La motivazione alla competenza

Per conoscere quale sia la concezione dell’errore di un individuo, bisogna capire cosa s’intende per motivazione alla competenza. Si tratta di un desiderio interno rivolto ad acquisire ed esercitare delle abilità, per cui un bambino s’impegna a sviluppare gli schemi motori di base allo scopo di rispondere in modo adattato alle richieste dell’ambiente. Per un atleta gli apprendimenti sportivi diventano un modo consapevole per valutare se stessi e la propria crescita personale. Pertanto, il concetto di Sé si plasma su queste valutazioni e su quelle che si riferiscono alle altre aree significative di apprendimento della vita di un giovane.

Sulla base di queste esperienze “la motivazione alla riuscita è alimentata dalla valutazione relativa all’acquisizione delle competenze (obiettivi di apprendimento) e alla validazione delle competenze (obiettivi di prestazione)” (Dweck e Molden, 2005, p.122). Dal punto di vista applicativo diventa necessario comprendere in che misura le persone usano questi due approcci e se danno maggior importanza a uno rispetto all’altro.

Questo modo di ragionare dipende dalla concezione che si sviluppa in relazione alle proprie qualità personali. L’individuo le considera fisse o modificabili? Ad esempio, l’intelligenza è un tratto fisso? (“Ce l’ho o non ce l’ho”) o invece è modificabile tramite l’apprendimento? (“Non importa il livello di partenza, si può modificare con l’allenamento”). Se si è in accordo con la prima affermazione si utilizza la concezione della fissità di questa qualità, mentre se si concorda con la seconda affermazione si ritiene che le abilità possono essere migliorate attraverso l’impegno personale. Gli effetti di questo diverso approccio si evidenziano in particolare in quattro aree: gli obiettivi, le convinzioni sull’impegno, la spiegazione della difficoltà e gli effetti sulle strategie (Dweck e Molden, 2005).

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