Lo sport per formare i giovani all’eccellenza

Spesso mi chiedo perché parlare tutti i giorni di sport e di prestazioni sportive quando viviamo un periodo in cui domina l’incertezza e molte persone vivono in condizioni di povertà. Inoltre lo stesso sport non è immune da problemi gravi in cui sono coinvolti gli atleti e le loro organizzazioni, dal doping alle partite truccate, dai falsi in bilancio alle truffe connesse all’acquisizione delle manifestazioni sportive di importanza mondiale. Se ci fermiamo solo a questi aspetti della nostra società non dovremmo ovviamente occuparci di sport, ma probabilmente non dovremmo più occuparci di nulla se pensassimo che “tutti sono dei ladri”. Poi ci sono i giovani con le loro aspettative e motivazioni di riuscire a realizzare i propri sogni, ed è proprio questo che mi spinge a parlare ogni di sport. Non possiamo lasciarli soli a cercare la strada giusta per loro, non possiamo di certo lasciarli preda dei tanti che li vogliono rovinare. Dobbiamo invece trasmettergli:

  • il piacere dell’etica del lavoro
  • la convinzione che il potere dell’atleta si esercita al 100×100 nel fornire le migliori prestazioni di cui si è capaci e non nel vincere
  • la consapevolezza delle proprie qualità e della necessità del miglioramento continuativo
  • la capacità di accettare gli errori e le sconfitte, vivendoli come le uniche esperienze che permettono di migliorare
  • che le esperienze emotive provate in allenamento e in gara sono un modo per imparare a gestire se stessi nei momenti di maggiore intensità e stress
  • la capacità di gioire e di essere orgogliosi di se stessi
  • la capacità di rispettare gli avversari  e i giudici di gara
  • la capacità di accettare le difficoltà di gara come una parte essenziale e presente in ogni prestazione anche quando si è veramente ben preparati a gareggiare

 

 

 

 

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