Perchè abbiamo bisogno di movimento?

L’affermarsi dello sport nella nostra cultura non è solo legato alle passioni che suscitano le grandi sfide agonistiche dal campionato di calcio, agli ori olimpici o alle regate della Coppa America ma si fonda anche su alcune idee che sono ormai parte integrante del patrimonio di convinzioni delle persone. La prima si riferisce all’idea che lo sport è benessere e la seconda che lo sport è educazione alla vita. Pertanto, se ci si muove per stare bene, ciascun individuo è espressione del diritto fondamentale di poter essere messo nelle condizioni di fare movimento e/o fare sport ed è proprio per soddisfare questa esigenza che lo sport per tutti è nato e si è diffuso, sino a diventare un’attività che coinvolge milioni di persone.

Quali sono dunque i bisogni a cui lo sport per tutti fornisce una risposta:

  1. Il bisogno di movimento – Viviamo in una società che ci obbliga a condurre una vita sedentaria, camminare per andare a lavorare o giocare per strada sono attività quasi impensabili e si deve sopperire a questa riduzione di movimento spontaneo istituzionalizzando momenti della giornata da dedicare esclusivamente all’attività fisica/sportiva. Ormai è possibile per milioni di cittadini trascorrere una giornata senza neanche aver percorso 1km a piedi.
  2. Il bisogno di educare il proprio corpo – Il miglior esempio di educazione del proprio corpo attraverso il movimento lo forniscono i bambini nei primi anni di vita, basta osservarli per capire quanto impegno pongono nell’imparare a camminare e a correre o nell’acquisire quei processi di autoregolazione che gli consentono d’imparare riducendo i rischi di farsi del male (il piacere che provano nello svolgere l’attività  di arrampicarsi e di saltare). Anche per l’adulto la ricerca del benessere può venire soddisfatta attraverso una migliore percezione del proprio corpo o attraverso il riscontrare che il proprio umore può migliorare attraverso la pratica motoria moderata. Per molti individui è la scoperta che possono agire attivamente e positivamente sulle reazioni del proprio corpo e di quanto queste siano inscindibilmente collegate alla loro condizione psicologiche, in un rapporto di reciproca influenza.
  3.  Il bisogno di autorealizzazione – Nello sport per tutti sono presenti necessità di autorealizzazione molto diverse tra loro e, certamente non tutte positive.  Una delle forme dell’intelligenza è quella cinestesica e gli sportivi traggono un senso di valorizzazione personale dall’acquisizione di un livello elevato di maestria nello svolgimento della loro attività. Un’altra modalità di autorealizzazione  collegata, invece, allo sport per tutti consiste nel  mantenimento di una condizione di benessere psicofisico soddisfacente. Non sono invece accettabili come forme di valorizzazione positiva quelle di coloro che si servono di sostanze nocive alla salute  o abusano nell’uso di farmaci per migliorare il loro aspetto fisico o le loro prestazioni sportive.
  4.  Il bisogno di appartenenza – Per molti sportivi la ricerca del contatto sociale attraverso la pratica motoria/sportiva rappresenta una delle motivazioni principali. Lo sport diventa sinonimo di attività svolta in gruppo. Un’attività su tutte: il podismo; la corsa è uno sport individuale che si svolge in gruppo, perché il bisogno di stare con gli amici o di farsene di nuovi e di condividere con questi la propria esperienza sportiva personale è una dimensione psicologica fondamentale.
  5.  Il bisogno di gioco e di avventura – Sport per tutti  significa sport a misura di ognuno, in cui la soggettività e l’esigenza del singolo prevalgono sulla regola del modello competitivo tradizionale. Questo perché lo sport per tutti lo si pratica per piacere personale e le regole del gioco le stabiliscono i partecipanti. Non è in palio la vittoria o l’ottenimento della prestazione assoluta, bensì la soddisfazione di un proprio desiderio. L’avventura non è solo quella assoluta di Messner o di Soldini ma pure quella della persona sedentaria che decide per la prima volta nella sua vita di vincere le proprie resistenze legate alla sua non buona percezione del proprio corpo o al desiderio di dimagrire e di seguire un programma di attività motoria in palestra.
  6.  Il bisogno di vivere in un ambiente naturale – E’ sempre più avvertita l’esigenza di fare dell’attività fisica immersi nella natura sia essa quella di un parco cittadino o quella del mare, della montagna o della campagna. La ricerca di un contesto ambientale adeguato non sorge unicamente dal piacere di respirare un’aria più pulita o di sentire profumi a cui in città non siamo più abituati. Ancora più profondamente, invece,  s’inserisce nell’ambito di uno stile di vita fisicamente attivo, in cui la natura diventa il luogo per eccellenza dove muoversi, fosse anche solo per camminare chiacchierando con gli amici.

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