Non si vince solo migliorando la tecnica

Lavorando con giovani adolescenti di sport diversi dal tennis al calcio, dalla scherma al tiro a volo o al golf mi rendo sempre più conto che già a 14 anni, ragazzi e ragazze, hanno sviluppato un’idea totalmente biomeccanica dello sport. Per cui sono bravo quando eseguo ti tecnicamente bene ciò che so fare per la durata della gara. Interpretano, invece, il gareggiare male viene spiegato come  non essere riusciti oggi a fare quello che so fare. La causa è che l’esecuzione tecnica non veniva bene, oppure riguarda l’avversario oppure l’ansia e la paura di sbagliare. La soluzione per la gara seguente, quasi sempre, consiste nel migliorare la tecnica e nell’essere più concentrati e meno emotivi.

Migliorare tecnicamente dipende da cosa farà a riguardo l’allenatore. Migliorare mentalmente consiste nel dirsi che non ci si deve abbattere o arrabbiarsi, mentre sia dovrebbe stare più calmi. Di solito la spiegazione psicologica è secondaria rispetto a quella tecnica. Ci si arrabbia, infatti, perchè l’azione tecnica non viene bene o perchè l’avversario era fortunato o migliore.

Questo approccio, mette in evidenza che la componente mentale è solo una reazione logica a qualcosa di tecnico. Ciò spiega frasi di questo tipo:

  • “Non sono io che giocato male, è che l’altro faceva solo vincenti”
  • “Non so io, è che il dritto oggi non mi entrava”
  • “Non sono io, è che ha preso una marea di reti”
  • “Non sono io, è che era sbagliato il bastone”
  • “Non sono io, è che di colpo le nuvole hanno cambiato la luce”
  • “Non sono io, è che la palla non si poteva calciare da quella posizione”
Questi atleti finché non si alleneranno in in modo diverso mai miglioreranno.

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