Perché formarsi in Psicologia dello Sport

Le domande più frequenti che mi sono state poste in questo periodo dagli psicologi che mi hanno contattato per avere informazioni sul Master di II Livello che stiamo organizzando con l’Università Telematica San Raffaele.

  • Sono psicoterapeuta cosa imparo da una formazione in Psicologia dello Sport?
  • Da anni lavoro come psicologo professionista, perché dovrei frequentare un master in Psicologia dello Sport?
  • Sono psicologo, mi piace lo sport ma so che è difficile trovare un lavoro come psicologo dello sport cosa devo fare?
  • Sono psicologo e atleta/allenatore cosa imparo dalla Psicologia dello Sport che già non so?
  • Con questa crisi economica dove trovo lavoro come psicologo dello sport? E quindi perché formarmi?
In Italia vi sono circa 600.000 allenatori, 7.000 scuole calcio, 250 psicologi lavorano nelle Scuole Calcio, solo nel Lazio vi sono 700 Scuole calcio (5-12 anni) e in ogni Regione vi è uno psicologo referente della FIGC- Settore Giovanile Scolastico.
  1. Almeno nel calcio, lo sport più diffuso, il bacino dei possibili clienti degli psicologi dello sport è molto numeroso. Le società sportive sono imprese piccole e medie imprese, che gestiscono centinaia di bambini, almeno una decina di allenatori e un numero molto ampio di genitori. Questi numeri le rendono particolarmente sensibili al lavoro dello psicologo dello sport nel lavoro con i bambini, gli allenatori e le famiglie.
  2. Per sua formazione lo psicologo e lo psicoterapeuta non hanno nessuna cognizione teorica e pratica sullo sviluppo del movimento e sull’apprendimento motorio nonché sui principi della metodologia dell’allenamento. Sono invece temi importanti per essere in grado di parlare il linguaggio dello sport con persone che sono esperte in questo ambito.
  3. Lo psicologo e lo psicoterapeuta non hanno una formazione in Psicologia dello Sport (PS) e in linea di massima ignorano anche la Psicologia della Prestazione e la ricerca del talento. Non per colpa loro ma perché queste tematiche non sono insegnate durante il corso di studi. Dico sempre ai giovani: “Se non sai citare almeno 10 psicologi dello sport e parlare delle loro ricerche, vuol dire che tu non lo sei”.
  4. E’ un’area di ricerca e professionale specifica le cui conoscenze e pratiche non possono venire tradotte dalla psicoterapia, dalla psicologia del lavoro o dalla psicologia della salute. Certamente la PS si serve di strategie e tecniche tratte da questi ambiti ma ne ha elaborate di proprie che richiedono studio e applicazione da parte dello psicologo professionista (ad esempio, l’allenamento dell’attenzione).  A tale riguardo ricordo che esistono 6 riviste scientifiche dedicate alla PS.
  5. Svolgere già da tempo il lavoro di psicologo dello sport senza avere avuto una formazione in questo ambito, riflette le buone capacità di avere saputo adattare le proprie competenze a un ambito diverso da quello previsto e direi che a questo punto una formazione in PS consentirebbe di continuare in modo specifico la formazione continuativa a cui dovrebbe aprirsi qualsiasi professionista.
  6. La crisi economica non dovrebbe essere un limite imprescindibile, poiché la formazione post-laurea è oggi una necessità imprescindibile per chi aspiri a diventare un professionista competente. Certamente è poco realistico pensare di sentirsi a proprio agio e fiduciosi nel proporsi a società sportive, federazioni o singoli atleti senza avere avuto una formazione adeguata. So che “molti colleghi provano” a fare questo lavoro senza essersi formati in PS, potrebbero impiegare i loro primi guadagni in un Master di PS.
  7. Infine, voglio dire che la formazione deve essere continua, perché è una necessità. Come svolgevo la mia attività 10 anni fa e sostanzialmente diverso da come la svolgo oggi e questo non solo a causa della diversità delle esigenze fra i clienti di oggi e quelli di ieri ma anche per lo sviluppo delle nuove tecnologie, delle conoscenze e delle modalità di sviluppo della consulenza che sono cambiate in tutto il mondo e che non possono essere ignorate.

 

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