Archivio mensile per novembre, 2021

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Riflessioni sul calcio

Alcuni pensieri sul nostro calcio.

  • Guardando una partita di calcio, mi stupisce quanto spesso i calciatori cadono per terra dopo scontri con avversari. Domanda a cui non so rispondere: quanti sono i simulatori, quanti cadono per la durezza del contrasto e quanti cadono per imperizia dell’avversario incapace di anticipare (come faceva invece Paolo Maldini).
  • Largo ai giovani, non è un tema italiano ma meno male che Mourinho ha inserito Feliz che ha segnato subito due reti. Giovane non è sinonimo per forza di capacità ma dovrebbe esserlo almeno di entusiasmo. Quanti allenatori lo pensano utile, l’entusiasmo.
  • In questo campionato le prime 8 hanno subito circa lo stesso numero di goal (15 o 17) fatta eccezione per la Lazio (21) e per il Napoli (7). Differenze crescenti di goal effettuati sono collegati positivamente alla posizione in classifica. Cosa significa in termini di mentalità?
  • Come vengono gestiti psicologicamente i giocatori in campo, quelli in panchina e gli altri?
  • Come vivono gli allenatori delle squadre in pericolo di retrocessione questo continuo confronto tra il loro lavoro e i risultati settimanali? Sono mentalmente pronti a vivere in questa situazione scomoda?

“Mancini convoca Sinner”

“Mancini convoca Sinner” c’era scritto sugli striscioni a Torino a dimostrazione del riconoscimento non solo tecnico di questo giovane tennista ma anche della sua capacità di giocare partite di livello assoluto in modo intelligente e combattivo.

Qualità queste ultime due che sono mancate alla nazionale di calcio italiane nelle sue utile due partite. Al momento il successo all’europeo di calcio della scorsa estate è interpretabile, secondo me, come la vittoria di una squadra outsider che è riuscita a esprimersi al suo massimo livello, così come è accaduto in passato squadre come la Grecia e la Danimarca. Successo meritato naturalmente, così come le competenze dei giocatori non possono di certo essersi sciolte in questi mesi.

La questione riguarda il percorso successivo: è possibile ripetere quel tipo di prestazioni? La risposta non è scontata, perchè sappiamo che il mantenere un elevato standard di successo continuativo nel tempo non solo non è scontato ma non è affatto facile.

La prova al momento la squadra italiana non l’ha superata, il collettivo è stato insufficiente al compito e i singoli non hanno saputo rappresentare una valore aggiunto decisivo.

Il futuro non sappiamo come sarà ma certamente va effettuata una preparazione psicologica diversa e più specifica che il semplice e scontato “giochiamo per divertirci, abbiamo le competenze per andare avanti” e così via.

 

Da ultimi a vincenti: la storia di una squadra di non-udenti

Quello che sta dimostrando la squadra di football americano della California School per Sordi a Riverside è la più classica dimostrazione di come una difficoltà possa tramutarsi in un’opportunità di sviluppo e di vittoria anche in uno sport in cui i rumori derivati dagli scontri fra i giocatori sono parte integrante del gioco. Per sette stagioni la squadra dei Cubs aveva sempre e spesso gli avversari li avevano umiliati non solo nel gioco ma anche con le parole con cui si riferivano a loro.

Ma in questa stagione sono imbattuti e sono a due partite dal vincere il campionato. Sarebbe la prima volta in 68 anni.

Sono allenati guidati dall’insegnante di educazione fisica della scuola, Keith Adams, un uomo sordo, corpulento ed effervescente i cui due figli sordi sono anche nella squadra. I Cubs sono diventati una squadra veloce e che colpisce duro. La loro arma è un sistema di segnali a mano codificati tra compagni di squadra e allenatori affiatati che confonde gli avversari con la sua velocità ed efficacia.

In una parte della California che ha sofferto molto durante la pandemia con alta disoccupazione e più di 5.000 morti, l’eccellenza dei Cubs ha sollevato la scuola e la comunità circostante.

Il successo della squadra ha spezzato lo stereotipo duro a morire che la sordità è qualcosa che nel calcio non si può superare. Adams, ha applicato a questo gruppo di atleti la sua filosofia, secondo cui  ciò che potrebbe essere pensato come un limite può essere un vantaggio. Grazie a questo approccio, ad allenamenti rigorosi e a un gruppo di giovani talentuosi che già giocavano insieme a livelli inferiori ha costruito una squadra vincente.

Gli allenatori dicono anche che i giocatori sordi hanno potenziato la loro visione rendendoli più attenti ai movimenti di gioco. In tal modo acquisiscono una migliore percezione del posizionamento dei loro avversari.

On Friday night, the Cubs beat the Desert Christian Knights, 84-12.

La spiegazione dell’errore di Jorginho viene dalla scienza

Gli studi riportati in questo articolo forniscono alcuni spunti utili per spiegare l’errore commesso da Jorginho nel calciare il rigore contro la Svizzera. La scienza aiuta a conoscere i fenomeni mentali in queste situazioni uniche, quali sono i calci di rigore, e fornisce orientamenti per allenare i giocatori e non certo per incolparli.

Geir Jordet (2009) Why do English players fail in soccer penalty shootouts? A study of team status, self-regulation, and choking under pressure, Journal of Sports Sciences, 27:2, 97-106.
“Generalmente, le persone reagiscono con rabbia o ansia a tutti gli eventi che sfidano seriamente la loro immagine mentale di se stessi … Quando si sperimentano queste emozioni, i sistemi di autoregolazione a volte si rompono e le persone cercano una fuga immediata dal disagio emotivo … Anche se questo tipo di autoregolazione può fornire una pausa dalle emozioni spiacevoli, può anche danneggiare le prestazioni, diventando così alla fine autodistruttiva. Questo esatto modello è stato documentato in due studi recenti sul fallire sotto pressione nei calci di rigore internazionali.

Jordet e Hartman (2008) hanno scoperto che i partecipanti in situazioni di pressione molto alta (che prendono tiri in cui un errore porterebbe immediatamente a una sconfitta) hanno mostrato tempi di preparazione significativamente più veloci (si pensa che riflettano il desiderio di fare il tiro “subito”), più comportamenti di evitamento e meno tiri segnati rispetto ai giocatori che calciano con minore pressione (nessuna implicazione diretta che decide la partita o un gol che porterebbe immediatamente a una vittoria).

In un altro studio recente, i giocatori migliori a livello internazionale (definiti come quelli che, in precedenza, hanno ricevuto uno o più premi internazionali prestigiosi, come il “giocatore dell’anno FIFA”) si sono comportati peggio, e si sono impegnati di più in comportamenti di fuga rispetto ai giocatori con livelli inferiori di status pubblico.

In entrambi questi studi, è stato dimostrato che ridotti tempi di preparazione del rigore erano legati alle scarse prestazioni, suggerendo che questo tipo di strategia di autoregolazione è potenzialmente fallimentare”.

 

#GrazieVale


10 abitudini quotidiane dei campioni


Percorsi di calcio, percorsi di libertà

I percorsi del calcio possono offrire ai ragazzi che sono in carcere una strada che da qui porta fuori, che insegna le regole e insegna a insegnare. Questo è stato l’obiettivo del Corso per istruttori di scuola calcio realizzato alcuni anni fa dal Settore Giovanile Scolastico della FIGC del Lazio sotto la guida di Patrizia Minocchi, con una squadra composta da 12 esperti nei diversi ambiti del calcio.

E’ un progetto realizzato nel 2015 e vale la pena ricordarlo perchè non è mai stato ripetuto ma anche per non dimenticare questa esperienza, che dovrebbe ricordarci quante altre si potrebbero realizzare se vi fosse la mentalità di volere fornire un servizio alla società non solo a parole ma anche tramite progetti di inclusione e di professionalizzazione delle persone che vivono fasi della loro vita veramente difficili.

Anche i master alla maratona delle Olimpiadi di Parigi

1000 days to go until the world’s greatest athletes come together once more, all for the  love of sports, across the picturesque French capital.

 From the bid phase, Paris 2024 promised to revolutionise the  experience of the Olympic and Paralympic  Games for the general  public. Many people shared a dream that is now a reality: at the  Paris 2024’s Mass  Participation Marathon, amateur athletes will  be able to follow the same route as the Olympic marathon  event,  enabling as many as possible to run in the footsteps of outstanding  athletes. This will be an  extraordinary experience, on a unique and  original route, celebrating the history and of Paris and its region.

Since the bidding phase, Paris 2024 has been determined to provide people in France with an outstanding  Games experience. Organising mass participation events with a marathon and a 10km race during the Games will be a first in Olympic history. Just like the Olympic Games, the Paris 2024’s Mass Participation Marathon will include 50% of men and 50% of women.

L’equilibrio possibile fra sogni e ostacoli

Si può sognare e pensare in modo positivo ma allo stesso tempo si devono prendere in considerazione gli ostacoli che si incontrano per raggiungere i propri obiettivi e per ognuno di essi è necessario avere una soluzione.

Le parole chiave di questo nuovo approccio sono: per raggiungere obiettivi rilevanti, gli individui devono prevedere gli ostacoli che si frappongono al loro raggiungimento.

Individuare gli ostacoli per il futuro è utile per due ragioni. In primo luogo, se il numero di ostacoli che si frappongono è troppo grande, allora può effettivamente aiutare le persone a decidere in modo efficace quando devono rinunciare a un obiettivo.

In secondo luogo, quando gli ostacoli sono potenzialmente gestibili, allora il contrasto tra il presente e il futuro offre alle persone l’opportunità di pianificare come superare gli ostacoli che si presentano.

Gli errori

La difficoltà degli atleti, ma non solo loro, ad accettare gli errori e a praticare nella quotidianità il detto “s’impara solo dagli errori”, mette in luce quanto la nostra cultura insegni ai giovani che gli errori vanno evitati e che sono una dimostrazione d’incapacità personale. Con questo approccio gli errori sono qualcosa da evitare e di cui vergognarsi e quando è possibile nascondere.

Più raramente viene insegnato che sbagliare è parte del gioco della nostra vita, come la pioggia e il sole. L’errore ci dovrebbe insegnare ad adattarci agli eventi, che in questo caso sono rappresentati dalle prestazioni degli atleti. L’errore è il limite con cui ci confrontiamo nella quotidianità e indica quale sarà il prossimo obiettivo del miglioramento.

Senza errori non c’è apprendimento, non sapremmo in quale direzione orientare le nostre energie e la nostra intelligenza. Quindi ringraziamo i nostri errori che sono la nostra guida versi il diventare migliori.