Adottare una mentalità orientata alla crescita

Ci sono molti esempi di atleti che hanno migliorato e raggiunto il successo adottando una mentalità di crescita.

Carol Dweck ci ricorda che un atleta può essere soffocato dalle insidie di una mentalità fissa, quella di chi pensa che il talento naturale non dovrebbe avere bisogno di sforzo. Lo sforzo è per gli altri, i meno dotati. Il talento naturale non chiede aiuto. È un’ammissione di debolezza. In breve, il talento naturale non analizza le sue carenze e non le allena o le elimina. L’idea stessa di carenze è terrificante

Dweck si riferisce anche al momento in cui Billy Jean King, campionessa di tennis, si rese conto che il duro lavoro era necessario per integrare il suo talento se voleva raggiungere il vertice. Nonostante abbia giocato a un livello molto alto contro la formidabile Margaret Smith, la King perse la partita, ma la sconfitta le insegnò il valore del duro lavoro. Tutto d’un tratto, capì cosa fosse un campione. Qualcuno che può alzare il proprio livello di gioco quando è necessario. Quando la partita è in gioco, improvvisamente il campione diventa tre volte più forte.

Concentrazione e tenacia mentale sono le due chiavi del successo e non un tratto di personalità innato. Quando undici giocatori vogliono buttarti a terra, quando sei stanco o infortunato, quando gli arbitri sono contro di te, non puoi lasciare che nulla di tutto ciò influenzi la tua concentrazione. Come si fa a farlo? Bisogna imparare a farlo con esercizi appositi.

Gli allenatori dovrebbe abbracciare questo approccio che evidenzia il valore di una mentalità orientata alla crescita, al fine di consentire loro di essere aperti al miglioramento, lavorare sodo e imparare dal fallimento.

Spesso diciamo: “Impara dagli errori”. Commettere errori è parte integrante della crescita. Porre troppa enfasi sull’importanza del risultato e sulla vittoria non fa altro che aumentare lo stress agonistico e la probabilità di non accettare i propri errori.

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