Archivio mensile per dicembre, 2019

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Come reagire ai momenti negativi nel tennis

Spesso nel tennis si parla molto di quanto sia lunga una partita e della necessità di essere costanti nel gioco, evitando di accelerare giocando in modo impulsivo o di diventare troppo lenti, smettendo di correre e di colpire con decisione. Meno attenzione è fornita all’allenamento di cosa fare nei momenti di difficoltà dal punto di vista dell’approccio mentale al punto seguente.

Qui sotto uno schema per affrontare questi momenti, così frequenti nel tennis, e per guidarsi nella preparazione del gioco durante le pause.

 

Muoviti e pensa

Why Your Brain Needs Exercise

The evolutionary history of humans explains why physical activity is important for brain health

David A. Reichlen and Gene E. Alexander, Scientific American, January 1, 2020

Brief synthesis

“Why does exercise affect the brain at all?

Physical activity improves the function of many organ systems in the body, but the effects are usually linked to better athletic performance.

Instead exercise seems to be as much a cognitive activity as a physical one. In fact, this link between physical activity and brain health may trace back millions of years to the origin of hallmark traits of humankind. If we can better understand why and how exercise engages the brain, perhaps we can leverage the relevant physiological pathways to design novel exercise routines that will boost people’s cognition as they age—work that we have begun to undertake.

… we demonstrated that people who spent more time engaged in moderate to vigorous physical activity had larger hippocampal volumes.

Researchers have also documented clear links between aerobic exercise and benefits to other parts of the brain, including expansion of the prefrontal cortex, which sits just behind the forehead. Such augmentation of this region has been tied to sharper executive cognitive functions, which involve aspects of planning, decision-making and multitasking—abilities that, like memory, tend to decline with healthy aging and are further degraded in the presence of Alzheimer’s. Scientists suspect that increased connections between existing neurons, rather than the birth of new neurons, are responsible for the beneficial effects of exercise on the prefrontal cortex and other brain regions outside the hippocampus.

If we can augment the effects of exercise by including a cognitively demanding activity, then perhaps we can increase the efficacy of exercise regimens aimed at boosting cognition during aging and potentially even alter the course of neurodegenerative diseases such as Alzheimer’s.

They found an additive effect: exercise alone was good for the hippocampus, but combining physical activity with cognitive demands in a stimulating environment was even better, leading to even more new neurons. Using the brain during and after exercise seemed to trigger enhanced neuron survival.”

Pazzesco Cristiano Ronaldo

Incredibile rete di Cristiano Ronaldo!! Come Michael Jordan

ImmagineMichael Jordan rejects the New Jersey Nets' Chris Gatling at the rim in Game 1 of an Eastern Conference playoffs first-round series in 1998. With Jordan scoring 32 or more points in each game, the Bulls made quick work of the Nets, eliminating them in three games.

L’allenamento sta nel piacere di ripetere

L’allenamento è ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, con il piacere di ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, con il piacere di ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, con il piacere di ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere, ripetere con il piacere di ripetere.

Un uomo canadese di 84 anni è la più vecchia persona ad avere concluso una maratona in Antartico

Ci sono volute 11 ore, 41 minuti e 58 secondi, ma Roy Svenningsen di Edmonton, a 84 anni, è diventato il più anziano a completare una maratona in Antartide quando ha tagliato il traguardo della Maratona del ghiaccio antartico. (Risultati non ufficiali.) Il direttore di gara Richard Donovan ha elogiato i risultati di Roy e ha detto: “E’ un risultato fantastico e che ispira generazioni di atleti”.

Svenningsen, un dirigente petrolifero in pensione, ha corso più di 50 maratone nei cinque continenti. La sua prima è stata la maratona di Calgary, nel 1964, e ha fatto segnare il suo tempo più veloce (un impressionante 2:38) a Helsinki, Finlandia.

La Maratona del ghiaccio in Antartide è la maratona più meridionale del mondo. Si svolge a 80 gradi di latitudine sud, ai piedi delle Ellsworth Mountains, a poche centinaia di miglia dal Polo Sud. Si tratta di uno dei due eventi ufficiali di corsa che si svolgono all’interno del Circolo Antartico sull’Antartide continentale. (L’altra è la Maratona Internazionale dell’Antartide, che dà il via alla World Marathon Challenge, in febbraio). I corridori si trovano ad affrontare condizioni molto impegnative, con temperature fino a -20 C.

Nella stessa gara di questo fine settimana, Susan Ragon di Cambridge, US. è diventata la donna più anziana a finire una maratona in Antartide, a 69 anni. Il suo tempo era 7:38:32. Ragon, che è ha iniziato a correre la maratona relativamente tardi nella vita, ha corso la Boston Marathon 20 volte, e  il suo personale di 3:52 lì nel 2008, all’età di 58 anni.

La gara è stata vinta da William Hafferty di Boston, che ha stabilito il record dell’evento in 3:34:12, e Lenka Frycova della Repubblica Ceca in 4:40:38.

View image on TwitterRisultati immagini per 84-year-old Canadian man becomes the oldest person to ever run a marathon in Antarctica.

Insegnare psicologia ai secchioni di Coverciano

Quando insegnavo ai secchioni di Coverciano (Fonte: Sportweek, 14 dicembre)

Affrontare la nostra paura dell’avversario

Affrontare le proprie paure è un aspetto fondamentale nella formazione dei giovani atleti. Parlare dell paure che si provano le competizioni serve per capire sono parte dell’impegno agonistico e non un sintomo di chissà quali problematiche psicologiche. Quindi, parliamo con i nostri atleti delle loro paure, di cosa li blocca durante una partita, di quali sono le situazioni che determinano il manifestarsi di questa emozione.

Spesso gli atleti si lamentano di aver gareggiato subito contro avversari più forti di loro, succede negli sport di squadra ma anche in quelli individuali di opposizione (dal tennis al pugilato, dalla scherma alla lotta). E allora che si fa? Ci si adatta a questo timore e si rinuncia perché nella nostra mente il risultato appare scontato? Direi che questo è ciò che spesso accade. Magari anche con la partecipazione degli allenatori che concepiscono la paura come un’emozione che provano le persone deboli o loro stessi non sanno come allenare la convinzione nei loro atleti.

Come psicologi della prestazione abbiamo il dovere di trasmettere l’idea, ad allenatori e atleti, che con il lavoro si vincono le paure. Quindi affrontiamo questa tematica apertamente con gli atleti chiedendo: “Quali sono le vostre peggiori paure?”. Lasciamoli esprimere in relazione ai comportamenti che mostrano in quesi momenti e poi iniziamo con loro un lavoro basato sulla consapevolezza, sulla ridefinizione della paura come step dello sviluppo psicologico dell’atleta e insegnano strategie e tecniche psicologiche siano però strettamente correlate al tipo di sport e alle caratteristiche di ogni atleta.

L’eredità di John Wooden

L’eredità dei grandi allenatori è sempre attuale ed è importante non perderne la memoria: Qui sotto quella di John Wooden

“Questo è ciò che conta realmente: se ti sforzi di fare il meglio che puoi con regolarità, i risultati saranno più o meno quelli che dovrebbero essere. Non necessariamente quelli che si desiderano, ma più o meno quelli che dovrebbero essere, e solo tu saprai se lo puoi fare. E questo era ciò che volevo da loro più di ogni altra cosa. E col passare del tempo, ho imparato altre cose, penso che funzionò un po’ meglio per quanto riguarda i risultati. Ma volevo che il punteggio di una partita fosse l’effetto secondario di queste altre cose e non lo scopo in sé. Credo fosse… un grande filosofo disse… no, no. Cervantes. Cervantes disse ”Il viaggio è meglio della meta.” Mi piace. Penso che sia… è l’arrivarci. Talvolta quando ci arrivi, c’è quasi una delusione. Ma il divertimento è arrivarci. Come allenatore di pallacanestro all’UCLA mi piaceva che i nostri allenamenti fossero il viaggio, e la partita la meta. Il risultato finale. Mi piaceva salire e sedermi sulle gradinate e guardare i giocatori giocare, e vedere se avevo fatto un lavoro decente durante la settimana. Ecco di nuovo, si tratta di condurre i giocatori a quella soddisfazione personale nel sapere che si sono sforzati di fare il meglio di cui sono capaci”.

 

Mai cedere il controllo

Se ci si domanda in relazione all’esonero di Carlo Ancelotti da allenatore del Napoli, dal di fuori appare evidente che sia stato schiacciato tra il narcisismo ferito del presidente De Laurentiis che si è vista rifiutata dai calciatori una sua decisione e la ribellione di alcuni giocatori che hanno partecipato con le loro scelte a rovinare la squadra. Non è chiaro come si sia sviluppato in questo periodo di tempo il rapporto tra il presidente e l’allenatore, e cosa ognuno si aspettava dall’altro.

Possiamo, però, riproporre il pensiero di un grande allenatore, Alex Ferguson, in relazione al tema del controllo sulla squadra che l’allenatore dovrebbe esercitare e su cosa fare secondo lui qualcuno un calciatore critica pubblicamente l’operato del manager o della Club.

“Non si può mai perdere il controllo, non quando si ha a che fare con 30 professionisti di alto livello che sono tutti milionari” … “E se qualche giocatore vuole … sfidare la mia autorità e il mio controllo, io mi occupo di loro”. Una parte importante del mantenimento di standard elevati su tutta la linea è stata la volontà di Ferguson di rispondere con forza quando i giocatori hanno violato tali standard. Se si sono messi nei guai, sono stati multati. E se sono usciti dalla linea in un modo che poteva compromettere le prestazioni della squadra, Ferguson li ha lasciati andare. Nel 2005, quando il capitano di lunga data Roy Keane ha criticato pubblicamente i suoi compagni di squadra, il suo contratto è stato rescisso. L’anno seguente, quando il capocannoniere dello United dell’epoca, Ruud van Nistelrooy, espresse apertamente il suo scontento dopo diverse panchine, venne prontamente venduto al Real Madrid. Rispondere con forza è solo una parte della storia. Rispondere rapidamente, prima che le situazioni sfuggano di mano, può essere altrettanto importante per mantenere il controllo”.

“Ho avuto la tendenza ad agire rapidamente quando ho visto che un giocatore aveva un’influenza negativa. Qualcuno potrebbe dire che ho agito impulsivamente, ma penso che sia stato fondamentale che io abbia deciso in fretta. Perché sarei dovuto andare a letto con dei dubbi? Mi sarei svegliato il giorno dopo e avrei preso le misure necessarie per mantenere la disciplina”.

Ognuno potrà così costruirsi una propria opinione anche se non sapremo come mai questo approccio non sia stato utilizzato o non sia servito nella gestione del Napoli.

Il mental coaching nella danza sportiva

Le abilità psicologiche sono uno dei fattori chiave delle prestazioni eccellenti e, anche nella danza sportiva, prestazione efficaci vengono fornite solo se la mente dei ballerini è totalmente focalizzata sul ballo. Non è un caso che le prove eseguite da persone in condizioni di ansia eccessiva siano poco efficaci, proprio perché la loro mente durante la competizione è occupata da pensieri che non sono pertinenti con lo svolgimento della loro azione. In relazione alla danza sportiva, un ballerino si percepisce come troppo ansioso quando nella sua mente svolge contemporaneamente due lavori contrastanti: il primo consiste nel preoccuparsi in modo eccessivo di ciò che succederà se sbaglia e il secondo consiste nello stare focalizzati sul ballo da svolgere. Maggiore è la dominanza del primo pensiero, peggiore sarà la sua prestazione. Viceversa più ampia sarà la predominanza del secondo pensiero, migliore sarà la performance. E’ infatti la mente a guidare queste azioni e l’allenamento rappresenta la fase in cui s’impara e si raffina l’abilità a “fare la cosa giusta” nei momenti che contano.

In questi ultimi anni, si è diffuso l’uso di identificare l’applicazione delle tecniche psicologiche per aiutare gli atleti a fornire prestazioni migliori, con i termini di mental training, mental coaching o allenamento delle abilità psicologiche. Con questi termini si deve intendere l’allenamento delle abilità psicologiche attraverso una pratica sistematica e costante allo scopo d’incrementare la prestazione, aumentarne la piacevolezza e raggiungere livelli elevati di soddisfazione nello sport e nell’attività fisica.

Il mental coaching consente ai ballerini di trovare le proprie risposte personali per il perfezionamento delle prestazioni sportive a domande quali:

  • Gareggio al livello di bravura di cui sei capace?
  • Di solito ballo meglio in allenamento piuttosto che in gara?
  • Dubbi o insicurezze limitano le mie prestazioni?
  • Come faccio a sapere che sono pronto per ballare?
  • Come affronto le difficoltà con il/la partner?
  • Come reagisco alle prestazioni negative?
  • Come mi concentro prima della gara?
  • Qual è il mio/nostro riscaldamento mentale pre-gara?
  • Come sostengo il mio/la mia partner?
  • Gestisco in modo ottimale lo stress da finale?

Per organizzare un programma di allenamento centrato sul miglioramento delle prestazioni sportive è necessario che un atleta (o una coppia) e allenatore abbiamo stabilito obiettivi condivisi da raggiungere con l’allenamento che intendono attuare. Naturalmente l’esecuzione motoria è la componente visibile della prestazione sportiva, ma dietro esibizioni eccellenti vi è molto di più, poiché un’azione quasi perfetta richiede un livello ottimale di maestria tecnica, di forma fisica e di controllo mentale tutti espressi in azioni di durata variabile, quali sono quelle relative alle diverse specialità della danza. Si evidenzia così che la prestazione sportiva è un’esperienza competitiva in cui il singolo atleta o la coppia sono totalmente coinvolti. Si basa sulla preparazione a lungo termine, metodologicamente fondata, specifica per la disciplina, adattata all’atleta e alla coppia e centrata sull’uso ottimale delle loro abilità fisiche, mentali e tecniche dalla cui integrazione si emergeranno le prestazioni di successo. L’allenamento è la situazione che consente all’atleta di affinare queste abilità attraverso un processo che si caratterizza per volume, intensità, frequenza e durata e può essere paragonato al cucinare, in cui bisogna amalgamare tra loro alimenti differenti, con diverse funzioni e proporzioni allo scopo di ottenere un piatto eccezionale.