Si vince o si perde per un “niente”: come si allena?

Nello sport il punteggio finale che divide i vincitori dai perdenti è  spesso molto ridotto. Non mi riferisco solo al calcio dove si vince per lo scarto di un goal. Non a caso Mourinho dice che è più contento quando la sua squadra vince 1-0 piuttosto che 5-0, poiché quella vittoria è sinonimo di tenacia e concentrazione.

Lo sport insegna molto a tutti, perchè si perde per un punto, per una manciata di centesimi di secondi, per un centimetro. Nel golf spesso la pallina non va in buca per qualche millimetro e lo stesso vale nel tiro a segno dove Campriani ci ha spiegato che la differenza fra un 8 e un 1o equivale a tre monete da un centesimo di euro sovrapposte. Nel celebre discorso di Al Pacino alla squadra nello spogliatoio, nel film Ogni maledetta domenica, l’allenatore afferma che si vince o si perde per un centimetro e che la somma di tutti i centimetri vinti o persi in una partita farà la differenza fra vivere o morire.

Questo ragionamento non deve certo angosciare.

  1. E’ la condizione usuale che tutti gli atleti affrontano in gara; le condizioni sono uguali per tutti.
  2. Lo sport richiede un’estrema attenzione con lo scopo di favorire il fluire della propria azione tecnica e l’autocontrollo di se stessi.
  3. Per quanto tempo? Sino alla fine. Scordiamoci che sia più facile mantenere la concentrazione se la gara dura pochi secondi come nei 100m piuttosto che due ore come nel tennis. La tenacia è l’ingrediente necessario di una prestazione vincente ed è figlia dell’intensità con cui ci si allena e di quando si è orientati reagire psicologicamente dopo un errore.
Domanda: quanto sono allenati in questo i vostri atleti e quanto voi come allenatori siete consapevoli della rilevanza e allenabilità di questi tre fattori?

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