Archivio mensile per dicembre, 2021
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Prendendo spunto dal record del campione NBA Stephen Curry: dalla sua tenacia nel volere perseguire il miglioramento delle sue prestazioni e dall’essere considerato anni fa inadeguato a giocare ad alti livelli sino invece a stabilire il record NBA di triple segnate in carriera (2974).
Psicosport organizza domani; martedì 21 dicembre, ore 19- 20.30 un webinar gratuito sul tema “Viaggio nella mente dell’atleta” parleremo di questo argomento. E’ un tema che riguarda tutti gli atleti, allenatori, dirigenti sportivi e gli psicologi. Vedremo infatti come sia possibile e auspicabile sviluppare la “mentalità orientata alla crescita” nei giovani che praticano sport e non solo negli atleti di livello assoluto. I campioni possono indicarci la strada ma il miglioramento è un tema essenziale per chiunque e, proprio per questa ragione, non ci si deve nascondere dietro l’idea che queste cose riguardano solo il mondo sportivo dell’alto livello. Quindi, ognuno quale che sia il suo ruolo deve imparare a declinarlo sulla base delle proprie esperienze di vita quotidiane.
Rifletti sulle tue prestazioni: Stai migliorando o rimanendo al tuo posto? Stai crescendo o fai sempre gli stessi errori?
Durante il webinar verrà presentato il l’edizione del Master di Psicologia dello Sport organizzato a Roma a partire da Febbraio 2022.
Iscrizione al webinar: https://www.psicosport.it/blog/open-day-master-psicologia-dello-sport-roma-2022-dic
Un tema poco conosciuto riguarda lo sport di squadra ma non quello di alto livello bensì quello delle serie inferiori.
Alcune domande.
Quali sono gli obiettivi di questi atleti, ragazzi e ragazze, che giocano a questo livello competitivo?
In che modo divertimento, coesione e miglioramento tecnico-tattico coesistono insieme?
Quali sono gli obiettivi degli allenatori e in che modo stimano la motivazione dei loro atleti?
Qual è il loro stile di leadership dominante?
SE qualcuno vuole rispondere a queste domande sarò lieto di riceverle.
I migliori rigoristi del mondo (per esempio, Salah e Lewandowski) prendono tempo e respiri profondi per aiutare la compostezza, il controllo e la concentrazione. Con tali pratiche altamente visibili, perché tanti altri iperventilano prima del tiro, chiudono gli occhi, pregano per il meglio e si precipitano verso la palla? (Geir Jordet)
Da pochi giorni Stephen Curry ha stabilito il record NBA di triple realizzate in carriera: 2974. Tre anni fa in un’intervista al Wall Street Journal, aveva fatto chiaramente capire qual era la sua mentalità: “Sento che posso migliorare nel mettere la palla nel canestro”. “Posso migliorare”.
Poche parole che hanno chiarito quale sia l’atteggiamento mentale di questo campione Curry che gli fornisce un vantaggio. Secondo Curry, il tiratore più efficiente della storia dell’NBA la parola “picco” non esiste, poiché è sempre orientato al miglioramento.
Curry mostra una mentalità continuamente orientata alla crescita, come descritto da Carol Dweck, la “Growth Mindset”. Chi ragiona in questo modo ritiene che il suo potenziale sia illimitato. Al contrario delle persone con una “mentalità fissa” che non vedono spazio per il miglioramento. Avere un approccio di crescita significa che si è aperti a imparare nuove abilità e a coltivare abitudini migliori – non importa quanto si è bravi oggi.
Dweck dice che molte persone con una mentalità di crescita non hanno iniziato in quel modo. Infatti, erano piuttosto ordinarie. Il rapporto del draft NBA di Curry conferma la tesi di Dweck. In un video per CoachUp, Curry stesso ha letto parti del draft report del 2009: “L’atletismo di Curry è sotto lo standard. Non è un grande rifinitore intorno al canestro. Deve migliorare notevolmente come gestore di palla. Egli limiterà il successo al livello successivo”.
Le persone con mentalità di crescita sono ossessionate dall’apprendimento perché credono di poter migliorare, che nel caso di Curry, è consistito nel migliorare la loro efficienza di tiro. Celebrano le vittorie, ma vedono i successi come pietre miliari e non come il gioco finale.
Curry si definisce il suo “avversario più feroce” mentre percepisce le squadre avversarie come meno ambiziose rispetto alle aspettative che ha nei suoi confronti: “Il tuo stato d’animo è la principale forza motrice dei tuoi successi e dei tuoi fallimenti. Rimani affamato, rimani guidato”.
Quindi rifletti sulle tue prestazioni: Stai migliorando o rimanendo al tuo posto? Stai crescendo o fai sempre gli stessi errori?
Durante il webinar che si tiene martedì 21 dicembre, ore 19- 20.30 organizzato da Psicosport sul tema “Viaggio nella mente dell’atleta” parleremo di questo argomento. E’ un tema che riguarda tutti gli atleti, allenatori, dirigenti sportivi e gli psicologi. Vedremo infatti come sia possibile e auspicabile sviluppare la “mentalità orientata alla crescita” nei giovani che praticano sport e non solo negli atleti di livello assoluto. I campioni possono indicarci la strada ma il miglioramento è un tema essenziale per chiunque e, proprio per questa ragione, non ci si deve nascondere dietro l’idea che queste cose riguardano solo il mondo sportivo dell’alto livello. Quindi, ognuno quale che sia il suo ruolo deve imparare a declinarlo sulla base delle proprie esperienze di vita quotidiane.
Iscrizione al webinar: https://www.psicosport.it/blog/open-day-master-psicologia-dello-sport-roma-2022-dic
La storia sportiva di Valentina Margaglio diventata la prima italiana sul podio di Coppa del mondo, nello skeleton, nello slittino a pancia e testa in giù, è un esempio di ciò che si chiama trasferimento del talento.
Consiste quindi in un programma di ri-assegnazione di un atleta a un altro sport che possiede caratteristiche strutturali simili e trasferibili attraverso programmi informali e basati solo sul desiderio personale di cambiamento o formali di ricerca del talento condotti dalle organizzazioni sportive.
I casi più importanti
Uno degli esempi più famosi in relazione a questo approccio è la storia di Clara Hughes che è passata dal pattinaggio di velocità al ciclismo su strada vincendo una medaglia in ambedue le olimpiadi estive (1996) e invernali (2002, 2006).
L’Australian Institute of Sport ha realizzato un programma ambizioso con lo skeleton disciplina poco diffusa con lo scopo di trasferire coloro che erano dotati di sprint naturale in un evento in cui la velocità esplosiva è una condizione necessaria, impegnandosi anche nel realizzare un ambiente che permettesse un rapido apprendimento delle abilità di guida sul ghiaccio e un rapido adattamento alle caratteristiche uniche del tracciato.
A partire dal 2006, UK Sport in preparazione di Londra 2012 ha sviluppato una serie di iniziative in relazione alla ricerca del talento che ha coinvolto 7.000 atleti. Alcuni di questi programmi hanno previsto l’approccio del trasferimento del talento. “Pitch 2 Podium” prevede che giocatori di calcio e rugby che non hanno ottenuto contratti professionistici hanno partecipato a una selezione per diventare atleti in sport quali il canottaggio, il ciclismo e lo skeleton. “Fighting chance”, invece, ha incoraggiato atleti delle arti marziali a misurarsi nel taekwondo, mentre “Girls4Gold” ha chiesto a ragazze con un’esperienza competitiva di livello regionale o anche superiore in qualsiasi sport a partecipare a selezioni per il ciclismo, canottaggio, pentathlon moderno, vela e skeleton. Ciò a prodotto 50 atleti nazionali e 54 medaglie a eventi internazionali.
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Atleta Sport di origine e risultati Nuovo sport e risultati
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Eddie Eagan Boxe Bob a 4 uomini
(USA) 1920 –oro 1932 – oro
J. Tullin Tharms Salto con gli sci Yachting, 8 metri
(NOR) 1924 – oro 1936 – argento
Christa Luding Pattinaggio velocità Ciclismo, 1000m
Rothensburger (DDR) 1984, 1988 – 2 ori, argento 1988 – argento
Willie Davenport Atletica, 110m ostacoli Bob a 4 uomini
(USA) 1964, 1976 – oro, bronzo 1980 – oro
Chris Witty Pattinaggio velocità Ciclismo, 500m
(USA) 1998 – oro, argento 2000 – 5° posto
Clara Hughes Ciclismo strada e prove a tempo Pattinaggio velocità e fondo
(CAN) 1996 – oro, argento 2002, 2006 – oro, argento, bronzo
Hayley Wickeheiser hockey su ghiaccio Softball
(CAN) 1998, 2006, 2 oro, argento 2000 – 8° posto
Igor Boraska Canottaggio, otto Bob a 4 uomini
(CRO) 2000, 2004 – bronzo 2002 – 26° posto
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Esempi di trasferimento del talento di atleti che hanno partecipato alle Olimpiadi invernali e estive (modificato da Gulbin, 2008).
Cassandra M. Seguin & Diane M. Culver (2021). The lived experience of sport-related concussion: A collaborative inquiry in elite sport, Journal of Applied Sport Psychology, DOI: 10.1080/10413200.2021.1998804
Sport-related concussion(s) (SRCs) pose a complex problem to researchers and practitioners alike. The psychological and emotional experience of these injuries requires individualized and multidisciplinary intervention to promote wellbeing and effective recovery. These interventions require a thorough understanding of the SRC experience. Thus, collaborative inquiry, a novel approach in the SRC domain, was employed to give athletes a voice in how their experience is portrayed and understood within the research and applied communities. Data were generated over two years through on-going discussion and reflection between the researchers and twelve elite athletes who experienced SRCs. Athletes advocated for a broader view of their injury that considers the interplay of sociocultural factors and the individual’s psychosocial experience. Mutual engagement through interviews, member reflections, focus groups, follow-up emails, and further reflective conversations generated two composite narratives. These narratives are interpreted using Bronfenbrenner’s Ecological Systems Theory to underline the interplay of factors: (1) microsystem (athletic identity), (2) mesosystem ((dis)trust in relationships), (3) exosystem (concussion protocols), (4) macrosystem (sport culture), and (5) chronosystem (timing related to major events and recovery). Through this unique combination of methodology and theory within SRC research, we aim to highlight opportunities for applied intervention, multidisciplinary collaboration, and future scientific exploration
Lay summary: Elite athletes who experienced concussions collaboratively created stories which highlight the complexity of concussions. These stories and accompanying analysis are intended to help practitioners and researchers further understand some of the psychological, social, and cultural factors that contribute to injury experience and recovery.
Practical Implications: This article aims to facilitate an understanding of some of the complex and interacting factors that impact an elite athlete’s experience with concussion. Through a narrative exploration of athletes’ experiences and a multi-systems theory, this article highlights potential targets for applied sport psychology and rehabilitative interventions. Specifically, psychological, social, and cultural barriers and factors are identified as potential intervention areas, all of which have been largely ignored in existing return-to-sport protocols.
In questa stagione sportiva vi sono state così tante espulsioni fra gli allenatori nel calcio di Serie A. Il fenomeno riflette un livello di stress professionale che gli allenatori hanno spesso difficoltà a controllare e di conseguenza sul campo inveiscono contro gli arbitri in modo poco controllato. Quali possono esserne le cause:
Pressione – è forte la richiesta dei Club e dei tifosi di fare subito risultato e lo è altrettanto l’incapacità dei Club di permettere, salvo rare eccezioni, al tecnico di lavorare su obiettivi che non siano solo quelli della partita della domenica
Precarietà - L’effetto è che l’allenatore rischia di venire esonerato se perde qualche partita o se non corrisponde subito alle aspettative del presidente.
Esposizione - L’allenatore è quotidianamente sulle pagine dei giornali e delle trasmissioni sportive. Intorno a lui si sviluppa un gossip continuo che espone le sue scelte alla discussione senza fine del pubblico e dei giornalisti, che s’interrompono solo durante la partita per riprendere subito dopo nelle interviste post-partita.
Coesione - Le rimostranze dell’allenatore sono anche un modo per spostare su di sé l’attenzione dell’arbitro, allo scopo di ottenere un effetto di coesione della squadra e un aumento della combattività dei calciatori in risposta alla frustrazione derivata dall’ammonizione o espulsione del loro allenatore.
In queste condizioni non è semplice svolgere il proprio lavoro e certamente gli allenatori troverebbero utilità nello svolgere attività di coaching allo scopo di migliorare la loro abilità nel gestire gli stress che incontrano nel loro percorso. D’altra parte questo è un approccio di cui si servono i manager delle aziende proprio per migliorare la loro leadership.
Infine, va detto che anche gli arbitri dovrebbero essere meglio preparati, spesso si dimostrano permalosi e e vogliono ricordare con gesti estremi che sono a loro a comandare in campo. E così siamo molto lontani dagli di Paolo Casarin, quando spiegava agli arbitri che loro “sono degli invitati” e quindi dovrebbero sapere trasmettere questa mentalità anche nelle situazioni più calde delle partite. D’altra parte è completamente sconosciuta quale sia oggi la preparazione mentale dei nostri arbitri.
Gli atleti possono commettere tre tipi di errori dovuti alla tipologia di attenzione di cui si servono in un determinato momento della gara: il primo riguarda la distrazione ambientale (pubblico, condizioni metereologiche, avversari), il secondo si riferisce al sovraccarico mentale (preoccupazioni eccessive, aspettative elevate) e il terzo è relativo al sovraccarico emotivo (ansia, paura, rabbia).
Sulla base di questi dati, i detentori di record del mondo sono particolarmente competenti nel ridurre al minimo gli errori dovuti alla distrazione ambientale e al sovraccarico di pensieri rispetto agli altri atleti di livello internazionale nelle tre tipologie di sport (closed skill, open skill e di squadra) e agli atleti adolescenti.
Tuttavia, anche per loro, la principale fonte di distrazione riguarda la componente emotiva dei loro pensieri che, nei momenti di maggiore importanza, può prendere il sopravvento e disturbare la qualità della loro loro prestazione (Fonte: Cei Consulting, 2017).
La psicologia dello sport è una disciplina che ha saputo ritagliarsi un suo spazio autonomo all’interno della psicologia e delle scienze dello sport e del loro insegnamento. I principali temi che affronta questa materia riguardano otto grandi aree: i processi cognitivi coinvolti nel controllo motorio e nella prestazione sportiva; le abilità psicologiche implicate nei diversi tipi di discipline; i processi motivazionali; il ruolo dell’allenatore e dell’organizzazione dell’allenamento; i programmi sportivi per l’infanzia; il benessere e la salute; le abilità interpersonali e le dinamiche di gruppo; i processi di autoregolazione, i livelli di attivazione e i sistemi per affrontare lo stress agonistico. In “Fondamenti di di psicologia dello sport” (Il Mulino, 296 pagine, 27 euro) Alberto Cei illustra le conoscenze che la psicologia dello sport ha acquisito in queste aree principali e fornisce un panorama in grado di soddisfare docenti,studenti e anche quanti sono interessati o vogliono avvicinarsi a questa disciplina (Da Tuttosport).