Tecnico o leader?

Una questione importante in qualsiasi professione, quindi anche in quella dell’allenatore, è di comprendere la componente psicologica e sociale del proprio lavoro. Si può essere un bravo chirurgo o ingegnere ma anche essere un pessimo manager. Lo stesso vale per un allenatore, si può conoscere molto bene la dimensione tecnica del proprio lavoro ma essere un pessimo allenatore. In altre parole chi conosce solo la parte tecnica del suo lavoro non può guidare altre persone. Così come i campioni non si costruiscono in palestra, come diceva Muhammed Alì, anche i manager non si costruiscono in classe.

Bisogna insegnargli a vivere nel loro contesto, a migliorarsi dando loro l’opportunità d’imparare dalla loro esperienza.

Sviluppiamo nello sport attività di leadership coaching partendo dalle esperienze degli allenatori. Insegniamo loro ad ascoltarsi e noi ad ascoltare le loro parole per comprendere come ragionano, come gestiscono le loro emozioni e come inducono negli altri le loro idee.

Certamente bisogna conoscere il proprio lavoro ma se non lo sappiamo comunicare con efficacia sarà del tutto inutile, i nostri atleti magari ci seguiranno ma perché non hanno alternativa e non perché sono convinti che il sistema proposto sia quello migliore per loro.

E ricordiamoci che chi non vuole migliorare resta indietro.

 

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