Tennis: le pause mentali fanno perdere le partite

Mi sto convincendo che per molti giovani tennisti da cui sarebbe realistico aspettarsi prestazioni e risultati migliori di quelli che ottengono di solito, un fattore di miglioramento significativo risieda nel migliorare la qualità dell’allenamento. In larga parte non si tratta di fare cose diverse ma di esercitarsi con un’ intensità elevata e costante; la stessa che poi si vorrebbe mostrare in campo. In partita, si chiede ai tennisti di giocare in modo costante e adeguato al loro livello per un lungo periodo di tempo, mentre in allenamento questa richiesta è spesso assente. Allenatori e psicologi dovrebbero lavorare insieme per aiutare il tennista a colmare questa lacuna. La domanda è la seguente: “Come si può giocare concentrati per almeno 90 minuti,  se in allenamento non si raggiunge mai questo limite o se si accetta che vi siano delle pause in cui la concentrazione si riduce ai minimi termini?”

Se è vero che ci si allena per ripetere quanto appreso in partita, la ripetizione riguarda non solo la tecnica ma anche il sapere mantenere la concentrazione limitando al minimo le pause mentali, che invece in partita spesso rappresentano il principale ostacolo all’esecuzione del proprio gioco.

0 Risposte a “Tennis: le pause mentali fanno perdere le partite”


  • Nessun commento

Contribuisci con la tua opinione