I dati dello stress da coronavirus

Da una ricerca condotta in Italia, Spagna e Regno Unito emerge che la percentuale di popolazione la cui salute mentale è a rischio a causa di vari fattori di vulnerabilità socio-economica è del 41% in Italia, del 46% in Spagna e del 42% nel Regno Unito. Le problematiche di salute mentale sono legate a vari indici di misurazione, tra i quali stress, ansia e depressione per l’incertezza sul futuro economico e occupazionale, per le difficili condizioni di vita, spesso confinate in spazi ristretti e condivisi con bambini dei quali occuparsi mentre si svolgono mansioni lavorative da “remoto”, cioè nell’abitazione stessa.

La ricerca è stata finanziata e condotta da Open Evidence, spin-off della Universitat Oberta di Catalunya (Uoc), in collaborazione per la raccolta dati con Bdi Schlesinger and Group e per il disegno sperimentale e l’analisi dei dati con ricercatori di varie università (Università degli studi di Milano, Uoc, Universidad Nacional de Colombia, Università degli studi di Trento, Glasgow University). «Ci siamo riproposti di coprire un’area finora poco esplorata, non sanitaria né strettamente economica» spiega il direttore della ricerca Cristiano Codagnone (co-fondatore di Open Evidence, e docente presso l’Università degli studi di Milano e la Uoc). «Siamo sorpresi di quanto sia elevata la vulnerabilità psicologica riscontrata – continua Codagnone – anche soltanto usando uno degli elementi che servono a testarla, ovvero la depressione. Considerando anche gli altri, ci accorgiamo che il livello di stress psicologico è molto elevato e il rischio di essere contagiati di gran lunga inferiore rispetto a quello di avere problematiche di tale tipo».

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