La valutazione dell’attenzione

Quando si analizzano le cause per cui individui anche molto esperti, come gli atleti di livello assoluto non raggiungono gli obiettivi che si erano prefissati oppure sotto stress non forniscono le prestazioni di cui invece sono capaci, l’importanza del fattore umano prende il sopravvento rispetto al fattore tecnico e professionale.

Cos’hanno in comune i manager e i leader migliori con gli atleti di élite e i corpi speciali dell’esercito?

L’abilità a prestare attenzione, a non farsi distrarre e a rimanere focalizzati su un compito alla volta. 

Quindi il sapere organizzare la propria attenzione è una delle componenti critiche del successo.

In particolare dall’analisi delle dimensioni attentive e delle caratteristiche dei processi decisionali si ottengono informazioni che riguardano:

  1. Percezione immediata dell’ambiente – Si evidenzia quanto un individuo si ritiene abile nel comprendere cosa sta accadendo o sta per succedere nel suo ambiente lavorativo e in che misura si percepisce consapevole di quali sono gli stati d’animo delle persone con cui entra in contatto.
  2. Abilità di analisi e ad avere un pensiero strategico – Si evidenzia quanto un individuo si ritiene abile ad organizzare la propria attività e quella dei collaboratori, se la persona attribuisce responsabilità ai collaboratori e se verifica con regolarità e tempestività i risultati in corso d’opera e  finali.
  3. Abilità a perseguire con efficacia i propri compiti – Si evidenzia quanto un individuo si ritiene abile a perseguire in modo accurato gli obiettivi che si è posto o che gli sono stati forniti dall’azienda, agendo nel modo previsto.
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