Archivio mensile per marzo, 2021

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Sapere affrontare i piccoli problemi

In gara bisogna affrontare i piccoli problemi prima che diventino troppo grandi e complicati.

Tre esempi.

  1. Un ragazzo nel tennis tavolo si trova in vantaggio 5-2 durante il primo set, perde dei punti e va 5-8 e poi perde il set. Lo stesso nel set successivo sta vincendo 9-6 perde un punto e si trova 9-10 per l’avversario.
  2. Nel tennis una ragazza non riesce a rispondere al servizio dell’avversaria e perde così 15 punti ripetendo sempre lo stesso errore (palla a rete). Poi decide almeno di buttarla dentro nel campo avversario, ci riesce e dopo un po’ risponde in modo efficace allo stesso servizio che l’aveva messa in difficoltà.
  3. Nel tiro a volo un ragazzo comincia a rallentare la sua azione ma prende il piattello con il secondo colpo, continua in questo modo anche nel piattello successivo e il terzo piattello non lo colpisce perchè ha rallentato in modo eccessivo.

Tre difficoltà diverse in tre sport differenti ma stesso errore mentale. Anziché rispondere subito all’errore hanno subito l’errore, senza cambiare subito e quindi un piccolo ostacolo è diventato molto più grave. Possiedono le competenze necessarie a correggersi ma non l’hanno fatto subito.

Quindi il loro obiettivo di miglioramento nelle prossime gare è di rispondere immediatamente a un piccolo errore prima di farlo diventare troppo grande.

I problemi psicologici non sono problemi

Avete mai pensato che se un giocatore ha un problema medico l’allenatore parla con il medico, per avere informazioni sulla condizione fisica ne parla con il preparatore fisico. Se invece ha un problema psicologico ne parla al massimo con il suo vice o lo risolve da da sé.

Quindi i problemi psicologici dei giocatori non sono una questione che richiede l’uso di competenze professionali ma chiunque può risolverle!

Nelle squadre è questione di fiducia?

Gli allenatori di calcio parlano spesso di mancanza di fiducia. 

Innanzitutto bisogna rendersi conto che quando si attribuisce un risultato alla mancanza di fiducia si dice tutto e niente, poiché pur se sappiamo che la convinzione è necessaria per giocare bene, bisogna però conoscere le cause che l’hanno determinata, altrimenti è un modo di dire che serve solo all’allenatore per salvare la sua coscienza personale e professionale: “Non è colpa mia, sono loro che non sono sicuri”.

Se invece si capisce di quali ingredienti è composta la fiducia probabilmente ci si sta già avvicinando alla cura. A tale riguardo le domande da porsi sono le seguenti:

  1. I calciatori e la squadra sono consapevoli di cosa sanno fare?
  2. Sono concordi su come devono giocare nelle varie fasi della partita o hanno dubbi/timori?
  3. Sanno mantenere con coerenza questo tipo gioco durante l’incontro?
  4. La squadra ha un piano per reagire a situazioni di gioco impreviste?

Se non si risponde a queste quattro domande non si potrà migliorare; bisogna essere consapevoli di cosa manca, l’allenatore per primo. Non ci si può nascondere dietro la frase: “La squadra non ha seguito le mie indicazioni” oppure “La squadra non ha personalità“, bisogna conoscere cosa ha determinato questi effetti altrimenti si continuerà a perdere.

In termini pratici, il primo passo per aumentare la competenza della squadra consiste nell’allenare le abilità tattiche e mentali attraverso esercitazioni di qualità. Infatti l’allenamento delle abilità attraverso un allenamento coscienzioso assicura i giocatori che sono in grado di svolgere quanto viene loro richiesto. Preparazione – miglioramento – competenza procedono di pari passo e questo tipo di pratica quotidiana consente di focalizzarsi sui progressi che avvengono in una singola seduta, in una settimana, in un mese e così via. In tal modo non si modella solo la competenza ma anche la capacità di sapere giocare in modo costante nel tempo.

Attraverso il lavoro sul campo proposto dal tecnico i calciatori sviluppano anche un’altra convinzione che è estremamente importante e cioè che è attraverso il loro impegno che migliorano. Il trittico preparazione – miglioramento – competenza si realizza con successo solo se i calciatori si sentono impegnati al massimo nel realizzare quanto viene loro richiesto. Se invece non scatta questo meccanismo gli allenamenti saranno condotti con il pilota automatica, senza rischiare di sbagliare e impegnandosi quanto basta per non essere ripresi dal tecnico. Quando lavoro con gli atleti, gli faccio notare che questi sono allenamenti “senz’anima” in cui prevale il mestiere di atleta, l’intensità è assente e gli errori vengono spiegati dicendosi “ma è solo un allenamento in gara sarò più concentrato”. In queste occasioni, bisogna essere molto chiari con i propri giocatori e fargli notare che allenarsi in questo modo è dannoso, poiché crea una mentalità passiva che non può che non riproporsi in campo.

Allenamenti intensi e con un elevato livello di concentrazione, comportano anche che l’allenatore sia di supporto e d’incoraggiamento proprio perché alla squadra viene chiesto un coinvolgimento totale. L’idea di base è questa: più si è esigenti in termini qualitativi (velocità e precisione), maggiore deve essere la disponibilità ad accettare gli errori e a sostenere per prima cosa l’impegno e in seconda battuta il risultato. Se si agisce al contrario, prima il risultato e poi l’impegno, i calciatori cominceranno a fare solo ciò che sanno fare bene, in modo tale da ricevere il rinforzo positivo del tecnico, riducendo così la possibilità di migliorare.

Qual è il tuo tipo di mente

Che tipo di mente hai?

Esports andranno alle Olimpiadi del 2024?

Gli esports probabilmente andranno alle Olimpiadi del 2024. Di seguito caratteristiche di questi sport e degli atleti migliori al mondo.
  • Thiel e John (2019): esports, come gli sport, si svolgono in contesti in cui squadre o giocatori in competizione lottano per la vittoria, con regole valide per tutti e caratterizzati da regimi di allenamento che portano a miglioramenti nelle abilità tipiche del gioco. La conoscenza tattica specifica del gioco gioca un ruolo decisivo per quanto riguarda il successo.
  • Pedraza-Ramirez, Musculus, Raab e Laborde (2020): esistenza di sistemi di classifica e la competizione regolata da leghe ufficiali sono aspetti fondamentali per considerare un videogioco come un esport.
  • García-Naveira et al. (2018): esports sono attività che mettono alla prova le prestazioni umane e che sono integrati con la tecnologia e i media, hanno una grande componente mentale e sono socialmente accettati.
Caratteristiche top atleti esports
  • conoscenza del videogioco
  • motivazione
  • capacità di prendere decisioni
  • capacità di separare la propria vita personale dalle attività sportive
  • concentrazione
  • controllo emotivo
  • atteggiamento positivo
  • impegno a migliorare costantemente e fare riscaldamento mentale e fisico
  • seguire routine pre-competitive e essere in grado di adattarsi a nuove situazioni di gioco.
(da Garcia-Lanzo, Bonilla e Chamarro, IJSP, 6/2020)

I numeri per avere successo

Semplifichiamo anche noi e diamo i numeri per avere successo:

  • 3 - sono le chiavi del successo: impegno e dedizione, famiglia e amici, allenatori eccellenti.
  • 4 - sono le abilità psicologiche di base: imparare dall’esperienza, rilassarsi, self-talk positivo e la visualizzazione.
  • 6 - sono le fasi della carriera dell’atleta: divertirsi muovendosi, imparare a allenarsi, allenarsi ad allenarsi, imparare a competere, imparare a vincere, ritiro e passaggio di carriera.
  • 7 - sono le abilità psicologiche avanzate: goal setting, gestione dello stress, concentrazione, gestione della gara, valutazione delle prestazioni, gestione della vita extra-sportiva, rapporto allenatore-atleta.
  • 10 - sono gli anni per diventare un atleta esperto
  • 1.200 - sono le ore di allenamento annuali di un atleta di livello assoluto.
  • 10.000 - sono le ore necessarie per diventare atleti esperti.

Comprendere la relazione tra difficoltà e prestazione

La relazione tra difficoltà e prestazione è ancora poco conosciuta, soprattutto quando si voglia prendere in esame la percezione soggettiva della difficoltà. “Impossible is nothing” è il motto di una multinazionale dello sport, da un lato è falso perché non potremo mai correre veloci come un ghepardo ma è altrettanto vero che  “i record sono fatti per essere battuti” e per farlo bisogna superare quel limite oltre il quale nessuno sino a quel momento è andato.

E’ stato così per Roger Bannister, che il 6 maggio 1954 fu il primo a compiere un’impresa considerata impossibile dai medici e cioè correre il miglio inglese (1609,23 metri) sotto i 4 minuti (3’59”4). Il suo record durò appena 46 giorni, l’australiano John Landy lo portò a 3’58″0, ciò fu possibile perché Bannister aveva scardinato una porta invalicabile oltre la quale ci sono passati tutti e riassunse la sua impresa con queste poche parole: “Il segreto è sempre quello, l’abilità di tirare fuori quello che non hai o che non sai di avere”.

Lo stesso fu per Reinhold Messner quando il 20 agosto 1980 fu il primo uomo a realizzare un’altra impresa considerata impossibile dalla scienza, scalare l’Everest (8848 metri) senza l’uso dell’ossigeno, per poi arrivare a scalare tutti i 14 ottomila con questo approccio.

Le esperienze di questi atleti sembrano sostenere il valore di avere obiettivi specifici, come mediatori tra difficoltà e prestazione. Consiste nella convinzione di una persona di raggiungere la meta prefissata. Per cui la scelta del livello di difficoltà dipenderà da quanto un atleta si trova a suo agio nello scegliere obiettivi di moderata, elevata o estrema difficoltà e ciò dipenderà da quanto si percepirà convinto nelle sue condizioni.

Juventus: distrazioni che distruggono una stagione

Fabio Capello analizza gli errori commessi dalla Juventus contro il Porto tra andata e ritorno, non risparmiando un’aspra critica nei confronti di Cristiano Ronaldo: “Il primo gol nella prima partita è un regalo, grande disattenzione nel secondo, non si possono subire certi gol. Il calcio di rigore stasera è un altro regalo. Troppo ingenuo Demiral, non si può cercare l’anticipo, è un gravissimo errore. Ma il top è questo. Cristiano Ronaldo che salta e si gira in barriera. Chi sta in barriera non può aver paura di subire un colpo. È un errore imperdonabile che non ha scusanti“.

Capello ha pienamente ragione e ripropone il concetto che oltre il gioco di una squadra, nel calcio sono i singoli episodi che determinato il risultato della partita e in questo caso l’eliminazione dalla competizione europea più importante per una squadra di calcio.

Ma se questa è la situazione come si possono evitare questi errori. Soprattutto quelli di Bentancur e di Ronaldo errori assolutamente evitabili ma che hanno cambiato la valutazione di una intera stagione agonistica.

Il problema non è tanto la distrazione in se stessa ma l’effetto che determina. E’ questo che i giocatori dovrebbero ricordarsi prima di agire in questo modo.

Superficialità o anche presunzione che non può succedere nulla di così negativo. Probabilmente squadra anche poco unita in cui non sembra ci sia qualcuno con il ruolo di tenere alta l’alta attenzione in questi momenti.

Il Porto ha vinto meritatamente perchè è stato più costante nel mantenere elevata l’attenzione, La Juventus ha mostrato troppo alti bassi e di conseguenza ha pagato questi attimi di distrazione.

Quanto si allena la Juventus a evitare che accadano questi episodi, attimi che distruggono una stagione.

Le competenze degli allenatori vincenti seriali

La ricerca ha voluto provare a identificare alcune qualità comuni e la comprensione della loro personalità di allenatori vincenti seriali. Naturalmente i risultati non rappresentano una “ricetta magica” o un “profilo ideale”, ma contribuiscono in modo significativo a formare una base empirica per migliorare nell’identificazione, reclutamento e sviluppo dei coach.

Sono stati intervistati 14 allenatori maschi vincenti seriali di gare internazionali e Olimpiadi di 11 nazioni e 10 sport individuali e di squadra, età media 55 anni, 25 anni di esperienza e numero totale di 128 medaglie vinte. Sono stati intervistati anche 20 atleti da loro allenati.

I risultati ottenuti sono descritti nella tabella qui sotto riportate ed evidenziano la rilevanza della personalità dell’allenatore che in larga parte mostra di essere estroverso e scrupoloso, aperto ai cambiamenti e orientato al miglioramento continuo. Si evidenzia anche la rilevanza della competenza nei rapporti sociali e il possedere un forte orientamento alla cultura del lavoro e il sapere prendere delle decisioni.

Dati dell’allenatore

Dati dell’atleta

Tratti di Personalità

Gli allenatori vincenti seriali si sono descritti:

  • con un’etica del lavoro molto forte
  • sicuri di sé
  • assetati di conoscenza
  • socialmente competenti
  • sostenitori di un approccio positivo al problem solving

Gli atleti hanno descritto i loro allenatori:

  • con un’etica del lavoro molto forte
  • fiduciosi
  • esperti
  • socialmente competenti
  • che sostengono un approccio positivo al problem solving

Valori e Credenze

(il modo in cui il mondo dovrebbe essere)

Gli allenatori vincenti seriali credono che:

 

 

  • l’allenamento dovrebbe essere olistico e centrato sull’atleta
  • gli allenatori devono mantenere alti standard morali
  • il successo duraturo richiede un adeguato equilibrio tra lavoro e vita privata

Gli atleti pensavano che i loro allenatori:

  • fossero incentrati sull’atleta e sulla squadra
  • mantenessero standard morali molto alti
  • apprezzasse tutte le persone coinvolte
  • avesse un adeguato equilibrio tra lavoro e vita privata

Competenze Chiave richieste per avere successo

Gli allenatori vincenti seriali credono che siano:

  • Comunicazione efficace
  • Insegnamento
  • Pianificare
  • Gestire
  • Prendere decisioni
  • Costruzione di relazioni

Gli atleti pensavano che quelle

dei loro allenatori siano:

  • Comunicazione efficace
  • Gestire
  • Motivare
  • Pianificare
  • Costruzione di relazioni

 

Da Clifford J. Mallett e Sergio Lara-Bercial (2016). Serial Winning Coaches: People, Vision and Environment. In M. Raab, P. Wylleman, R. Seiler e A.M. Elbe (a cura di), Sporta and exercise psychology research: Theory to practice. Amsterdam: Elsevier.

 

Dati dell’allenatore

Dati dell’atleta

Tratti di Personalità

Gli allenatori vincenti seriali si sono descritti:

  • con un’etica del lavoro molto forte
  • sicuri di sé
  • assetati di conoscenza
  • socialmente competenti
  • sostenitori di un approccio positivo al problem solving

Gli atleti hanno descritto i loro allenatori:

  • con un’etica del lavoro molto forte
  • fiduciosi
  • esperti
  • socialmente competenti
  • che sostengono un approccio positivo al problem solving

Valori e Credenze

(il modo in cui il mondo dovrebbe essere)

Gli allenatori vincenti seriali credono che:

 

 

  • l’allenamento dovrebbe essere olistico e centrato sull’atleta
  • gli allenatori devono mantenere alti standard morali
  • il successo duraturo richiede un adeguato equilibrio tra lavoro e vita privata

Gli atleti pensavano che i loro allenatori:

  • fossero incentrati sull’atleta e sulla squadra
  • mantenessero standard morali molto alti
  • apprezzasse tutte le persone coinvolte
  • avesse un adeguato equilibrio tra lavoro e vita privata

Competenze Chiave richieste per avere successo

  • Comunicazione efficace
  • Insegnamento
  • Pianificare
  • Gestire
  • Prendere decisioni
  • Costruzione di relazioni
  • Comunicazione efficace
  • Gestire
  • Motivare
  • Pianificare
  • Costruzione di relazioni

 

Da Clifford J. Mallett e Sergio Lara-Bercial (2016). Serial Winning Coaches: People, Vision and Environment. In M. Raab, P. Wylleman, R. Seiler e A.M. Elbe (a cura di), Sporta and exercise psychology research: Theory to practice. Amsterdam: Elsevier.