10 regole per gestire la pressione agonistica

Troppo spesso la pressione agonistica è la causa principale di prestazioni insoddisfacenti e di molto inferiori al proprio standard di allenamento. Come è possibile che ciò avvenga?
Accade perché l’atleta o la squadra non è in grado di gestire alcuni fattori principali di una gara. Sono i seguenti
  1. Incertezza – Lo sport è una tipica situazione d’incertezza in cui solo uno vince, bisogna sapere accettare questa condizione e viverla con determinazione.
  2. Aspettative – Maggiore è il livello di abilità, più elevate sono le aspettative, mentre invece durante una gara bisognerebbe accantonare per concentrarsi solo sul presente, dimenticando il futuro rappresentato dal risultato finale.
  3. Tempo – Ogni gara è scandita dal trascorrere del tempo, che deve essere gestito mantenendo il timing corretto per ogni azione senza rallentare per paura e senza accelerare per eccesso d’impazienza.
  4. Cambiamento – La gara è una situazione in cui i cambiamenti avvengono in modo continuo e spesso senza preavviso,  bisogna accettare gli errori e sapersi adattare in modo flessibile a ciò che accade.
  5. Visibilità – La gara è un confronto sociale pubblico, ognuno mostra se stesso nel gioco.
  6. Controllo – L’atleta deve sapere cosa può controllare e cosa dipende in misura minore dal suo comportamento. Certamente può controllare l’efficacia della sua azione sportiva, non può invece determinare il risultato che dipende invece dall’interazione con  l’avversario.
  7. Scelte – La gara è una situazione di scelta continua in relazione alla strategia di cui servirsi, il colpo da effettuare, la gestione dei propri comportamenti. Scegliere è un compito costante dell’atleta e a cui bisogna essere allenati.
  8. Competere – Lo sport non è un’attività estetica, consiste in un confronto continuo con gli avversari, il cui inizio e termine non è deciso dall’atleta. Bisogna essere disponibili a fornire prestazioni ottimali accettando queste condizioni e le sue regole che sono una garanzia di uguali opportunità di confronto.
  9. Se stessi – Atleta e squadra dovrebbero i principali sostenitori di se stessi, mentre sono spesso la causa dei propri problemi. Diventano impazienti, insicuri, mentalmente poco costruttivi, si paralizzano o diventano esageratamente impulsivi.
  10. Motivazione – E’ alla base di tutto. Le situazioni e gli altri possono fornire delle buone ragioni per impegnarsi al proprio meglio, ma nessuno può motivare un’altra persona. La motivazione nasce dalla convinzione che si migliora grazie al proprio impegno.

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