Archivio mensile per ottobre, 2020

Pagina 2 di 2

LeBron, Hamilton e Nadal: testimoni di un grande cambiamento mentale

LeBron James, Lewis Hamilton e Rafa Nadal, tre sport diversi, ieri tutti vincenti nel campionato NBA, in Formula 1 e nel tennis. Sono i testimoni di quanto la carriera degli atleti sia molto cambiata e come questa diversità sia l’esempio più evidente di quanto sia altrettanto cambiata oggi la percezione dell’età e il concetto di salute e benessere e di come di conseguenza si sia modificato radicalmente anche il concetto di vecchiaia. Di questo oggi molte persone ne hanno consapevolezza e vivono quotidianamente in modo coerente a questo nuovo approccio alla propria vita. Tutto questo avviene anche grazie anche ai successi di questi campioni planetari.

Le parole rivelano cosa pensiamo degli atleti

Parlare rivela la concezione che le persone hanno dei loro interlocutori, nel caso degli allenatori rivela qual è la concezione di un allenatore nei confronti dei suoi atleti.

Non è ovviamente una questione di conoscenza grammaticale ma di un modo di esprimersi in cui l’accento viene posto sull’atleta evidenziandone una sua concezione passiva da parte dell’allenatore. Come se si trattasse di persone, gli atleti, che cambiano in reazione allo stimolo (le parole del coach) e non in quanto sono agenti attivi del proprio miglioramento.

Infatti è frequente sentire frasi di questo tipo:

  • Bisogna motivare gli atleti
  • L’allenamento deve andare a migliorare abilità degli atleti
  • E’ chiaro che questo qua si abbatte subito
  • Stimolarli li rende impegnati mentalmente
  • Quando vado a fare visualizzare il mio atleta
Queste affermazioni sono solo alcune fra le tante che sento esprimere sui campi e che descrivono l’allenatore come una specie di mago che cambia le persone. Questo atteggiamento rivela una concezione dell’atleta come colui che deve reagire e l’allenatore come l’addestratore di persone che senza una guida di questo tipo non possono migliorare.
Hai mai riflettuto sulle parole che usi? E sull’effetto che detrminano sugli atleti che alleni?

 

Lo sport è un diritto di tutti

E’ veramente sconcertante assistere alle polemiche nate dalla dichiarazione di Roberto Mancini, ct della nazionale di calcio, per avere affermato che bisogna pensare prima di parlare e che lo sport è un diritto come la scuola e il lavoro. Aggiungerei anche che bisogna conoscere prima di parlare.

Bisogna sapere ad esempio che la sedentarietà è la quarta causa di morte e che secondo quanto documentato dalla rivista Lancet, nel nostro Paese i costi diretti di questa inattività motoria sono 906.680.000 milioni di dollari (di cui 707.210.000 a carico del sistema sanitario, 32.267.000 dei privati e 163.202.000 sostenuti dalle famiglie) mentre quelli indiretti sono 498.021.000.  Sono cifre enormi che dovrebbero obbligare la politica italiana a valutare appieno il valore dello sport. Chi ne ha la diretta responsabilità deve essere pienamente consapevole che la mancanza di attività fisica e di sport è ancora oggi un problema misconosciuto, altrettanto grave come lo sono le malattie cardiovascolari, il diabete, il cancro al seno e al colon e richiede un’azione globale a breve e a lungo termine, se non per amore di una buona salute dei cittadini almeno per ragioni di buona economia.

Va aggiunto che lo sport non è una questione collegata alla richiesta di pochi che vogliono svagarsi e a cui è stato sottratto un gioco ma rappresenta il modo per mantenere uno stile di vita fisicamente attivo e sviluppare il benessere individuale e della comunità.

A questo riguardo la sua centralità è stata ribadita da un Memorandum d’intesa firmato a maggio tra il Comitato olimpico internazionale (CIO) e l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), incentrato sulla promozione e la difesa della salute attraverso lo sport e l’attività fisica durante questo periodo.

Inoltre, se volgiamo la nostra attenzione ai giovani in età scolare e a quelli con disabilità è evidente che l’accesso allo sport non deve diventare un ulteriore modo per discriminare alcuni rispetto ad altri. Così come lo è già stato lo scorso anno scolastico per molti studenti, e le loro famiglie, la difficoltà di accesso a internet e il non possedere almeno un computer per seguire le lezioni da casa.

I 3 pilastri del mio lavoro

Questi sono i tre pilastri che guidano il mio lavoro nello sport
  1. “Indipendentemente da ciò che le persone nel mondo imparano, quasi tutte le persone possono imparare, se le vengono fornite i giusti antecedenti e condizioni adeguate di apprendimento” (Benjamin S. Bloom, 1985).
  2. La prestazione non è un costrutto teorico ma una misurazione: ogni punteggio osservato (Prestazione) su una misura è uguale al punteggio vero (Abilità) depurato dall’errore (deviazione del punteggio osservato da quello vero ovvero deviazione della Prestazione dalle Abilità). La Prestazione = Abilità + Errore (Aoyagi, Cohen, Poczwardowski, Metzler e Statler, 2018).
  3. Bisogna accettare l’errore, piuttosto che considerarlo come qualcosa da evitare, poiché sarà sempre presente in ogni prestazione. Si deve imparare a ridurne la frequenza e la gravità, per mantenere l’efficacia della prestazione al livello più elevato di competenza personale. Bisogna permettere di sbagliare, per ottenere quelle informazioni che saranno utili per migliorare/perfezionare le abilità, aumentando la probabilità di fornire in futuro prestazioni sempre più corrispondenti al livello di abilità acquisito (Dweck, 2006).

Auto-Efficacia e osservazione

In questo periodo molti interventi con gli allenatori che sto facendo riguardano l’uso dell’osservazione come sistema per migliorare nel loro insegnamento in campo e le loro relazioni con gli atleti.

Il modello di Albert Bandura è un approccio che può consentirgli di applicare una delle teorie più diffuse in psicologia e che fa riferimento alla convinzione di una persona di essere capace di affrontare con successo una determinata situazione di gara o anche di ottenere uno specifico miglioramento in un’abilità tecnica.

La teoria dell’autoefficacia si basa su quattro idee fondamentali a cui l’allenatore può riferirsi per favorire il miglioramento dell’atleta.

Le esperienze passate - E’ dimostrato che una fonte indispensabile di convinzione risiede nel fare affidamento sulle esperienze passate di successo in relazione a un compito. Su questa base l’allenatore dovrebbe quindi sempre collegare ciò che deve essere fatto in quel momento (parlando naturalmente di compiti impegnativi e significativi) collegando questa sua comunicazione a quanto è avvenuto in precedenza, cos’ da collegare sempre il passato con il presente.

Le esperienze vicarie - Ci si riferisce al concetto di modellamento, osservare compagni che seguono un determinato compito e anche la loro fatica è un ottimo stimolo per incrementare la convinzione nella riuscita. Non è difficile in nessun sport costruire situazioni di questo tipo a rotazione fra i propri allievi.

Il sostegno sociale - sappiamo dell’importanza di sostenere l’impegno e di sostenere le persone dopo un errore. Mettiamo sempre come primo scopo lo sviluppo della persona e poi l’acquisizione tecnica o il risultato sportivo. E’ importante che l’allenatore spieghi “il perchè” e non solo “come fare”, l’apprendimento e le prestazioni miglioreranno poiché l’atleta sentirà che si è interessati allo sviluppo della sua autonomia psicologica.

La condizione fisiologica ed emotiva - Basta ricordarsi che il warm-up è quel tipo di attività che consente di raggiungere una condizione fisica, motoria e psicologica di prontezza, mettendo l’individuo nella condizione di essere pronto. Questo vale non solo per iniziare l’allenamento in modo efficace ma anche per prepararsi alle esercitazioni più significative di ogni seduta di allenamento.

Calcio Insieme per giovani con disabilità motorie e intellettive

Calcio Insieme riprende per il 6° anno il suo programma di insegnamento del calcio ai bambini e adolescenti, ragazze e ragazzi, con disturbi intellettivi. 80 giovani si alleneranno due volte la settimana seguiti da uno staff composta da allenatori, psicologi dello sport, logopedista e medici. Oggi iniziamo con l’aggiornamento della formazione degli allenatori stasera online e domani sul campo.