Chi investe sull’allenamento mentale degli adolescenti?

In questi ultimi anni ho ricevuto molte richieste per lavorare con adolescenti nella preparazione mentale alle gare. Mi sembra uno sviluppo positivo, poiché sta a indicare che in alcuni sport individuali vi è la consapevolezza dell’importanza dell’allenamento mentale anche nell’attività giovanile. Questo è avvenuto principalmente in relazione ad alcuni sport: il tiro a volo, il golf, il tennis, la scherma e la vela; discipline in cui i genitori devono per forza investire economicamente sui loro figli se vogliono che facciano esperienze agonistiche e di allenamento efficaci. Basti pensare alle tante gare a cui ogni anno un giovane deve partecipare con un peso economico non indifferente per le famiglie, piuttosto che al costo di fucile, cartucce e piattelli nel tiro a volo o al costo per partecipare ai tornei di golf e per allenarsi con un bravo maestro.

Diventa così evidente che quando i genitori percepiscono la rilevanza dell’educazione mentale allo sport, l’investimento economico diventa una delle voci di spesa che devono affrontare. Dico questo perchè è molto raro che le organizzazioni sportive investano sull’allenamento mentale in questa fascia d’età. Mental coaching che quando si ha 14-17 anni equivale alla formazione di quell’approccio mentale che è utile per fare bene. Ad esempio, imparare a questa età ad avere un dialogo positivo con se stessi è assolutamente più facile che quando si sarà adulti, ed educa mentalmente il ragazzo o la ragazza a sapersi incoraggiare, ad affrontare le difficoltà con maggiore serenità, o a correggersi in modo positivo e senza insultarsi.

Mi chiedo perchè le abilità psicologiche così importanti nella vita di ogni essere umano debbano essere insegnata solo in età adulta, e molti poi neanche la imparano. E’ possibile che il limite dei ragazzi sia rappresentato da coloro (dirigenti e allenatori) che dovrebbero essere i loro insegnanti?

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