Quanto è difficile essere tifosi di se stessi

Ma quanto è difficile essere il primo tifoso di se stessi! Un atleta dovrebbe mostrare questa convinzione nei propri confronti e invece è una delle cose più difficili da fare. Alcuni esempi:

  • Una ragazza mi dice “Ho fatto quattro gare quest’anno e nessuna è andata bene … allora smetto non serve nulla che continui a fare bene solo in allenamento”.
  • Un ragazzo mi dice “stavo gareggiando bene poi ho pensato che non potevo continuare in questo modo e così ho sbagliato e non sono entrato in finale”.
  • Un altro ragazzo ai campionati del mondo prima della finale “Questa volta devo prendere una medaglia”. E’ arrivato quarto.
  • Una ragazza “questa volta ho perso male non ho creduto fino in fondo in me stessa”.

Ognuno di loro svolge l’attività di atleta in modo professionale, è la loro attività principale, è quella in cui vogliono realizzarsi nella vita. In queste occasioni non si sono dimostrati i migliori tifosi di se stessi.  Lo sport agonistico richiede un elevato livello di fiducia in se stessi e l’incoscienza di sapere che la prossima volta andrà meglio di questa. Questa consapevolezza nasce dall’impegno profuso in allenamento, dal sapere che è vero che 1, 2, 3 0 più volte non andrà bene, ma non importa perché continuando in questo modo verranno anche i risultati. L’importante è continuare a sostenersi soprattutto quando le cose vanno male. In sintesi serve:

  • impegno totale in allenamento
  • sostegno totale in gara indipendentemente dai risultati
  • aspettativa fiduciosa dei risultati

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