Archivio mensile per novembre, 2016

Conosci te stesso attraverso le tue priorità

Dimmi le tue priorità e ti dirò su cosa sei concentrato.

Ottima domanda per sapere se

siamo centrati sul risultato e sul compito da svolgere.

Esiste in Italia una cultura sportiva diffusa?

Può un Paese con il più alto tasso di bambini in sovrappeso e obesi d’Europa, nonché con una elevatissima percentuale di adulti sedentari essere considerato un Paese con una cultura sportiva diffusa, definita e condivisa?

Non sarà che è proprio il modello rappresentato dal genitore sedentario a determinare il sovrappeso del bambino?

Non sarà che è l’assenza dell’attività motoria negli asili nido e nella scuola elementare a determinare la convinzione che lo sport e il movimento sono qualcosa di periferico nello sviluppo del benessere di un giovane?

Non sarà che portare i propri figli a giocare all’aperto sia considerato come faticoso, mentre è più facile lasciarli a guardare i cartoni in TV o a giocare con la play station?

Non sarà che considerare il laureato in scienze motorie e il prof di educazione fisica come laureati e insegnanti di valore minore rispetto agli altri colleghi della scuola, non serva a continuare a svalutare il valore dello sviluppo dell’essere umano tramite il movimento?

Non sarà che considerare lo sport come un’attività del tempo libero e non come un’attività che serve anche a migliorare il rendimento scolastico porti a una sua sottovalutazione cronica da parte della scuola e dei genitori?

Non sarà che non condividere lo sport con i figli e i loro amici sia un modo per non portarli a svolgere attività all’aria aperta?

 

 

 

 

14° Congresso Mondiale di Psicologia dello Sport: abstract e voto

A luglio del 2017 si terrà a Siviglia il 14° Congresso Mondiale di Psicologia dello Sport. Il tema del Congresso è: “The integration of science and practice through multicultural bridges, gender and social equality. La deadline per l’invio degli abstract è il 16 gennaio 2017.

Durante il Congresso si voterà anche per l’elezione del nuovo Comitato Direttivo dell’International Society of Sport Psychology (ISSP). Avrà diritto al voto solo chi avrà pagato l’iscrizione all’ISSP negli ultimi due anni.

Negli anni passati,  per poter votare era sufficiente pagare i due anni insieme direttamente all’iscrizione al Congresso, ora  questa regola è stata cambiata. Per votare (anche per posta) è ora necessario pagare la quota associativa del 2016 entro la fine di quest’anno e quella del 2017 nel prossimo anno. Indipendentemente dalle preferenze, che non sono state ancora ufficializzate, è necessario impegnarsi per fare conoscere questa nuova regola affinché il maggior numero di italiani siano nelle condizioni di poter votare. Vi chiedo quindi di sollecitare soci e amici a iscriversi fin da ora alla ISSP o di regolarizzare le proprie quote. Tutti coloro che non lo faranno entro il 2016, saranno infatti esclusi dalla possibilità di voto nel 2017.

 

 

Autismo, calcio integrato: sintesi della ricerca

Calcio Insieme, è un progetto promosso e supportato dalla Fondazione Roma Cares, Onlus legata al più ampio contesto di responsabilità e sostenibilità sociale della AS Roma e dalla Asd Accademia Calcio Integrato, il cui obiettivo è lo sviluppo di una cultura dell’integrazione e dell’educazione ai valori dello sport attraverso il giuoco del calcio.

Il gioco del calcio è lo sport più amato e praticato dalle bambine e dai bambini di tutto il mondo, ma per i giovani con difficoltà intellettive sono rare, se non del tutto assenti, le opportunità non solo in Italia che permettano loro di vivere questa pratica sportiva come esperienza formativa e di gioco. Pertanto, questo progetto pilota di ricerca applicata che si sviluppa su tre anni è rivolto ai bambini/e di 6-12 anni con disabilità intellettive e con particolare riferimento a quelli con disturbo dello spettro autistico (ASD). Calcio Insieme intende promuovere l’attività motoria e l’insegnamento del calcio per questi bambini al fine di migliorare la qualità della loro vita attraverso una pratica sportiva continuativa nel tempo ma anche e soprattutto elaborare un modello di metodologia didattica a loro adeguato, attraverso un’attività di  ricerca applicata sul campo.

Calcio Insieme  è iniziato a settembre 2015 con la collaborazione di alcune scuole di Roma  che hanno promosso tra le famiglie degli alunni con disabilità intellettiva la conoscenza di questa iniziativa, organizzato incontri informativi con lo staff di Calcio Insieme per iniziare a costruire una community sul territorio in cui scuola, famiglia, soggetti sportivi promotori, e staff potessero sentirsi parte di un progetto comune al cui centro vi sono i bambini con disabilità intellettiva e in particolare quelli con disturbo dello spettro autistico (ASD). Il progetto ha avuto sin dall’inizio al centro del proprio focus quello di costruire le condizioni per favorire l’empowerment di ciascun bambino attraverso il gioco del calcio, così come raccomandato dal Comitato Paralimpico Internazionale.

E’ importante, per poter meglio comprendere le diverse fasi della sperimentazione effettuata dallo staff scientifico- tecnico di Calcio Insieme sui campi del Giulio Onesti, avere presente cosa s’intende per disturbi dello spettro autistico e quale siano i limiti e le potenzialità motorie dei bambini che ne soffrono  e il report descrive nei dettagli le principali caratteristiche, riportando anche i diversi contributi bibliografici .

Emerge subito un dato evidente, ovvero che le esperienze di attività sportiva sinora svolte dai bambini con disabilità intellettiva hanno riguardato in prevalenza sport individuali e che nessuna indagine è stata sin ora condotta per verificare in che modo l’attività sportiva di gruppo e il calcio in particolare possano rappresentare un mezzo per il miglioramento delle competenze motorie/sportive, psicologiche e relazionali.

Nella parte dedicata al metodo vengono descritte inizialmente le diagnosi dei 30 bambini/e che hanno partecipato al progetto che hanno permesso di suddividerli in due gruppi (Verde e Rosso) in funzione delle abilità motorie e psico-relazionali possedute; entrambi i gruppi hanno partecipando a un programma di allenamento di un’ora per due volte la settimana da gennaio a giugno 2016.

Va sottolineata l’importanza della fase di formazione che si è svolta prima dell’inizio dell’attività: lo staff al completo e formato da psicologi dello sport, istruttori di calcio giovanile, una logopedista, un medico dello sport e un responsabile dei rapporti con le famiglie e le scuole hanno partecipato a un Corso di formazione specifico, teorico e pratico per imparare a sensibilizzarsi e a lavorare con bambini con disturbi intellettivi.

In termini di metodologia di analisi la sperimentazione è stata portata avanti dallo staff  che  provveduto a sottoporre tutti i bambini/e ad una valutazione motoria iniziale e finale (è importante sottolineare che la griglia dei test motori era la stessa utilizzata dagli istruttori della Roma Academy per i bambini normodotati),  allo stesso modo si è proceduto con la valutazione psicologica e relazionale effettuata con interviste iniziali e finali a genitori e insegnanti e con una valutazione svolta sul campo e continuativa per tutta la durata del periodo di attività effettuata dagli istruttori di calcio e dagli psicologi dello sport.

I risultati dimostrano che in relazione alle abilità motorie vi sono differenze significative rispetto alle valutazioni iniziali in relazione a 6 prove su 10. In particolare i bambini sono migliorati nei test riguardanti: camminare tra i conetti, correre tra i conetti, rotolare su tappetino, saltare in alto (3 ostacoli 20/30cm), afferrare (5 lanci da 1 a 5 mt di distanza da istruttore) e stare in equilibrio sulla medusa.

In relazione al correre con la palla (guidare la palla in uno spazio lungo 15m e largo 4m) si sono evidenziati due dati. Il primo è che anche al termine del programma, il 39,3% dei bambini non ha mostrato alcun miglioramento. Il secondo è di segno opposto ed evidenzia che il 28,6% si colloca a un livello di abilità intermedio e cioè guida la palla, si sposta frequentemente dx e sx anche se esce dalla corsia. Inoltre, il 10,7% mostra un livello di abilità medio-alto, guidando la palla senza uscire dalla corsia. In tal senso è emerso che vi sia una notevole differenza dal punto di vista motorio fra i bambini stessi, mentre per alcuni l’allenamento si è caratterizzato maggiormente come attività motoria orientata all’acquisizione degli schemi motori di base, per altri è orientata all’insegnamento dei fondamenti del calcio.

Il questionario somministrato ai genitori al termine del periodo di attività ha esaminato le seguenti abilità dei bambini: collaborazione, partecipazione ai giochi, comprensione, comunicare con l’altro, socializzazione, approccio alle situazioni/persone nuove e comportamenti problematici. Per ognuna di queste competenze i genitori hanno espresso una valutazione finale da cui emerge che ritengono che i loro figli siano migliorati in maniera per loro evidente. E’ inoltre interessante notare che lo stesso questionario è stato somministrato alle insegnanti di sostegno dei bambini e i dati emersi sono analoghi a quelli manifestati dai genitori. Le valutazioni effettuate sul campo dagli psicologi e dagli istruttori hanno messo in evidenza che la maggior parte dei giovani è migliorata, pur se sono stati raggiunti livelli di abilità molto differenti in funzione del livello di difficoltà espresso inizialmente dai bambini/e. Per il futuro sono chiaramente evidenziabili percorsi di attività motoria e sportiva differenziati fra i due gruppi di bambini/e (Rosso e Verde).

In sintesi, questi dati confermano quanto emerso dalla rassegna delle ricerche condotte su persone con disturbo dello spettro autistico di Sowa e Meulenbroek (2012) secondo cui la dimensione motoria migliora con percorsi specifici di apprendimento motorio/sportivo ma a questa aggiunge che l’organizzazione delle sedute di allenamento in interventi di gruppo e interventi individuali favorisce lo sviluppo delle competenze sociali, come in parte era stato notato da Walker, Barry e Bader (2010). Questo studio pilota ha risposto anche alla richiesta di  organizzare attività basate su “un intervento sportivo naturalistico basato sul gruppo come il calcio” (Sowa e Meulenbroek, 2012; p.56) e che sinora non erano mai state documentate. Inoltre, come già evidenziato (Luiselli 2014) i problemi comportamentali si sono ridotti, diminuendo i movimenti stereotipati e i comportamenti di auto-stimolazione.

Infine, vanno ricordati quei risultati raggiunti che non sono definibili in termini scientifici ma che allo stesso tempo sono importanti per un progetto che aveva lo scopo di ridurre i limiti dei bambini/e con ASD e di ampliarne le competenze a 360 gradi; i più significativi sono i seguenti: potersi identificare con la AS Roma ha favorito la socializzazione e stimolato l’orgoglio dell’appartenenza; le prime partite di calcio che hanno potuto effettuare tra di loro e gli istruttori e le due partite 4 vs 4 con allievi della Roma Academy; vivere questa esperienza con professionisti totalmente dedicati a loro e disposti a rispettarne tempi di socializzazione e di apprendimento pur non smettendo di guidarli nelle attività; per le famiglie si è rilevato importante incontrarsi fra di loro e condividere queste esperienze sentendosi parte attiva del progetto.

Calcio Insieme: esperienza e ricerca condotta con bambini/e con disabilità intellettive

Il prossimo numero della rivista Movimento sarà dedicato a Calcio Insieme un’esperienza di calcio integrato svoltasi con 30 bambini/e in prevalenza autistici. Chi fosse interessato a ricevere maggiori informazioni può scrivere a questo blog.

 

 

ENPAP presenta indagine sulla professione di psicologo in Italia

Sabato 12 Novembre 2016 presso l’Aula Magna della facoltà di Medicina e Psicologia dell’Università “la Sapienza” di Roma è stata presentata l’indagine di mercato sulla psicologia professionale in Italia organizzata dall’ENPAP Ente Nazionale di Previdenza ed Assistenza per gli Psicologi.

Partendo dall’evidenza che la domanda di psicologia non si rivolge più solo alla cura del malessere ma sempre di più alla promozione e diffusione del benessere l’ente ha commissionato una ricerca ad un istituto di indagine nell’estate del 2015. La ricerca è stata strutturata in focus group, interviste ad esperti di diversi, circa un migliaio di questionari sono stati somministrati alla popolazione e un desk analisys.

Durante la presentazione sono stati evidenziati alcuni dati in merito alla situazione attuale del mercato professionale in ambito psicologico.

Uno dei dati più interessanti è che il mercato della psicologia è in significativa e costante crescita, infatti si registra un aumento progressivo del complesso dei redditi percepiti dagli iscritti dal 1996 (anno di fondazione dell’Ente) ad oggi; il reddito annuale prodotto da prestazioni psicologiche nel libero mercato Italiano è passato, in 20 anni, da 110 milioni di euro a circa 800 milioni.

Si rileva che la media complessiva dei redditi netti che per il 2014 è di € 13.360.

L’indagine evidenzia che il mercato è in grande trasformazione, infatti la psicologia professionale è chiamata a confrontarsi con nuovi temi di ordine non prettamente clinico.

Le richieste che la società rivolge agli psicologi possono essere molto diverse dal passato e il tema del riposizionamento professionale può essere ancora più importante di quanto non sia stato in questi ultimi anni.

Una delle domande cui l’indagine risponde, è sull’immagine che la nostra categoria ha presso la popolazione: lo psicologo non è più visto come “il medico dei matti” bensì come un professionista privato “specialista della mente” che può offrire un supporto specifico, un aiuto nella ricerca del benessere e dell’equilibrio emotivo o far emergere problemi latenti.

Le sue capacità principali sono: equilibrare, curare, guarire e migliorare.

Concludendo, possiamo immaginare una prospettiva in cui lo psicologo esplorerà nuovi ambiti applicativi per rispondere ai bisogni contemporanei della società, sarà più vicino alla popolazione nella sempre più crescente incertezza per il futuro.

Fonte: E-Book: Indagine di mercato sulla psicologia professionale in Italia, nuovi bisogni, nuovi ambiti, nuovi ruoli. A cura di ENPAP

#ENPAP #PSICOLOGIA

di Emiliano Bernardi e Massimiliano de Angelis

Un percorso di calcio integrato per bambini con disabilità intellettive

Si tiene a Roma, il 25 novembre 2016, una giornata di studi dedicata al progetto “Calcio Insieme”, un percorso pilota di calcio integrato per bambine e bambini dai 6 ai 12 anni, con disabilità intellettive, in particolare quelli affetti da sindrome dello spettro autistico (ASD).

Il primo anno del progetto si è svolto nel periodo ottobre 2015 – giugno 2016 grazie alla Fondazione Roma Cares, espressione della responsabilità sociale dell’AS Roma, su proposta dell’Asd Accademia Calcio Integrato, in collaborazione con il CIP – Comitato Nazionale Italiano Paralimpico, della FISDIR – Federazione Sport Disabilità Intellettiva Relazionale e il sostegno della ASL Roma/1.

30 bambine/i sono stati coinvolti negli allenamenti, per un anno due volte a settimana, e tutti hanno mostrato dei miglioramenti pur nelle differenze delle condizioni di partenza e nei risultati ottenuti. Calcio Insieme è infatti un approccio di empowerment psicologico, relazionale, sportivo e motorio tramite il calcio, che ha individuato un modello didattico adeguato alle diverse esigenze dei bambini attraverso una ricerca da svilupparsi in tre anni.

La giornata di studio si tiene presso la sede del Consiglio Regionale del Lazio, in via della Pisana 1.301, Roma, a partire dalle ore 10:00. La Regione Lazio intende infatti divulgare gli esiti del progetto, valutandone anche l’impatto sul medio-lungo termine.

La partecipazione è gratuita, previa iscrizione. Per avere informazioni e iscriversi contattare:

  • Email: egrassi@regione.lazio.it, vvolpi@regione.lazio.it
  • Tel.: 06 5168 8038 – 8269

 

Recensione libro: One Goal – The mindset of winning soccer teams

One Goal

The mindset of winning soccer teams

Bill Beswick

Human Kinetics, 2016, p. 222

What I liked more in the book titled “One goal” by Bill Beswick is the great passion and competence that he shows in every chapter. The goal of this book is to describe why/how a psychologist has to be committed in this kind of job. The answer is that there are a lots of things to do, but only if you are passionate. This means that what you read inside, you cannot in any other book concerning performance psychology, because is coming from the application of the expertise and passion to a specific context. The second reason to read this book comes from the several professional examples that Beswick provides in each chapter. This approach is relevant because the young professional has to know that the consultant job with a team needs these skills. It means that our knowledge science-based need to be translated in terms to be useful in the everyday job with the team, the players and the head coach and probably with the team managers too. The book goes around a main focus based on two interrelated concepts: the positive environment supports the fighter mentality. Therefore the team has to share a unifying identity and culture and it must be very well clarified that the positive results come from this homogenous mindset and the viceversa is never true. So the team culture is based on common: effort, enthusiasm, execution and endurance. First the attitude, than any other specific competence (strength or focus or game schema).  At this regard, Beswick say:

“Arguably, the most successful team in international sport, the New Zealand All-Blacks rugby team, clean their own locker-room after the game, showing the humility that is common to many great teams.”

Another relevant topic concerns how the coach teach individual and collective responsibility, in the first part of the book there many ideas that a coach can use to work on it, to reach this important goal. In the second part the main topic is presented in the chapter titled “Fostering coachability.” It’s a key attitude to develop a winning career. The players’ progresses depends on their coachability, that is the relatively stable position to be involved in the process of continuous improvement independently from the current skills, performance level and roles. Another important point is related to the players’ personal accountability and I agree with the Beswick’s  Ten key elements of the accountability cycle (goals and standards, reminders, culture, learning environment, accepting justified criticism, regular feedback, thunderbolts, internal challenge, can’t do or won’t do?, accountability without blame). If the team and the coach will respect these rules they will show an higher threshold for alibis, becoming more accountable and successful.  As Michael Jordan said:

“the better players learn to say «I played bad but tomorrow I’ll play better». A lot of younger players are afraid to admit they have bad nights but everybody has bad nights and it’s how you rebound from those bad nights that dictates what kind of player you are going to be.”

The third part of the book is about competition and the key words are competing cohesively, the momentum, pressure, overcoming adversity, repeat success. Also in this section Beswick shows how to apply the psychologist’s professional skills to work with a constructive approach in the most competitiveness situations, because “pressure is nothing more that the shadow of a great opportunity.”