Alcuni maratoneti sembrano servirsi maggiormente della consapevolezza del lavoro svolto. Ripensano agli allenamenti che hanno effettuato e da questo traggono fiducia e motivazione.
- Cerco di ripensare al lavoro che ho effettuato in precedenza, al fatto che ho lavorato bene e che quindi non devo temere di fallire.
- Innanzi tutto essendo consapevole che i momenti difficili si presentano ad ogni stagione e che sono sempre in agguato. Dopo di che, so come procedere, cioè identifico gli errori commessi, li valuto e cerco di lavorare sodo per correggerli.
Per altri le strategie di scelta degli obiettivi sono alla base della loro esperienza e della loro abilità a motivarsi.
- Sicuramente spicca in me la pazienza, la precisione e la forte determinazione. Se mi pongo un obiettivo non c’è nulla che possa distogliermi dal lavorare per raggiungerlo. Forse ho sempre avuto tale capacità, ma poi l’ho anche affinata con l’allenamento e in generale con l’esperienza. Tra le persone che mi hanno aiutata a sviluppare tali caratteristiche ci sono prima di tutto mia madre ma poi anche il mio allenatore e mio marito, che nel mio caso coincidono.
Per altri ancora sembra dominare maggiormente la componente emotiva nel trainare la motivazione.
- Trovo le maggiori spinte emotive pensando a quanto sia importante e piacevole raggiungere l’obiettivo. Il raggiungimento dello scopo rappresenta il mio maggiore stimolo motivazionale.
- I momenti positivi sono la testimonianza che ho le risorse e le capacità per farcela, dunque sono dei momenti per ricaricarsi e per puntare ad un prossimo obiettivo.
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