Archivio mensile per giugno, 2021

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“Estate Insieme”: calcio per giovani con disabilità intellettiva

E’ iniziato il campo “Estate Insieme” promosso da Roma Cares in collaborazione con Accademia Calcio Integrato con giovani dai 6 ai 18 anni con disabilità intellettiva che giocano a calcio. Seconda giornata, i ragazzi/e arrivano al campo e iniziano a giocare nel campo grande. Ambiente sereno, tirano in porta. Questo avviene in attesa che arrivino gli altri compagni. Poi al completo ascoltiamo e cantiamo l’inno d’Italia tutti insieme.

Inizia l’allenamento con esercizi di coordinazione conduzione della palla, divisi in due gruppi da 5. Ci sono 3 allenatori della Roma che li seguono, fornendo istruzioni tecniche e incoraggiandoli a mantenere un ritmo continuo di esercitazione.

Tiri in porta di diversa grandezza su postazioni, si ruota ogni tot minuti.

Sono giovani che si allenano con noi da molto tempo, alcuni da 6 anni altri da quattro. Il campo estivo è di 5 ore su 5 giorni per settimana (il gruppo in totale è di 90 giovani per 3 settimane) . Il gruppo di 10 di cui sto parlando è composto da giovani con disabilità intellettiva con un buon funzionamento motorio anche se qualcuno ha difficoltà a correre, altri prevalentemente camminerebbero e corrono per pochi passi, altri invece sono molto rapidi. Alcuni hanno più bisogno di altri di alternare minuti di attività con una fase di pausa (in ogni caso fa molto caldo qui a Roma).

Per questi ultimi avere molte ore a disposizione per allenarsi è importante, poiché in questo modo hanno modo di allenarsi comunque per un periodo di tempo complessivamente lungo mentre durante le sedute di allenamento settimanali fermarsi 20 minuti significa perdere quasi il 40% del tempo di allenamento che è di 50 minuti.

Naturalmente vi sono anche momenti di tensione, qualche ragazzo si mostra irrequieto, qualcun altro litiga con un compagno, qualcuno risponde in modo impulsivo o si offende perché non gli passano la palla, altri si stancano e tendono a isolarsi.

Queste difficoltà si risolvono con la pazienza dei Mister che capiscono queste problematiche ma soprattutto grazie anche al fatto che il gioco continua e questi episodi non disturbano quelli che giocano. In tal senso la continuità dell’attività è da stimolo a quelli che si allontanano per ritornare a giocare. Questo perchè in ogni caso, l’obiettivo è mantenere un clima sereno e piacevole che alla fine sovrasta ogni difficoltà che s’incontra.

Con un’immagine si può dire che il fiume scorre, quando un ragazzo/a vive un momento più critico, il suo scorrere aiuta a risolvere i problemi individuali perché il collettivo continua l’attività, quindi tutto scorre e poi si arriva al mare dove tutto finisce.

Gli allenatori svolgono il ruolo ruolo di guida con comprensione e vicinanza ma in modo fermo. Questo loro atteggiamento costituisce il cardine essenziale per cui tutto scorre, nonostante si stia allenando giovani con disabilità intellettiva.

Si lavora molto per dare valore all’allenamento. Ecco quindi la ragione per cui ascoltare e cantare insieme l’inno d’Italia e prima della partita finale quello della Champions League sono momenti che precedono momenti significativi dell’allenamento. E’ ovvio, infine, che vestire la divisa della AS Roma è un altro fattore che unisce, un modo per questi giovani atleti di sentirsi orgogliosi e parte di qualcosa che nella loro percezione è immenso.

Nei prossimi giorni racconterò l’esperienza di altri giovani che partecipano al “Estate Insieme”.

Preparazione fisica e psicologia

Come ho scritto ieri a proposito della relazione tra psicologia e preparazione fisica, il mio intervento di oggi e la collaborazione dei partecipanti mi ha fornito ulteriori spunti di riflessione.

i preparatori fisici sono consapevoli della rilevanza della psicologia e le loro curiosità iniziali si sono riferite a come dimensioni psicologiche quali la motivazione e l’autostima possono essere da loro influenzate per valorizzare il loro lavoro. E’ emersa dalle loro parole la difficoltà di allenare i giovani, che sembrano non accontentarsi delle spiegazioni ma richiedono di vedersi attraverso video fatti con il cellulare per capire come migliorare.

E’ merso in modo poco evidente come le esercitazioni di preparazione comprendono in se stesse l’allenamento di competenze psicologiche come ad esempio l’attenzione e la tenacia.

In sintesi, mi sembra di capire che secondo lor le dimensioni psicologiche, così come per l’allenamento, influenzano la qualità dell’esercizio effettuato. Meno evidente è la percezione che gli esercizi svolti svolgono nello stesso tempo la funzione di allenare specifiche abilità psicologiche.

Quest’ultimo è un tema poco trattato, anche dagli psicologi, e che dovrebbe avere in futuro un forte potenziamento.

 

Le emozioni estreme di Djokovic

Novak Djokovicha vinto il Roland Garros:

Ringrazio il pubblico per la sua presenza. L’atmosfera era veramente elettrica, stupenda. Sono grato del fatto che il mio staff, i miei genitori, mia moglie potessero essere qui. Penso alle ultime 9 ore di tennis contro due grandi campioni come Nadal e Tsitsipas, non è stato facile né fisicamente né mentalmente. Sono stati giorni davvero durissimi, davvero indimenticabili. Ho avuto grande fiducia in me stesso e nelle mie capacità. È un sogno che si è realizzato ancora una volta”.

Un piacere essere qui. Immagino cosa stia provando Stefanos, so com’è difficile sentirsi quando si perde una finale di uno Slam. Sono le partite in cui impari di più, e conoscendo lui ed il suo team so che sarà più forte dopo questa partita. Sono sicuro che vincerà tanti tornei dello Slam in futuro, ho grande rispetto per lui. Il futuro del tennis è in buone mani in Grecia”.

Le parole di Djokovic dicono di quanto stress vi sia dietro queste vittorie anche in chi è abituato a questi successi ed è il n.1  del ranking mondiale.

Anche se sei un vincente seriale, le emozioni non ti lasciano mai e questa volontà di volere continuare a vivere queste situazioni emotivamente estreme anche dopo anni di successi è un’ulteriore dimostrazione del valore di questo tipo di atleti. Qualcuno la chiamerebbe resilienza, a cui aggiungerei la parola estrema.

 

Integrare preparazione fisica e psicologica

Domani lezione al Corso di IV Livello per Preparatori Fisici del CONI, nonostante sarà online sono curioso di poter parlare insieme a questo gruppo di esperti. Lo sviluppo della componente psicologica dell’atleta attraverso la preparazione fisica è, a mio avviso, uno dei fattori più interessanti e ricchi d’implicazioni positive per costruire la collaborazione fra preparatore fisico e psicologo dello sport.

E’ un’area che richiede ad ambedue queste componenti professionali la conoscenza del lavoro reciproco che viene svolto sul campo. Ad esempio, si dovrebbe iniziare a rispondere a queste domande:

  • “Qual è la componente mentale del riscaldamento pre-gara?”
  • “In che modo gli esercizi di rapidità migliorano anche la prontezza psicologica?”
  • “Come gli esercizi di preparazione fisica migliorano la concentrazione?”

Sono semplici domande ma potrebbero rappresentare l’inizio di una condivisione di conoscenze e di competenze allo scopo di fornire un’allenamento migliore.

La transitorietà della vita

La vicenda di Eriksen, il calciatore colpito da un malore e stramazzato a terra ieri durante Svezia-Finlandia, ci ricorda che tutto può succedere da un momento all’altro ma probabilmente non accadrà. Ricorda la caducità della vita e su questa tema Freud ha scritto un breve testo intitolato Caducità e ci spiega il valore dell’ottimismo, concetto che non avrebbe mai usato. ottimismo significa dare valore alla transitorietà di tutto ciò che è bello e perfetto.

Non si può vivere una vita come se fosse sempre l’ultima giorno ma non si può neanche abbandonarsi alla disperazione perché le meraviglie della natura appassiscono e non possiamo essere eternamente giovani.

“Contestai però al poeta pessimista che la caducità del bello implichi un suo svilimento. Al contrario, ne aumenta il valore! Il valore della caducità è un valore di rarità nel tempo.La limitazione della possibilità di godimento aumenta il suo pregio”. (Freud)

Dobbiamo imparare da questi eventi e dai nostri personali accadimenti che vanno accettati, ci rammentano l’importanza dei nostri sentimenti e della ricchezza della nostra vita.

Oggi è il giorno delle emozioni

Nessun dorma! Nessun dorma!
Tu pure, o, Principessa,
Nella tua fredda stanza,
Guardi le stelle
Che tremano d’amore
E di speranza.

Ma il mio mistero e chiuso in me,
Il nome mio nessun saprá!
No, no, sulla tua bocca lo diró
Quando la luce splenderá!

Ed il mio bacio sciogliera il silenzio
Che ti fa mia!

(Il nome suo nessun saprá!…
E noi dovrem, ahimé, morir!)

Dilegua, o notte!
Tramontate, stelle!
Tramontate, stelle!
All’alba vinceró!
Vinceró, vinceró!

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Talento e esperienza

Riflessioni sui nostri giovani talenti

Il Roland Garros ha aperto un periodo di grandi emozioni per il nostro sport e ha messo in mostra quanto sono bravi i giovani tennisti italiani, ragazzi di cui essere orgogliosi. Non è finita qui con il tennis perché ci saranno ancora molti tornei prestigiosi in cui mostrare il proprio valore.

Ora iniziano gli europei di calcio e dopo anni abbiamo una squadra unita ed entusiasta, guidata da un leader capace, Roberto Mancini. Il suo merito principale è di avere trasmesso senso di responsabilità e di appartenenza a dei calciatori che non a caso hanno risposto a questo approccio con la qualità del gioco e una impressionante striscia di successi. La coesione è di solito alla base delle vittorie e anche in questo caso, come per i giovani del tennis, si è creato molto interesse ed ottimismo.

Il terzo grande appuntamento dell’estate sono le Olimpiadi di Tokyo. Sono più di 300 gli atleti che compongono la nostra squadra olimpica. Sono i migliori che abbiamo e rappresentano la punta dell’iceberg del movimento sportivo.  Molti sono alla loro prima esperienza come quelli dell’arrampicata sportiva, per la prima volta ai Giochi.

Non sarà un paese per giovani ma ce ne sono molti che sono bravi e competenti. Gli atleti che partecipano a questi eventi sportivi sono i più conosciuti ma accanto a loro ve ne sono molti altri che si stanno impegnando per raggiungere gli stessi risultati per gli anni a venire. Ritengo molto importante che questo si sappia, non è retorico ricordarlo e riguarda giovani che provengono dalle più disparate condizioni sociali. Non sono neanche gli unici, certamente sono i più popolari, ma accanto a loro ve ne sono molti altri competenti in altri ambiti professionali e che svolgono lavori soddisfacenti. E’ altrettanto noto che vi sono per altri giovani notevoli difficoltà di occupazione e spesso i lavori che trovano sono mal retribuiti. La psicologia ha dimostrato che conoscere le esperienze di coetanei che hanno raggiunto risultati positivi grazie al loro impegno e non in quanto figli di e che hanno studiato nella scuola pubblica è un forte stimolo motivazionale a prendere consapevolezza che questi traguardi sono comunque raggiungibili. Al contrario se i media e le molte organizzazioni del lavoro continueranno a parlare esclusivamente della pigrizia dei giovani che non vogliono fare sacrifici e dei problemi causati dall’uso degli smartphone mi sembra abbastanza scontato che nessuna futura legge o incentivo materiale potrà cambiare questo tipo di cultura, basata sul concetto ben espresso nelle parole di Alberto Sordi: “E’ meglio che ti ci abitui da piccolo alle ingiustizie, perché da grande non ti ci abitui più!”.

 


		

Nel momento della verità serve concentrazione

Manca poco tempo alle Olimpiadi Tokyo, l’evento più importante nella carriera sportiva della maggior parte degli atleti. Come ha insegnato Robert Nideffer la concentrazione è ciò che accomuna i corpi speciali dell’esercito, i manager e gli atleti che forniscono prestazioni eccellenti. Il grafico aggiornato dei profili dello stile attentivo di migliaia di atleti di tutto il mondo mostra come anche i campioni del mondo commettono errori di attenzione dovuti a sovraccarico emotivo. Certamente in misura minore rispetto alle altre tipologie di atleti, ma resta comunque questo l’obiettivo principale della loro preparazione mentale se vogliono performare al loro meglio alle prossime Olimpiadi.

Marquez: il corpo è uno solo e la mente non lo sa

Il dolore rende più umani e consapevoli dei limiti. Lo sanno tutti ma quando lo provi su di te diventa un’esperienza terrificante. Da leggere l’intervista al “cannibale”  Marc Marquez, divorava i suoi avversari, ora sfrutta la loro scia: “È la legge del motociclismo: quando uno soffre, cerca di sopravvivere. Il più debole sfrutta il più forte, e io nelle qualifiche ho scelto Vinales, il migliore: un tempo seguivano me. Adesso è il mio turno”.

L’intervista parla del suo dolore dell’accorgersi quanto sia difficile fare attività normali come farsi la barba o giocare con i cani. Ha imparato che la sua testa gli dice delle cose, che il poi il suo corpo non riesce ancora. E’ come mettere un software vecchio su una macchina diversa, non funziona.

Capisci cosa vuole dire avere un’idea fissa, come si passa in un attimo dalla gioia per un progresso alla tristezza di capire quanto sei ancora lontano da come eri. In un istante la tua vita è cambiata, e tu continui a provare a ragionare come prima dell’incidente, è depressivo, non sei più in grado di fare quello che vuoi.

La lotta di Marquez è d’imparare a vivere con questa nuova consapevolezza dei suoi limiti e di continuare la cura per raggiungere una competa riabilitazione, deve anche imparare a crederci sapendo che tutto questo non è certo.

Sarà capace di diventare il cannibale anche della sua ombra, che continuamente gli mette dei dubbi?