Perchè un atleta deve partecipare alle Olimpiadi

Molti atleti di ogni nazionalità non parteciperanno alle olimpiadi di Tokyo, la motivazione più spesso addotta è quella dell’infortunio e per alcuni questa è la giustificazione migliore per nascondere il loro disinteresse verso questo evento e, in questa edizione, anche il fastidio per i limiti imposti dalla pandemia.

Ognuno è ovviamente libero di prendere le decisioni che preferisce, per cui a mio avviso le decisioni individuali non sono discutibili. Sono però altrettanto convinto che sia importante comprendere che cosa rappresenta lo sport nella nostra società e quale sia la strada e il percorso del movimento sportivo che ogni atleta si trova a a percorrere per il tratto corrispondente al periodo della sua vita sportiva.

La strada del movimento sportivo ha limiti e negatività come ogni altra attività umana. Ciò nonostante lo sport è cultura e insieme all’educazione scolastica e alle arti partecipa allo sviluppo e alla maturazione degli esseri umani lungo l’arco dell’intera vita. E’ così dai tempi delle olimpiadi dei greci e l’eccellenza che si persegue era già stata definita da Aristotele con queste parole: “Noi siamo ciò che facciamo costantemente. L’eccellenza quindi non è un atto ma una abitudine”. Concetto molto simile a quanto dimostrato oggi dalle ricerche di psicologia dello sport. Inoltre, l’introduzione di nuovi sport alle olimpiadi deriva dall’interesse di volere continuare a mantenere vivo l’interesse dei giovani verso questo evento. Il free climbing, il surf e in futuro gli esports rappresentano la realizzazione di questa motivazione.

In termini di ritorno economico non è un evento paragonabile a quanto si ottiene in altri sport partecipando anche solo a un torneo, chi partecipa dovrebbe essere portatore di valori che prescindono da questo fattore. Lo sport di livello internazionale nasconde anche molti tranelli, primo fra tutti il doping e l’abuso di farmaci e su questo tema ho pubblicato anni fa un libro proprio intitolato “I Signori dei tranelli”. Oltre questi limiti illeciti ed economici, lo sport resta comunque un trasmettitore eccezionale di valori e di pratiche positive. Responsabilità degli atleti più conosciuti è proprio quella di utilizzare questo loro impatto sui più giovani e sui loro coetanei a credere in questi valori come fondamenta della loro vita. Per questa ragione non ci si può rifiutare di partecipare alle olimpiadi.

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