Il riscaldamento è fisico e mentale

In relazione al riscaldamento voglio riprendere quanto esprime Jurgen Weineck nel suo libro “L’allenamento ottimale” poiché è un testo noto a tutti gli allenatori (gli psicologi dovrebbero studiarlo). Infatti, illustra chiaramente il ruolo fisico e anche mentale di questa fase dell’allenamento. evidenzia così quanto sia rilevante insegnare ai giovani atleti a utilizzare questa fase di allenamento nel modo adeguato e non semplicemente come esercizi noiosi da effettuare per evitare d’infortunarsi.

“Per riscaldamento s’intendono tutte le misure che, prima di un carico sportivo – d’allenamento o di gara – servono sia a creare uno stato di preparazione psicofisico e cinestesico coordinativo ottimale sia alla prevenzione degli infortuni”.

” Il riscaldamento in sé … può essere passivo, attivo e mentale, oppure realizzato in forma combinata.Nel riscaldamento attivo, l’atleta esegue praticamente gli esercizi o i movimenti, mentre in quello mentale se li rappresenta soltanto … Se viene utilizzato da solo … l’allenamento mentale è poco valido, perché mette in moto solo parzialmente, e spesso con scarsa intensità, i processi di adattamento caratteristici del riscaldamento. Invece, in alcuni sport (ad esempio ginnastica artistica e atletica leggera) se viene combinato con altri metodi di riscaldamento è di grande efficacia”  (p. 547).

“Come si può ricavare da vari lavori vi sono interrelazioni tra riscaldamento, motivazione e l’atteggiamento psichico verso l’attività stessa. Così da un lato, un grado elevato di motivazione e un atteggiamento fortemente orientato verso la prestazione possono rafforzare l’efficacia del riscaldamento – tra l’altro, grazie ai parametri psichici dello stato pre-agara che prepara l’organismo a una prestazione elevata – mentre, dall’altro, un atteggiamento negativo verso di esso ne riduce o elimina totalmente i benefici … il riscaldamento, partendo da una situazione iniziale “neutra”, serve a formare uno stato psichico di disponibilità alla prestazione, evoca uno stato ottimale di eccitazione del sistema nervoso, migliorando così l’atteggiamento verso la prestazione sportiva e la concentrazione su di essa” (p.551).

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