La gestione delle emozioni è un apprendimento indispensabile

Ho sempre pensato che l’abilità principale che una persona deve possedere riguarda il controllo delle emozioni. Un autocontrollo positivo e non creatore di ulteriori tensioni mentali e fisiche. Per raggiungere questo obiettivo ho orientato la mia vita allo studio delle emozioni, tanto che a 24 anni ho tenuto il mio primo seminario all’università proprio sulla psicofisiologia delle emozioni. Nel contempo avevo iniziato un lungo percorso psicoterapeutico durato 7 anni. E nel contempo dopo avere condotto una tesi sperimentale sulla regressione ipnotica di età, ho imparato gli esercizi del training autogeno e di meditazione, che a distanza di molti anni continuo a praticare.

Molto del lavoro che svolgo con gli atleti si fonda su questi temi e sull’educarli a gestire gli stress della loro vita quotidiana. Oggi, a mio avviso, c’è la tendenza a banalizzare questo lavoro su di sé. La cosa peggiore è pensare che si tratta d’imparare a fare degli esercizi, come se la meditazione o la concentrazione fossero raggiunte  semplicemente tramite l’apprendimento di tecniche psicologiche.

Non è così. Sono insegnamenti che per essere utili a migliorare la vita sportiva degli atleti devono essere vissuti come profondi cambiamenti esistenziali. Sun Tzu ha scritto una frase che a me piace molto e che sintetizza bene cosa intendo dire:

“Attraverso l’ordine affrontare il disordine; attraverso il silenzio, affrontare il clamore: è questo il metodo per controllare la prontezza mentale. Trasformare la distanza in vicinanza; il disagio, in comodità; la fame, in sazietà: è questo il metodo per controllare il vigore”.

Quindi, bisogna ricercare dentro di noi cosa ci limita o ci dà fastidio o non ci permette di migliorare le nostre performance agonistiche. Se abbiamo disordine nella mente, dobbiamo capire che dobbiamo ricercare l’ordine. Solo a questo punto intervengono le tecniche psicologiche che sono gli strumenti di cui possiamo servirci per raggiungere questo obiettivo. Prima però dobbiamo avere capito cosa ci limita. Spesso agli atleti non piace gareggiare su un determinato campo o contro un avversario, o comunque in determinate situazioni di gara si trovano scomodi. Con questa consapevolezza ci si deve allenare a stare comodi nelle situazioni scomode.

Con questo breve blog spero di essere riuscito a spiegare cosa intendo per preparazione mentale alla gara.

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