che due giorni prima dell’evento devono solo concentrarsi su quello che sanno fare, sulle competenze e scacciare dalla mente ogni altro pensiero generatore di dubbi, ansia eccessiva e insicurezza.

So che non basta dire di fare ma sono altrettanto convinto che se molti cominciassero da loro stessi a praticare questo modo di pensare, scoprirebbero di potersi influenzare positivamente molto di più di quanto pensavano.

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