Sii quello che fai

Paul McGinley, golfista: “in nessun momento ho mai preso in considerazione la meccanica del colpo…venivo assorbito dalla linea del colpo. Potevo vederla dall’inizio alla fine. Il mio unico compito in quel momento era di mandare la palla sulla linea che avevo scelto. Quella era l’unica cosa che potevo controllare”

Chen Bin, coach di Ding Ning: il tennis tavolo  non è solo colpire la palla sul tavolo, devi restituire la palla, devi avere la sensazione di come la palla viene verso di te, e visualizzare come la tua palla finirà sul tavolo dell’avversario quando la colpisci di nuovo”.

Secondo Brad Gilbert, allenatore di tennis, gli scaccia pensieri in partita possono essere: controllare la respirazione, avere i piedi allegri e buon gioco di gambe, leggere il nome sulla palla e cantare.

Nel video visto dai calciatori del Barcellona prima della finale di Champions League giocata a Roma, Pep Guardiola parla ai giocatori dicendo che sul campo devono essere quello che fanno: sono la palla che calciano, il campo su cui si muovono.

Lo stesso avviene nel tiro a volo, al tiratore si dice: lascia uscire il piattello, guardalo e tira. Queste tre fasi avvengono in un tempo minore di un secondo. L’atleta per eseguire questa prestazione deve essere totalmente coinvolto in questo gioco di osservazione e tiro, altrimenti rischia di riprendere in modo troppo rapido o troppo rallentato, perdendo così l’opportunità di rompere il piattello.

Questo approccio alla prestazione illustra la necessità di essere totalmente coinvolti in quello che si sta facendo. Questo allenatori si servono di parole differenti in sport diversi, ma esprimono tutti lo stesso concetto: impegnati a essere quello che fai.

In altre parole, l’atleta deve essere totalmente coinvolto nella sua azione e per raggiungere questo scopo deve diventare la sua azione stessa. Non esegue un compito ma è il compito che esegue.

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