Le idee sbagliate sulla preparazione psicologica

Sono molte persone che si avvicinano alla preparazione psicologica senza sapere di cosa si tratti. Spesso la ragione principale di questa richiesta proviene dalle esperienze degli atleti o di coloro che li seguono e risiede nel desiderio di migliorare le prestazioni sportive, di essere meno ansiosi e più determinati, di accettare gli errori, di non perdere la concentrazione nei momenti decisivi. Raramente la richiesta è più specifica e, quindi, il rischio è che l’allenamento mentale sia vissuto come attività magica che risolverà i problemi, come una specie di terapia per diventare più convinti in gara o come un modo per condividere con un altro la responsabilità degli insuccessi, come genitori o allenatori non si è riusciti in questo intento e ora si prova con lo psicologo.

Questo approccio rivela la scarsa conoscenza in relazione a cosa sia un programma di preparazione psicologica. Molti allenatori, atleti e genitori approcciano lo psicologo per avere soluzioni semplici e facili da raggiungere. Pensano che in poco tempo, magari poche settimane si potrà migliorare la fiducia e la gestione dello stress da parte dell’atleta. Applicano anche in questo ambito, l’atteggiamento diffuso nella società attuale di essere impazienti di fronte alle difficoltà e di volerle risolvere in poco tempo.

Non sono consapevoli del fatto che le abilità psicologiche, come ogni altro tipo di competenze, richiedono un allenamento continuo nel tempo e intenso. La parola allenamento accanto a quella mentale non è lì a caso ma serve a evidenziare la necessità di una pratica continuativa nel tempo.

 

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