I 3 pilastri del mio lavoro

Questi sono i tre pilastri che guidano il mio lavoro nello sport
  1. “Indipendentemente da ciò che le persone nel mondo imparano, quasi tutte le persone possono imparare, se le vengono fornite i giusti antecedenti e condizioni adeguate di apprendimento” (Benjamin S. Bloom, 1985).
  2. La prestazione non è un costrutto teorico ma una misurazione: ogni punteggio osservato (Prestazione) su una misura è uguale al punteggio vero (Abilità) depurato dall’errore (deviazione del punteggio osservato da quello vero ovvero deviazione della Prestazione dalle Abilità). La Prestazione = Abilità + Errore (Aoyagi, Cohen, Poczwardowski, Metzler e Statler, 2018).
  3. Bisogna accettare l’errore, piuttosto che considerarlo come qualcosa da evitare, poiché sarà sempre presente in ogni prestazione. Si deve imparare a ridurne la frequenza e la gravità, per mantenere l’efficacia della prestazione al livello più elevato di competenza personale. Bisogna permettere di sbagliare, per ottenere quelle informazioni che saranno utili per migliorare/perfezionare le abilità, aumentando la probabilità di fornire in futuro prestazioni sempre più corrispondenti al livello di abilità acquisito (Dweck, 2006).

0 Risposte a “I 3 pilastri del mio lavoro”


  • Nessun commento

Contribuisci con la tua opinione