Archivio mensile per aprile, 2021

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I fattori dell’allenamento

I fattori che compongono l’allenamento.

  1. Durata - bisogna esercitarsi a lungo perchè corpo e mente si adattino in modo efficace allo sforzo da fare
  2. Intensità - rivela il desiderio di affrontare compiti impegnativi e reagire subito agli errori
  3. Frequenza - si deve ripetere, ripetere, ripetere e poi ancora ripetere. Per quanto tempo? Quanto basta.
  4. Recupero - bisogna sapersi riposare fisicamente e mentalmente. Non si può solo spendere.
  5. Pensiero - si deve riflettere per valutare il lavoro che si sta svolgendo. Per imparare ad apprezzare se stessi, essere grati a chi c’insegna. Capre come si può fare meglio la prossima volta.

 

 

 

 

Come imparare a migliorare

Imparare a gareggiare è una delle fasi dello sviluppo di un atleta.

Bisogna allenarsi a gareggiare. S’impara ad andare in bicicletta, andando in bicicletta. S’impara a scrivere scrivendo.

In altre parole, s’impara esercitandosi a fare qualcosa, che nel nostro caso è la gara. Solo l’esercizio, motivato (per chi lo svolge) e intelligente (per chi lo propone, l’allenatore) consente di raggiungere l’eccellenza. Tutti possediamo la capacità di esercitarsi, usiamola.

Dopo l’esercizio, bisogna sviluppare la capacità di auto-analisi. Si tratta di una riunione con se stessi a gara conclusa per chiedersi:

  • Quali abilità ho usato oggi?
  • Quali limiti ho superato?
  • Quali limiti devo ancora superare?
  • In cosa sono migliore?
Seguendo questo approccio s’impara a gareggiare.

Sei competitivo?

Un equivoco di cui sono vittima molti atleti è nel giustificare la loro prestazione in questo modo: “Ho perso però ho giocato bene”.

Tempo fa parlando con un atleta della vela mi sono sentito dire: “Sono partito bene, gli altri sono partiti meglio, comunque non posso dire di essere partito male”.

D’accordo ma è un atteggiamento sbagliato, in questo caso la questione non è tanto nell’interpretazione – partire bene o male – L’obiettivo deve essere quello di partire davanti, di competere fin dall’inizio con i tuoi avversari per questo scopo. Per me, ogni altro obiettivo è sbagliato.

Come ci ricorda Martin Seligman, quando diciamo che gli altri sono stati più bravi di noi, diamo una valutazione di tipo globale. Se fosse vera, tanto vale abbandonare la gara, tanto sono più bravi.

Dobbiamo allenare l’agonismo dei nostri atleti, seguendo quanto dice Rod Laver: “Non permettere mai a nessuno di pensare che sia facile fare i punti con te”.

Continuiamo questo approfondimento …

Coe s’insegna a gareggiare?

Imparare a gareggiare è una delle fasi dello sviluppo di un atleta.

Quindi la domanda è: “Quanto tempo dedichiamo in allenamento a sviluppare questa competenza? ma anche “In che modo utilizziamo i risultati delle gare per migliorare questo aspetto?”

E’ una domanda che si devono porre allenatori e psicologi se vogliono partecipare in modo efficace a questo processo di miglioramento dei giovani che allenano.

Sono domande che vanno oltre gli apprendimenti tecnico-tattici e quelli delle tecniche psicologiche che i giovani hanno imparato. Possono avere imparato molto ma non esser capaci di metterle in pratica durante una competizione.

Possono essere persone motivate e relativamente fiduciose, che si allenano con piacere ed efficacia, non hanno particolari conflitti con i loro allenatori e li ascoltano … ma non basta. A livello assoluto, ci sono atleti campioni del mondo del mondo che non sono mai entrati in una finale olimpica.

Pensateci … poi proveremo a ipotizzare delle risposte.

L’immaginazione in campo

Per cambiare serve tempo

Spesso mi viene chiesto da allenatori, dirigenti e atleti al termine della loro carriera di proporgli un percorso di autosviluppo.

La maggior parte delle volte le persone hanno un’idea molto generica di cosa s’intenda per autosviluppo. Per cui l’identificazione e la strutturazione degli obiettivi di miglioramento è già comunque una parte significativa di questo lavoro su se stessi.

Sempre in questa fase iniziale va chiarito un altro aspetto altrettanto essenziale che viene spesso trascurato e di cui non si ha piena consapevolezza: il tempo.

Significa parlare del tempo che servirà per ottenere gli effetti desiderati, imparare a utilizzarli e poi interiorizzare il concetto di miglioramento continuativo, quindi, di un processo di perfezionamento che non avrà mai una conclusione. La consapevolezza del tempo richiesto è importante poiché le persone pensano che sia sufficiente capire per mettere subito in atto il comportamento desiderato. Non sanno o non vogliono riconoscere che il cambiamento richiesto si deve adattare alla loro realtà quotidiana e deve tenere in considerazione le reazioni degli altri, le loro motivazioni e le aspettative. Di conseguenza, il fornire loro una dimensione temporale li aiuta a prendere consapevolezza delle difficoltà tipiche delle relazioni umane e di quanta applicazione serve per realizzare i propri obiettivi

Qui sotto riporto una tabella che può servire a comprendere il percorso di coaching all’interno del quale ci si dovrebbe inserire e le sue varie fasi.

Il vantaggio di giocare in casa persiste anche in assenza degli spettatori

Wunderlich F, Weigelt M, Rein R, Memmert D (2021) How does spectator presence affect football? Home advantage remains in European top-class football matches played without spectators during the COVID-19 pandemicPLoS ONE 16(3): e0248590.

Siamo abituati a pensare che gli spettatori sono la ragione principale del vantaggio di giocare le partite in casa. Questa ricerca mette in evidenza che l’effetto della mancanza del pubblico dovuto alla pandemia è minore rispetto a quello che ci saremmo aspettati.

Sono state analizzate più di 1.000 partite professionali giocate senza spettatori e più di 35.000 partite con spettatori prima della pandemia in campionati di calcio top di sei paesi – Spagna, Inghilterra, Italia, Germania, Portogallo e Turchia – durante le stagioni dal 2010/11 al 2019/20.
L’assenza di spettatori ha determinato una leggera diminuzione del vantaggio casalingo, misurato dal numero di gol e punti segnati. La differenza non è statisticamente significativa.

Nelle ultime 10 stagioni, con gli spettatori, le squadre in casa hanno vinto il 45%, quelle in trasferta ne hanno vinte il 28% mentre il 27%  sono state pareggiate.
Durante la pandemia, le squadre in casa hanno vinto il 43% delle partite, quelle in trasferta il 32% e i pareggi sono stati il 25%.

Nel complesso, lo studio evidenzia il ruolo di altri fattori dietro il fenomeno del “vantaggio di casa”, come la familiarità di una squadra con la propria struttura, così come la difesa del proprio territorio.

La fatica del viaggio è stata avanzata come spiegazione, ma è stata effettuata un’analisi separata che ha esaminato le differenze nei risultati prima e durante la pandemia tra le squadre amatoriali tedesche, che generalmente giocano all’interno della stessa città, ee è emerso che il vantaggio di casa è paragonabile alle squadre professionistiche che viaggiano molto più lontano.

Mentre le squadre non hanno sofferto molto nei loro risultati complessivi, ci sono state alcuni aspetti che si sono ridotti in modo significativo. Le squadre di casa hanno sperimentato una diminuzione statisticamente significativa nelle misure di dominanza della partita valutata nel numero di tiri. Inoltre, le squadre di casa hanno ricevuto meno sanzioni disciplinari rispetto alle squadre in trasferta.

The Journey: sostegno globale alle Squadre di Rifugiati

The Journey | UNHCR in partnership with the IOC and IPC | sportanddev.org

‘The Journey’ chiede un sostegno globale alle squadre di rifugiati che parteciperanno ai Giochi Olimpici e Paralimpici di Tokyo 2020.

L’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati ha lanciato un potente video per sostenere le squadre olimpiche e paralimpiche di rifugiati, prima delle Olimpiadi di Tokyo 2020.

‘The Journey’ racconta la storia drammatica di un rifugiato costretto a fuggire da casa sua a piedi in fuga da conflitti e persecuzioni. Viaggiando per terra e per mare, alla fine raggiunge la sicurezza, ristabilisce la sua vita e inizia a correre verso un nuovo obiettivo: una medaglia. Creato in collaborazione con due borsisti atleti rifugiati del CIO, il video evidenzia il potere dello sport di portare speranza e cambiamento per tutti coloro che sono costretti a fuggire.

ISSP 15° Congresso Mondiale

Mark on your calendar the deadline to submit your abstracts before you miss it:

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World Autism Awareness Day

 

 

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