Un mondiale di calcio senza il divertimento

Sarà anche vero che a questo mondiale il gioco proposto dalle squadre è scarso, personalmente mi sembra che ciò che manca di più è il divertimento.

Vuol dire avere il piacere di entrare in campo per sfidare gli avversari, il gioco poi è il mezzo per raggiungere questo scopo. Non è un ragionamento ingenuo, è chiaro che le squadre vogliono vincere anche giocando male o con un solo tiro in porta. Tuttavia, quando il piacere manca, si perde il desiderio di fare di tutto per riuscirci. Così succede come a Lukaku che è stato dominato dal senso di rivincita, dalla sua frustrazione di non essere stato decisivo sino a d ora, che invece spesso porta ad agire in modo impulsivo e con scarsa precisione, o le litigate nello spogliatoio su questioni personali che però uccidono il piacere di giocare insieme, o il giocare per mestiere e non per passione come è successo a diversi calciatori non più giovani.

Questa mancanza non è però solo dei calciatori, direi che un ruolo importante per la sua sollecitazione dovrebbe svolgerlo l’allenatore, che se non ne evidenzia la rilevanza in un mondiale, in cui tutto il mondo guarda la tua squadra, direi che fallisce nella sua funzione di guida. Il leader deve infiammare la squadra e pensare come Napoleone quando affermava: “Vinco le mie battaglie anche con i sogni dei miei soldati”.

Gli allenatori hanno questo obiettivo di fare sognare le squadre?

 

0 Risposte a “Un mondiale di calcio senza il divertimento”


  • Nessun commento

Contribuisci con la tua opinione