Usiamo l’estate per uscire dalla pigrizia motoria

Quando si fa sport dopo i 60 anni ci si trova a combattere con molte idee preconcette che a questo punto della vita appaiono quasi d’improvviso si presentano nella nostra mente, perchè siamo immersi in una cultura che se da un lato vuole promuovere il benessere ciò avviene in prevalenza attraverso azioni di marketing delle aziende che vengono i più disparati prodotti dall’abbigliamento sportivo ai prodotti per la cura della persona. Dall’altra però questa tipo di cultura non comprende il concetto di fatica, di continuità dell’allenamento, di prevenzione attraverso esercizi di corpo libero. In sostanza la nostra società promuove un’idea di benessere basata su aspetti esteriori (abbigliamento, attrezzatura sportiva e prodotti per cura di sé) e al massimo suggerisce, ovviamente, di consultare un nutrizionista (perchè il sovrappeso è un problema endemico) e la camminata come attività motoria principe.

Uno degli insegnamenti della pandemia consiste nell’aumento della sedentarietà e nell’insorgenza dei problemi che ad essa si collegano dall’aumento di peso al mal di schiena e a tutti quei problemi articolari che si generano stanno fermi per ore e ore, per citarne solo alcuni. Quando questa manifestazioni negative si affermano nella maggior parte delle persone scatta l’idea che non posso più fare sport a causa di questi problemi, senza per altro avere comprese che ne sono invece gli effetti.

Personalmente faccio cura 10 ore alla settimana di attività sportiva ma è chiaro che come mi alleno oggi è diverso da come lo facevo quando er più giovane. C’è molta attività di prevenzione ed esercizi a corpo libero, ho allungato il tempo di recupero e questo mi consente di correre e di andare in bicicletta. Faccio questo perchè mi piace e sono contento mentre sono attivo. Anche pensare a quest’attività e vedere altri farla mi fa piacere.

Non ho consigli per gli altri perchè ognuno dovrebbe perseguire ciò che lo rende felice. Capisco che intraprendere uno stile di vita notoriamente attivo richieda almeno inizialmente uno sforzo di volontà per superare l’abitudine a stare fermi. Si dovrebbe comunque essere consapevoli che l’obiettivo resta quello di sentirsi bene con se stessi e non certo quello di competere con gli altri.

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