Archivio mensile per ottobre, 2021

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10 atteggiamenti per essere attivi

Master psicologia dello sport

Entusiasta di iniziare la nuova edizione di un Master in Psicologia dello Sport che ha una storia trentennale con persone autorevoli e con una storia nello sport da raccontare e ascoltare.

Sarà una grande esperienza di condivisione e di sviluppo di nuovi e capaci professionisti.

Come si realizza un programma di coaching per l’arbitro

Nel web mi sono imbattuto in questo mio vecchio articolo sugli arbitri tuttora attuale e di cui ripropongo una parte.

Ho lavorato con arbitri di pallavolo e di calcio ai massimi livelli per circa 15 anni, è statore me un lavoro estremamente interessante e molto ben accettato in quell’ambiente. Oggi è un’area del tutto abbandonata da queste federazioni. Ovviamente questo è ciò non è avvenuto nel mondo, soprattutto nel calcio. Siamo stati in anticipo rispetto agli altri paesi e poi andati via i dirigenti interessati (Benito Montesi nella pallavolo e Paolo Casarin nel calcio) quest’area d’intervento si chiusa a queste tematiche di sviluppo personale e professionale degli arbitri. E’ datato 1986 il libro di Psicologia degli arbitri di pallavolo. Eravamo dei marziani mentre invece pensavamo che fosse la normalità.

“Il programma si articola in quattro parti: definizione del piano di autosviluppo, attuazione del programma di azione formulato, valutazione dei risultati raggiunti e follow-up finale.

La definizione del piano di autosviluppo personale viene realizzata in due fasi. La prima comporta l’illustrazione dei risultati emersi dal Test of Attentional and Interpersonal Style e la formulazione di un Piano di Autosviluppo Personale centrato sui punti seguenti:

  • Descrizione delle principali aree di miglioramento scelte dall’arbitro
  • Descrizione di quali sono le cause che hanno determinato uno sviluppo limitato o insoddisfacente in questi ambiti
  • Descrizione di quali sono le situazioni specifiche che con più probabilità contribuiscono a mantenere queste difficoltà/limitazioni
  • Identificazione di quali sono le abilità che vuole sviluppare per superare queste difficoltà
  • Identificazione di quali sono i parametri che vuole usare per valutare il proprio miglioramento
  • Identificazione delle azioni che vuole effettuare per migliorare queste competenze
  • Identificazione di chi potrebbe fornirgli un supporto esterno di fiducia con cui confrontarsi e verificare se il suo comportamento sta cambiando

Nel successivo incontro s’identifica un obiettivo specifico di miglioramento e si formula un Piano di Azione”.

Una domenica speciale con il calcio

Basta veramente poco per trascorrere una mattina di gioco, calcio, con gli istruttori della Roma e dell’Accademia di calcio integrato e gli psicologi dello sport. Tanti bambini e adolescenti con disabilità intellettiva su tre fazzoletti di prato al Foro Italico, Roma, nell’ambito della manifestazione Tennis and Friends.

Questo è il bello del calcio, è sufficiente avere un pallone e subito si gioca, in ogni luogo, anche nei piccoli spazi tra i campi di tennis. Non dobbiamo perdere la semplicità che ci offre questo gioco, basta veramente poco per trascorrere del tempo in modo per tutti divertente, dai giovani alle famiglie e a noi che l’abbiamo organizzato.

Quest’anno partiamo con il 7° anno di attività e dopo un lungo periodo senza partite organizzeremo dei tornei per fare vivere ai ragazzi l’entusiasmo di giocare insieme e di confrontarsi con altre squadre.

Per informazioni visita il nostro sito web.

 

 

Jacobs: l’atleta che migliora l’immagine di sé dell’Italia

Il New York Times interpreta l’impresa di Jacobs anche dal punto di vista socio-politico:

“In una nazione in cui alcuni politici populisti hanno cercato sostegno demonizzando i migranti neri, la vittoria del figlio di un afroamericano e di una madre italiana bianca ha alimentato l’immaginazione di come possono essere gli atleti italiani e gli italiani stessi”.

Lamont Marcell Jacobs won Olympic gold for Italy in the 100-meter dash and 4x100-meter relay.

La sedentarietà dei canadesi è grave

Se pure i canadesi hanno smesso di fare sport … è un indice di gravità del fenomeno sedentarietà.

 

Sport e prestazioni scolastiche

Katherine B. Owen et al., (2021). Sport Participation and Academic Performance in Children and Adolescents: A Systematic Review and Meta-analysis. Medicine and Science in Sport and Exercise

Introduction: Physical activity can improve academic performance; however, much less is known about the specific association between sport participation and academic performance and this evidence has not been synthesised. Our aim was to systematically review and combine via meta-analyses evidence of the association between sport participation and academic performance in children and adolescents.

Methods: We conducted searches of five electronic databases using sport and academic performance related terms. We combinedevidence from eligible studies using a structural equation modelling approach to multilevel meta-analysis.

Results: From 115 eligible studies, most of which had a high risk of bias (k = 87), we meta-analysed 298 effect sizes. Overall, sport participation had a small positive effect on academic performance (d = 0.26, 95% CIs 0.09, 0.42). Moderator analyses indicated that sports participation was most beneficial for academic performance when it was at a moderate dose (i.e., 1-2 hours per week), compared to no sport or a high dose of sport (3+ hours per week).

Conclusion: Sports participation during school hours was more beneficial for academic performance compared to sport participation outside of school hours. Based on mostly low-quality studies, we found some evidence that sport could positively impact academic performance in children and adolescents. It appears that sport participation of a moderate dose and at school could be used to promote academic performance. However, if this field were to inform policy, high-quality studies are needed that provide insight into the effect of dose and sport characteristics on academic performance.

3 pilastri motivazionali alla base del mio lavoro

  1. “Indipendentemente da ciò che le persone nel mondo imparano, quasi tutte le persone possono imparare, se le vengono fornite i giusti antecedenti e condizioni adeguate di apprendimento”  (Benjamin S. Bloom, 1985)
  2. La prestazione non è un costrutto teorico ma una misurazione: ogni punteggio osservato (Prestazione) su una misura è uguale al punteggio vero (Abilità) depurato dall’errore (deviazione del punteggio osservato da quello vero ovvero deviazione della Prestazione dalle Abilità). Prestazione = Abilità + Errore (Aoyagi, Cohen, Poczwardowski, Metzler e Statler, 2018)
  3. Bisogna accettare l’errore, piuttosto che considerarlo come qualcosa  da evitare, poiché sarà sempre presente in ogni prestazione.  Si deve imparare a ridurne la frequenza e la gravità, per mantenere l’efficacia della prestazione al livello più elevato di competenza personale.  Bisogna permettere di sbagliare, per ottenere quelle informazioni che saranno utili per migliorare/perfezionare le abilità, aumentando la probabilità di fornire in futuro prestazioni sempre più corrispondenti al livello di abilità acquisito. (Dweck, 2006)

La nostra responsabilità di adulti verso i giovani atleti

In questo inizio di nuovo secolo, si è affermato il concetto che lo sport può diventare uno sbocco professionale valido e perseguibile per i giovani. Anni fa intraprendere la carriera di atleta era una opzione poco considerata dalle famiglie, continuavano a frequentare le scuole in cui erano iscritti sino al termine del ciclo di studi. Perlomeno questa era la situazione italiana caratterizzata da un totale scollamento fra l’istituzione scolastica e il mondo sportivo, quest’ultimo generalmente avversato dai professori. Le famiglie, d’altra parte, raramente si ponevano la domanda relativa al futuro sportivo dei loro figli prima del raggiungimento della loro età adulta. Oggi la situazione è di molto cambiata. Le organizzazioni sportive premono perchè gli atleti promettenti si allenino molte ore a settimana, le famiglie pensano che la carriera sportiva sia un’occasione come le altre, talvolta anche la migliore e la più semplice da perseguire e i giovani si trovano tra queste due richieste e nel contempo anche loro si sintonizzano su questa opportunità. Inoltre, l’insegnamento nelle scuola italiana è piuttosto arretrato e poco diverso da come veniva svolto 100 anni fa e, quindi, gli adolescenti in generale non trovano un ambiente orientato al loro sviluppo come persona e all’acquisizione delle competenze caratteristiche del loro piano di studi.

Certamente lo sport appare come più divertente, appassionante e vario, anche se poi la pratica quotidiana non corrisponde a questo stereotipo, ma a mio avviso l’ambiente sportivo in cui s’inseriscono i giovani talenti è di solito stimolante, e guidato da tecnici più interessati allo sviluppo della persona e dell’atleta. Stiamo parlando di giovani che si allenano almeno 30 ore settimanali per 10 mesi. Quantità di tempo, comunque non diversa, da quella degli studenti che vogliono ottenere risultati altrettanto positivi a scuola.

La questione che nessuno si pone non è sulle nozioni da imparare, ma sul comprendere quanto l’abbandono della scuola o l’attività scolastica svolta in scuole private dove lo studio del programma è totalmente condizionato dall’attività sportiva rappresenti un limite allo sviluppo di questi giovani atleti. Ad oggi famiglie e organizzazioni sportive perseguono la loro strada e non esistono linee guida elaborate dal ministero dell’istruzione e da chi governa lo sport. In questa scelta le famiglie sono lasciate senza una guida e le federazioni scelgono le strade percorribili in funzione delle esigenze del loro sport. Una discussione sarebbe utile magari a partire da una migliore conoscenza dei modelli degli altri paesi.

 

Come si diventa esperti?

Ai molti giovani psicologi che vogliono entrare a lavorare nello sport vorrei suggerire che, a prescindere dal loro percorso formativo passato e futuro, inizino a porsi le seguenti domande : “Chi sono le persone esperte?” e “Come si diventa esperti in un ambito specifico?”.

Sono domande rilevanti quando si vuole lavorare nell’ambito della psicologia della prestazione. Parlando di sport dovremmo chiederci, quando un atleta diventa esperto e lo stesso vale per l’allenatore. Lo stesso ragionamento vale per lo stesso psicologo come e quando si diventa uno psicologo dello sport esperto. Cosa si dovrebbe fare per diventarlo?

Sono riflessioni che richiedono una spiegazione complessa e chi è all’inizio di una carriera probabilmente non ha una risposta precisa e chiara da fornire. Neanch’io la voglio fornire, benché ne abbia una molto precisa nella ia mente.

Il giovane professionista deve scoprirla da solo, anche attraverso le scelte che fa. Certamente oggi c’è molto da leggere su questo concetto di esperto e non sarebbe male approfondire anche l’aspetto teorico della questione.

Quello che è certo è che bisogna comunque darsi una risposta e intraprendere un percorso per realizzare il proprio obiettivo di competenza che è alla base dell’expertise che verrai seguito raggiunta.

Riflettiamo.